Kaiser, il più grande truffatore della storia del calcio

Carlos Henrique Raposo, noto con il soprannome “Kaiser”, riuscì a firmare contratti con le maggiori squadre di calcio brasiliane senza mai mettere realmente in mostra le sue capacità calcistiche

Kaiser, il più grande truffatore della storia del calcio
Carlos Henrique Raposo, noto con il soprannome “Kaiser“, è un ex calciatore brasiliano nato il 2 aprile 1963 a Rio Pardo.

Fin da giovane, Kaiser aveva il sogno di diventare un calciatore professionista, ma non aveva talento. Tuttavia, grazie all’amicizia con alcuni campioni del Brasile, ha firmato contratti con le maggiori squadre di calcio brasiliane senza mai mettere realmente in mostra le sue capacità calcistiche.

Durante i suoi 13 anni di carriera da professionista, Kaiser ha trovato sempre il modo di evitare di scendere in campo, fingendo infortuni e altre malattie. Questa sua abilità lo ha reso noto come “il più grande truffatore della storia del calcio” dalla stampa internazionale.

Carriera di Carlos Henrique Raposo

Carlos Raposo, meglio conosciuto come “Kaiser“, ha iniziato la sua carriera calcistica nelle giovanili del Flamengo. All’età di 16 anni ha attirato l’attenzione degli scout del club messicano Puebla, firmando un contratto triennale, ma è stato rilasciato alla fine delle 3 stagioni senza aver mai fatto il suo esordio.

Nel 1983, ha firmato un contratto con il Botafogo, ma a causa di un infortunio non è stato convocato per nessuna partita del campionato. Dopo una stagione lontana dai campi di gioco, è riuscito a ottenere un contratto biennale con il Flamengo grazie alla mediazione di un ex compagno di squadra delle giovanili. Tuttavia, ha concluso la stagione 1985-1986 senza presenze ed è stato poi girato al club francese di Ajaccio, dove non ha mai giocato.

Tornato a Rio de Janeiro, ha incontrato il neopresidente della Fluminense, Fábio José Egypto da Silva, per proporre accordi commerciali con un’azienda francese. In seguito ha ottenuto un ricco contratto con la Fluminense, che ha vinto il campionato nella stagione 1987/88.

Nel 1989 è stato acquistato dal Vasco De Gama, ma ha concluso la stagione senza la considerazione dell’allenatore. In questo club ha conosciuto Djalminha, diventato suo testimone di nozze nel 1992, anno in cui Carlos ha ufficializzato il suo ritiro dal calcio giocato, continuando tuttavia a giocare a livello dilettantistico.

Nel 2001, è stato incluso come contropartita tecnica in un nuovo affare di calciomercato e ha ottenuto un contratto di sei mesi con il Camaquã. Sebbene la sua carriera calcistica professionale sia stata breve e poco significativa, “Kaiser” è diventato famoso per la sua abilità nel creare accordi commerciali e nel circondarsi di celebrità, senza mai realmente dimostrare il suo valore sul campo.

Curiosità su Carlos Henrique Raposo

Secondo alcuni, era soprannominato “Kaiser” a causa della somiglianza con Franz Beckenbauer ma, secondo il suo amico Luis Maerovitch nel documentario “Kaiser, il più grande truffatore della storia del calcio“, fu ribattezzato così a causa del suo fisico grassoccio che somigliava alla bottiglia della birra Kaiser.

Fu acquistato dall’Ajaccio nel 1986 e fu accolto in Corsica con una cerimonia spropositata rispetto alle sue reali doti calcistiche. “Mi catapultarono in uno stadio che, sebbene piccolo rispetto agli stadi di Rio, era pieno di tifosi come se si dovesse disputare una partita. Pensai che avrei dovuto solo fare una corsetta e salutarli, ma in campo c’erano dei palloni ed ho capito che avrei dovuto palleggiare. Sono diventato nervoso, temevo che dal mio primo allenamento avrebbero capito che non sapevo giocare. Ho iniziato a raccogliere tutti i palloni e a lanciarli ai tifosi. Nel frattempo salutavo e mandavo baci. La folla era impazzita. Alla fine sul campo non c’erano più palloni“.

Al Vasco, in una importante gara di campionato, fu costretto a vestirsi per scendere in campo. In un’intervista del 2002 ad una radio brasiliana, volle ricordare quell’episodio. “Non sapevo cosa fare. Durante il riscaldamento, un gruppo di tifosi m’insultò per i capelli lunghi. Scavalcai e scatenai una rissa: venni espulso ancora prima di entrare. Negli spogliatoi, durante l’intervallo, arrivò il presidente furioso, e prima che potesse esplodere di rabbia, gli dissi che Dio mi aveva dato due padri: che il primo l’avevo perso, ed il secondo era lui, e che avevo reagito così perché i tifosi lo stavano insultando. Il mio contratto scadeva quella settimana. Mi abbracciò e lo prolungò di 6 mesi“.

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