Il tarassaco è una pianta particolarmente apprezzata per le sue proprietà depurative, che agiscono in modo efficace sulle vie biliari, e per le sue capacità diuretiche
Tarassaco: specifiche e proprietà. Il tarassaco, conosciuto comunemente come soffione, piscialetto o dente di leone, è una pianta spontanea molto diffusa in diverse aree geografiche, dalle pianure fino a 2.000 metri di altitudine. Questa pianta è particolarmente apprezzata per le sue proprietà depurative, che agiscono in modo efficace sulle vie biliari, e per le sue capacità diuretiche. Cresce in diverse condizioni climatiche, adattandosi sia a temperature fredde che temperate. Il tarassaco è facilmente riconoscibile nei campi, lungo i sentieri e nei terreni incolti, dove prospera senza particolari esigenze di coltivazione.
La pianta del tarassaco appartiene alla famiglia delle Asteracee ed è una specie erbacea perenne di dimensioni modeste. Il suo nome scientifico è Taraxacum officinale, ma è anche noto come Taraxacum dens leonis, da cui deriva il nome comune “dente di leone”. Tuttavia, non va confuso con un’altra pianta simile, il Leontodon hispidus, che condivide il soprannome ma appartiene a una diversa specie botanica.
Il tarassaco ha una radice a fittone, che cresce in profondità nel terreno e può diventare piuttosto robusta. Le foglie, di forma oblunga e lanceolata, si dispongono a rosetta vicino al suolo e hanno margini dentati. Il fiore, facilmente riconoscibile, è di colore giallo dorato e si presenta con un capolino centrale da cui si sviluppano petali piegati verso l’esterno, formando una sorta di cestino rovesciato.
Il fiore del tarassaco è caratteristico: di giorno si apre per mostrare il suo colore brillante, mentre di notte si chiude. Ogni stelo della pianta porta un solo fiore, che si innalza di qualche centimetro sopra le foglie. Quando il fiore è spezzato, sia i fusti che le foglie emettono un latice bianco.
Una delle peculiarità più note del tarassaco è il soffione, il risultato della maturazione dei suoi fiori gialli. Dopo la fioritura, il fiore si trasforma in una leggera sfera bianca, composta da molti frutti chiamati achenidi, ognuno dei quali è collegato a un piccolo ciuffo simile a capelli fini. Questi ciuffi fungono da paracadute, permettendo ai semi di essere trasportati dal vento e di diffondersi anche a lunghe distanze. I soffioni sono ben conosciuti da tutti, soprattutto per il gioco infantile di soffiare su di essi per vederli volare via.
Il tarassaco non solo è una pianta facilmente riconoscibile e comune, ma è anche ricco di proprietà benefiche per la salute, rendendolo un alleato nella depurazione dell’organismo. Nonostante sia spesso considerato un’erba infestante, ha trovato diversi impieghi in cucina, dove le sue foglie e radici vengono utilizzate per preparare piatti salutari e saporiti.
Storia del Tarassaco
Il tarassaco ha una lunga storia di utilizzo come rimedio naturale, risalente al Medioevo, quando veniva impiegato per trattare disturbi al fegato e ai reni. Questa associazione potrebbe essere dovuta al suo colore giallo intenso, che richiamava quello della bile, sostanza prodotta dal fegato. Nel corso dei secoli, la scienza ha confermato molte delle proprietà attribuitegli, e tra il Cinquecento e il Seicento diversi naturalisti e farmacisti hanno riconosciuto al tarassaco proprietà diuretiche e la capacità di favorire la guarigione delle ferite. Questi benefici non sono passati inosservati anche in altre parti del mondo: nella medicina tradizionale cinese, il tarassaco ha trovato ampio utilizzo per secoli.
Durante la Seconda guerra mondiale, in Italia, la pianta del tarassaco fu impiegata in modo diverso: dalla sua radice veniva estratto un latice che veniva utilizzato per produrre gomma, un materiale prezioso in tempo di guerra. Oltre a questo, in passato le radici di tarassaco venivano tostate per ottenere un surrogato del caffè, un prodotto che conservava tutte le proprietà benefiche della pianta.
Un tema di confusione è la differenza tra il tarassaco e il cosiddetto dente di leone, piante che, pur essendo simili, appartengono a specie diverse. Il dente di leone comune, il cui nome botanico è Leontodon hispidus, appartiene anch’esso alla famiglia delle Asteracee, proprio come il tarassaco. Ha fiori gialli e foglie dentate, da cui deriva il nome botanico: la parola greca “leon” significa leone, mentre “odous” significa dente, in riferimento al margine dentato delle foglie. Il termine “hispidus” fa riferimento alla presenza di peli su alcune parti del calice del fiore.
Sia il tarassaco che il dente di leone hanno foglie lunghe e lanceolate, che possono essere consumate fresche in insalata o cotte. I fiori, sebbene simili nel colore giallo-oro, presentano delle differenze: il dente di leone ha meno petali, che sono uniti a formare un tubo sul capolino e terminano con una ligula a cinque denti. Inoltre, il dente di leone fiorisce tra giugno e ottobre.
