El Niño è un fenomeno climatico che fa parte di un più ampio sistema chiamato ENSO, che sta per El Niño-Southern Oscillation
Cos’è El Niño? L’El Niño-Oscillazione Meridionale, noto anche come ENSO, è un fenomeno climatico che si verifica periodicamente. Questo evento causa un significativo aumento della temperatura delle acque nell’Oceano Pacifico Centrale e Orientale, principalmente nei mesi di dicembre e gennaio, con una frequenza approssimativa di cinque anni, ma che può variare tra tre e sette anni.
Le conseguenze di questo fenomeno includono inondazioni nelle aree direttamente interessate e siccità in zone più distanti. Inoltre, possono verificarsi altre perturbazioni che cambiano ad ogni manifestazione dell’ENSO. I paesi in via di sviluppo che dipendono fortemente dall’agricoltura e dalla pesca, specialmente quelli che si affacciano sull’Oceano Pacifico, sono i più colpiti. Tuttavia, si ritiene che l’ENSO possa anche avere effetti su scala globale, influenzando la circolazione atmosferica in tutto il pianeta.
Cos’è El Niño?
El Niño è un fenomeno climatico che fa parte di un più ampio sistema chiamato ENSO, che sta per El Niño-Southern Oscillation, e rappresenta un collegamento tra l’atmosfera e l’oceano. Questo sistema coinvolge due componenti principali: El Niño e La Niña.
Quando si verifica El Niño, si assiste a un riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico Centro-Meridionale e Orientale. Questo significa che la temperatura della superficie dell’oceano in queste regioni aumenta di almeno 0,5 gradi Celsius per un periodo di almeno cinque mesi consecutivi. Al contrario, durante La Niña, si verifica un raffreddamento delle stesse acque di almeno 0,5 gradi Celsius rispetto alla media stagionale.
Queste oscillazioni seguono un ciclo che, sebbene periodico, non è regolare. Esso può variare da due a sette anni e la loro intensità può essere diversa da un episodio all’altro, con variazioni di temperatura che possono raggiungere anche i 3-4 gradi Celsius.
Il processo che porta all’insorgenza di El Niño ha origine dal surriscaldamento delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico orientale. Questo surriscaldamento provoca un aumento della convezione atmosferica, che a sua volta modifica i venti equatoriali e quindi la distribuzione delle precipitazioni lungo l’intero Pacifico Equatoriale. In termini di circolazione atmosferica, durante El Niño si ha un aumento dell’aria ascendente nell’area dell’Oceano Pacifico orientale e un’afflusso d’aria discendente nell’area occidentale. Questo sposta la cosiddetta Circolazione di Walker verso est.
Per misurare queste oscillazioni, si utilizza l’indice SOI, che valuta le variazioni di pressione tra punti specifici della Terra, come Tahiti e Darwin.
Gli effetti di El Niño sono molto impattanti. Porta a precipitazioni intense e tornado in America centrale e meridionale, uragani nel Pacifico meridionale e in Australia settentrionale, e periodi di siccità in Africa occidentale e in Indonesia.
Un aspetto cruciale riguarda l’ecosistema oceanico. Durante El Niño, la corrente calda che si sposta verso est è povera di nutrienti, sostituendo la corrente fredda di Humboldt che invece è ricca di elementi nutritivi. Questo altera l’equilibrio del plancton, che rappresenta un importante alimento per i pesci. Questa situazione può avere gravi conseguenze sull’economia delle popolazioni sudamericane che dipendono principalmente dalla pesca.
Gli ultimi due episodi di El Niño, nel 1982 e nel 1997, sono stati i più ampiamente studiati. Nel periodo invernale del 2009-2010, si è verificato un episodio di El Niño moderato-forte. Molti scienziati ritengono che questi eventi potrebbero essere correlati all’aumento delle temperature medie dell’oceano e dell’atmosfera, così come all’effetto serra, ma al momento non esiste una risposta definitiva a questa domanda.
