A partire dal 2022 nell’oceano finiranno 1,23 milioni di tonnellate di acqua radioattiva stoccate nella centrale nucleare di Fukushima
A Fukushima saranno rilasciate in mare tonnellate di acqua radioattiva.
Il governo giapponese è pronto a riversare in mare 1,23 milioni di tonnellate di acqua radioattiva proveniente dalla centrale nucleare di Fukushima, la struttura che venne danneggiata dal terremoto del settembre 2011. Il governo discute della questione da più di 3 anni, ma ora la decisione sembra prossima perché lo spazio per immagazzinare l’acqua radioattiva si sta esaurendo. Un comitato governativo ha spiegato che lo sversamento in mare è una opzione realistica e a breve termine.
L’acqua viene utilizzata per raffreddare gli impianti danneggiati nella catastrofe nucleare di Fukushima. L’acqua è filtrata usando un sistema avanzato di trattamento dei liquidi (Alps), capace di estrarre 62 dei 63 elementi radioattivi presenti, tranne il trizio (un isotopo radioattivo dell’idrogeno) che non può essere rimosso con la tecnologia esistente..
Secondo i calcoli del gestore dell’impianto, la Tokyo Electric Power (Tepco), con un aumento giornaliero di 170 tonnellate di liquido trattato, lo spazio per lo stoccaggio all’interno delle cisterne dovrebbe esaurirsi entro l’estate del 2022. In base ai dati della prefettura attualmente sono presenti 1.044 serbatoi che contengono 1,23 milioni di tonnellate di liquido.
Il governo giapponese vuole anche smantellare la centrale di Fukushima (chiusa da tempo) ma la presenza delle cisterne ne impedisce la demolizione.
Contro questa ipotesi si oppongono gli attivisti ambientali, i pescatori e gli agricoltori (che temono un rifiuto dei loro prodotti una volta avviato il piano di sversamento).
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