In Italia, si discute spesso sul significato e sui limiti del reato di apologia del fascismo, soprattutto in occasione di commemorazioni pubbliche in cui vengono compiuti gesti o adottati comportamenti riconducibili alla simbologia fascista. In cosa consiste il reato di apologia del fascismo
Cosa si intende per apologia del fascismo? In Italia, si discute spesso sul significato e sui limiti del reato di apologia del fascismo, soprattutto in occasione di commemorazioni pubbliche in cui vengono compiuti gesti o adottati comportamenti riconducibili alla simbologia fascista, come il saluto romano. La questione riguarda in particolare l’interpretazione della XII Disposizione Transitoria e Finale della Costituzione, che vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto Partito Fascista. L’obiettivo è chiarire in cosa consiste il reato di apologia del fascismo e se gesti come il saluto romano possano rientrare in questa fattispecie.
In cosa consiste l’apologia del fascismo?
L’apologia del fascismo è disciplinata dall’articolo 4 della Legge n. 645 del 1952, nota come “Legge Scelba“. Si tratta di un reato che punisce le azioni o i comportamenti diretti alla ricostruzione del Partito Fascista, soprattutto quando tali atti mirano a sovvertire l’ordine democratico della Repubblica attraverso l’uso della violenza.
La legge prevede pene come:
- Reclusione fino a un anno e sei mesi.
- Multa fino a 6.000 euro.
Queste sanzioni si applicano anche a chi propaganda odio razziale, o istiga a commettere atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
Come si concilia il reato di apologia del fascismo con la libertà di pensiero?
Il reato di apologia del fascismo solleva il problema della compatibilità con i diritti costituzionali di libertà di pensiero, riunione e associazione.
La Corte Costituzionale ha chiarito che il termine “apologia” non si riferisce a una semplice difesa o elogio del fascismo, ma implica un’esaltazione concreta e pericolosa che possa condurre alla ricostituzione del Partito Fascista o incitare ad atti finalizzati a tale obiettivo.
Un disegno di legge aveva proposto di includere il saluto romano tra gli illeciti sanzionabili, ma tale proposta si è arenata in Senato.
Il saluto romano e le interpretazioni dei tribunali
Il saluto romano è stato oggetto di giudizi discordanti da parte di diversi tribunali italiani:
- Tribunale di Varese (2017): un professore è stato condannato per aver compiuto il saluto romano con un alunno fuori dalla scuola. Il giudice ha sottolineato la gravità del gesto, soprattutto considerando il ruolo educativo dell’insegnante.
- Tribunale di Milano (2019): un gruppo di persone è stato assolto per aver effettuato il saluto romano. Il tribunale ha ritenuto che, pur richiamando la simbologia fascista, il gesto non rappresentasse un concreto pericolo di riorganizzazione del Partito Fascista.
La Corte di Cassazione, intervenuta per fare chiarezza, ha stabilito che il saluto romano può configurare il reato di apologia del fascismo, come previsto dall’articolo 5 della Legge Scelba, solo se il gesto, valutato nel suo contesto, è idoneo a creare un concreto pericolo di ricostituzione del Partito Fascista.
Conclusioni
Per configurare il reato di apologia del fascismo, l’azione deve essere tale da evocare adesioni e consensi favorevoli alla ricostituzione del Partito Fascista. Spetta al giudice valutare, caso per caso, il contesto ambientale, la simbologia, il numero di partecipanti e la ripetitività dei gesti per accertare la sussistenza di un reale pericolo di emulazione.
Gli elementi considerati includono:
- Il grado di collegamento del contesto storico e simbolico con il fascismo.
- L’effetto suggestivo dell’azione.
- L’eventuale rischio di adesioni o consensi favorevoli.
L’obiettivo della normativa è prevenire non solo la ricostituzione del Partito Fascista, ma anche la diffusione di ideologie che minacciano i principi democratici sanciti dalla Costituzione.
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