Cos’è l’Inchiesta Prisma?

L’inchiesta Prisma è nata dagli accertamenti della Consob e della Covisoc che hanno indagato su 62 operazioni di mercato della Serie A, di cui 42 riguardavano la Juventus


Cos’è l’Inchiesta Prisma? L’inchiesta Prisma sulla gestione societaria della Juventus ha portato alla luce sospetti e accuse di plusvalenze fittizie e manovre poco chiare sugli stipendi dei tesserati.

Il CDA della Juventus, incluso Agnelli, ha dato le dimissioni lo scorso 28 novembre a seguito delle indagini. L’udienza preliminare è stata fissata per il 27 marzo e riguarda 12 ex dirigenti del club bianconero. Il gup Marco Picco dovrà decidere se accogliere o archiviare la richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla Procura di Torino. La Juventus si trova al centro di un nuovo terremoto calcistico a causa delle ombre e dei sospetti emersi nell’inchiesta Prisma.

La richiesta di rinvio a giudizio nei confronti della Juventus e di altri club coinvolti è stata depositata dai pubblici ministeri. Ora si attende il pronunciamento del gup che valuterà se la causa dovrà arrivare al processo in aula o se emettere una sentenza di non luogo a procedere.

Sul piano sportivo, la Procura della Federcalcio verificherà se ci sono i presupposti per la revoca della sentenza e la riapertura delle indagini sulla questione plusvalenza fino ad arrivare a processo dinanzi alla Corte federale.

Per le manovre stipendi, la Juventus rischia sanzioni che vanno da un’ammenda con diffida, fino a punti di penalizzazione, retrocessione o addirittura esclusione dal campionato. Tuttavia, per applicare sanzioni così gravi, è necessario dimostrare che la falsificazione dei documenti contabili sia stata effettuata per l’iscrizione al campionato.

Che cos’è l’inchiesta Prisma?

L’inchiesta Prisma è nata dagli accertamenti della Consob e della Covisoc, organi di controllo statale e federale rispettivamente, che hanno indagato su 62 operazioni di mercato della Serie A, di cui 42 riguardavano la Juventus.

L’argomento al centro delle indagini riguarda le plusvalenze fittizie, le quali sono state il motivo per cui le due commissioni di controllo hanno deciso di approfondire la questione.

Nel 2020, la voce “plusvalenze” aveva toccato il 20% dei fatturati delle società di Serie A, pari a 700 milioni di euro, sollevando il campanello d’allarme sui bilanci delle società calcistiche.

La Procura di Torino ha deciso di aprire un’indagine sulle stesse operazioni controllate dalle commissioni, dando così il via all’inchiesta Prisma. Concluse le indagini preliminari che hanno interessato le stagioni dal 2018 al 2020, la Procura ha inviato 16 avvisi di garanzia, tra cui figurano anche Andrea Agnelli, Maurizio Arrivabene e Pavel Nedved. Le accuse mosse dagli inquirenti sono di falso in bilancio, manipolazione del mercato e false comunicazioni sociali.

Nel frattempo, nel novembre 2021, il CDA della Juventus, compreso Agnelli, ha rassegnato le dimissioni in seguito alle ombre e ai sospetti emersi nell’inchiesta Prisma sulla gestione societaria del club, le cui indagini giudiziarie sono ancora in corso.

Quali sono le plusvalenze fittizie della Juve finite sotto indagine?

Nel novembre 2021, la Procura di Torino ha inviato la Guardia di Finanza nella sede della Juventus per acquisire documenti riguardanti i trasferimenti di mercato del triennio precedente, ovvero degli anni 2019-2020-2021. L’ipotesi di reato riguarda le false comunicazioni delle società quotate e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Secondo le indagini, la Juventus avrebbe generato 155 milioni di plusvalenze fittizie, ovvero guadagni che non corrisponderebbero al reale incremento di valore del calciatore, messi a bilancio per ammortizzare le perdite e rispettare il Fair Play Finanziario. I trasferimenti finiti nel mirino sono quelli definiti a “specchio”, che avvengono quindi con gli scambi di giocatori senza un reale spostamento di denaro. Uno dei trasferimenti di questo tipo, al centro delle indagini, è quello di Miralem Pjanic al Barcellona, dove il calciatore è stato valutato dalla Juventus 63 milioni e contestualmente Arthur è stato valutato dal Barcellona una cifra simile. I due calciatori sono stati scambiati alla pari, ma non c’è stato alcun passaggio di soldi.

Queste valutazioni hanno permesso alle due società di mettere nelle voci dei ricavi due belle plusvalenze. Per la Juve quella su Pjanic si aggirava intorno ai 43 milioni, inseriti tra i ricavi del 2020. In effetti, la valutazione dei calciatori la fa la società e non esistono parametri oggettivi per avere una reale valutazione di un calciatore. Una plusvalenza fittizia può essere punita solo se nelle intercettazioni telefoniche si parla esplicitamente di valori gonfiati con lo scopo di sanare il bilancio.

L’inchiesta Prisma ha anche accusato la Juventus di aver erogato tre delle quattro mensilità di riduzione dei compensi per i giocatori nel 2020 e di aver risparmiato solo 20 milioni invece dei 90 dichiarati. Le tre mensilità sarebbero state spalmate sul bilancio del 2021 per regolare i conti del 2020, ma ciò non è stato dichiarato correttamente e la giustizia ha ipotizzato un reato di falso in bilancio.

La Guardia di Finanza ha cercato scritture private tra i legali della società e i legali dei tesserati che dimostrassero l’esistenza dell’accordo sulla dilazione delle tre mensilità. Tra queste scritture c’è anche la “carta che non dovrebbe esistere“, che sembra essere una documentazione relativa al contratto di Cristiano Ronaldo e che potrebbe essere una prova presentata dalla Procura di Torino.

Quali sono le altre squadre coinvolte?

L’indagine della Procura di Torino ha coinvolto altre procure di sei diverse città italiane e riguarda i rapporti della Juventus con altre società sportive italiane, tra cui Atalanta, Bologna, Udinese, Cagliari, Sampdoria e Sassuolo.

In particolare, si indaga sui prestiti di Romero e Demiral con l’Atalanta; sull’operazione Orsolini per il Bologna; sull’acquisto di Cerri per il Cagliari; sulle operazioni tra blucerchiati e bianconeri da chiarire, in particolare quelle di Audero, Peeters e Mulè per la Sampdoria; infine, per l’Udinese si indaga sull’accordo che lo ha interessato riguardo a Mandragora. Il sospetto degli inquirenti è che la Juventus abbia usato questi club come “banche“.

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