La Niña
Durante un periodo di Niña, il fenomeno atmosferico chiamato Circolazione di Walker provoca il movimento di grandi quantità di acqua verso la costa est dell’Oceano Pacifico. Questo solitamente porta a un aumento del livello del mare sulla costa occidentale, che può arrivare anche a 80-100 centimetri in più rispetto alla costa est. Durante una Niña, queste condizioni si accentuano ulteriormente: le correnti d’acqua calda si intensificano verso ovest, i venti alisei aumentano di forza e spingono l’aria umida verso le coste dell’Indonesia e dell’Australia. In sostanza, la Niña rappresenta l’opposto del fenomeno chiamato El Niño, intensificando le normali circolazioni dell’oceano e dell’atmosfera.
Cause
Le cause del fenomeno El Niño sono dovute alla presenza di due tipi di movimenti nell’atmosfera, chiamati onde di Kelvin e onde di Rossby. Queste onde si muovono in direzioni opposte: le onde di Kelvin vanno verso est e sono più veloci, mentre le onde di Rossby sono più lente e si muovono verso ovest. Questo porta all’accumulo di acqua lungo le coste sudamericane dell’Oceano Pacifico, causando un aumento del livello dell’acqua di quasi un metro.
A fine dicembre, quando i venti che vanno da est a ovest (chiamati alisei) si indeboliscono o cambiano direzione, e se c’è anche un cambiamento di pressione atmosferica tra l’Australia e il Pacifico (che si chiama Oscillazione Meridionale), l’energia accumulata sulle coste orientali del Pacifico viene rilasciata verso ovest. Questo porta a forti piogge e temperature più basse sulle coste sudamericane dell’Oceano Pacifico, mentre sulle coste occidentali (come in Indonesia e nell’Asia sud-orientale) si verificano siccità e temperature più alte.
Dal momento che le onde di Kelvin e di Rossby si muovono a velocità diverse, si calcola che ci vogliano circa 12-18 mesi per tornare alla situazione normale.
Effetti
Gli effetti di El Niño sono rilevanti non solo a livello locale, ma anche a scala globale, influenzando le condizioni meteorologiche e climatiche in diverse parti del mondo. La frequenza di questi eventi varia da tre a otto anni.
Effetti su scala globale:
Oceano Pacifico, Atlantico e Indiano: In queste regioni, l’ENSO ha un impatto significativo. Durante periodi di aumento della temperatura delle acque, si verifica il fenomeno del Niño, mentre una forte diminuzione porta alla Niña. Le conseguenze di questi eventi sono in sincronia tra l’Oceano Pacifico e l’Oceano Indiano, ma si nota un ritardo di dodici-diciotto mesi fra l’ENSO del Pacifico e quello dell’Atlantico.
Effetti nelle varie aree geografiche:
Sudamerica: Lungo la costa occidentale del Sudamerica, solitamente caratterizzata da deserti o semideserti, il Niño provoca piogge abbondanti, spesso portando a inondazioni di grave entità. Tuttavia, il riscaldamento delle acque riduce l’ossigeno nel mare, con conseguente impatto negativo sulla quantità di pesce disponibile, soprattutto in Perù ed Ecuador.
Nel Sudamerica orientale, come Brasile e Argentina, si può osservare un aumento dell’umidità atmosferica durante l’estate, mentre gli inverni tendono a essere più miti e meno nevosi.
Nordamerica: Gli effetti del Niño variano a seconda della latitudine. Nei Caraibi e nelle regioni meridionali degli Stati Uniti, dalla California alla Florida, si verificano piogge abbondanti, in alcuni anni di portata devastante. Più a nord, dall’Oregon all’Alaska, e verso l’interno fino al Canada centrale, si assiste a un aumento delle temperature che produce inverni e primavere insolitamente miti.
Oceania: In Australia e nella Polinesia meridionale, il Niño porta a condizioni di siccità o scarsità di piogge. In alcuni arcipelaghi, come Tahiti e le Hawaii, può favorire la formazione di cicloni tropicali.
Asia: In Giappone e in Corea, il Niño porta principalmente ad un aumento delle temperature, con estati torride e inverni miti. In molte parti dell’Asia meridionale, dall’Indonesia all’India, l’aumento della temperatura associato al Niño si traduce in una significativa diminuzione delle piogge, a volte causando gravi periodi di siccità.
Altri continenti:
Africa: Il Niño si fa sentire soprattutto nella porzione sud-orientale del continente, causando siccità e temperature più elevate. Sul Corno d’Africa, invece, porta a piogge più abbondanti.
Europa: L’effetto del Niño in Europa è più leggero e ancora non completamente compreso.
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