Un’altra differenza significativa riguarda le radici: il tarassaco ha una radice a fittone, lunga e robusta, che si sviluppa in profondità nel terreno. Al contrario, il dente di leone possiede un piccolo rizoma, ossia una parte del fusto sotterranea, e radici poco sviluppate. Queste differenze botaniche non tolgono valore alle proprietà benefiche di entrambe le piante, che continuano a essere apprezzate per i loro usi tradizionali e medicinali
Proprietà del Tarassaco
Il Taraxacum officinalis, comunemente noto come tarassaco, è una pianta utilizzata da secoli per le sue numerose proprietà terapeutiche. Ogni parte della pianta viene sfruttata, ma la radice è considerata la parte più preziosa, in quanto contiene una concentrazione elevata delle sostanze benefiche che la rendono efficace, in particolare come depurativo.
Le radici del tarassaco sono ricche di principi attivi, tra cui tarasserolo, glisteroli, vitamine, inulina (fino al 25%), sali minerali e principi amari. Questi componenti conferiscono alla pianta numerose virtù terapeutiche, rendendola una delle piante officinali più apprezzate.
Uno degli effetti più noti del tarassaco è la sua capacità di stimolare la funzionalità del fegato e favorire il flusso biliare. Questa pianta è infatti in grado di depurare il fegato, svolgendo al contempo un’azione antinfiammatoria e disintossicante. L’assunzione regolare di tarassaco può aiutare il corpo a eliminare le scorie e a regolare le secrezioni gastroenteriche, migliorando così la salute generale del fegato.
Oltre a essere un alleato per il fegato, il tarassaco è noto per le sue proprietà diuretiche. Non a caso, nella tradizione contadina viene chiamato “piscialetto”. L’alto contenuto di potassio e flavonoidi rende questa pianta particolarmente efficace nel favorire l’eliminazione delle tossine attraverso i reni. Per questo motivo, il tarassaco viene spesso raccomandato come rimedio naturale per trattare problemi di ritenzione idrica, cellulite e ipertensione.
Un altro aspetto benefico del tarassaco riguarda la digestione. Le sue proprietà amare lo rendono ideale per chi ha problemi di digestione lenta o in caso di eccessi alimentari. Tuttavia, è bene ricordare che la radice di tarassaco ha un sapore molto amaro, che potrebbe non essere gradito a tutti, anche se i suoi benefici sono particolarmente utili durante alcuni periodi dell’anno in cui si consiglia un’assunzione prolungata.
Il tarassaco può essere utile anche per la pelle. Grazie alla sua ricchezza in vitamine, minerali e oligoelementi, questa pianta è una delle fonti naturali più abbondanti di provitamina A, un nutriente noto per la sua capacità di combattere i radicali liberi. L’uso regolare del tarassaco può contribuire a mantenere la pelle giovane ed elastica, contrastando l’invecchiamento cutaneo in modo naturale.
Recenti studi hanno inoltre suggerito che il tarassaco potrebbe avere un ruolo nella prevenzione del cancro. In particolare, uno studio pubblicato nel Journal of Ethnopharmacology ha dimostrato che un estratto acquoso fermentato di Taraxacum officinale ha mostrato effetti positivi nel provocare l’apoptosi (la morte programmata) delle cellule tumorali nel cancro al seno triplo negativo. Questo suggerisce che la pianta potrebbe avere un potenziale preventivo in ambito oncologico, sebbene ulteriori ricerche siano necessarie per confermarne l’efficacia.
Come assumere il Tarassaco
Il tarassaco, noto per le sue proprietà depurative, può essere assunto in diverse forme per sfruttare al meglio i suoi benefici. Una delle modalità più comuni è l’assunzione in compresse o capsule, che consentono di assumere i principi attivi della pianta in modo semplice e pratico. Solitamente, si consiglia di prenderne due al giorno, lontano dai pasti, per migliorare la digestione e favorire la depurazione dell’organismo.
Un’altra modalità di assunzione molto diffusa è attraverso tisane o decotti. In questo caso, si utilizzano sia le foglie fresche o essiccate che le radici della pianta. La tisana di tarassaco è particolarmente apprezzata per la sua capacità di eliminare le tossine dall’organismo, combattere la stitichezza e ridurre il colesterolo. Inoltre, è indicata per chi soffre di calcoli renali, poiché aiuta a favorire l’eliminazione della bile e stimola l’attività del fegato. Preparare una tisana di tarassaco è semplice: basta far bollire un cucchiaio di radici essiccate in una tazza d’acqua e lasciarle in infusione per almeno dieci minuti. Una volta filtrato il liquido, si può zuccherare a piacere e la tisana è pronta per essere bevuta.
Un’ulteriore opzione è la tintura madre di tarassaco, che può essere assunta diluendo 50 gocce in un po’ d’acqua, tre volte al giorno e lontano dai pasti. Questa forma concentrata della pianta è particolarmente efficace per chi cerca un rimedio naturale più potente, in grado di stimolare il fegato e favorire la disintossicazione del corpo in modo più rapido.
Utilizzi in cucina del Tarassaco
Il tarassaco viene utilizzato in cucina principalmente per i suoi fiori sbocciati e le foglie fresche. Queste ultime, in particolare, sono un ingrediente molto apprezzato nelle insalate, soprattutto se raccolte giovani, poiché risultano più tenere e meno amare. Le foglie più mature, che si trovano alla base della pianta, vengono generalmente impiegate cotte, come si faceva in passato, per preparare minestre, zuppe e minestroni. Inoltre, i fiori, in alcune regioni d’Italia, vengono messi sott’aceto e consumati in modo simile ai caperi.
Le foglie di tarassaco possono essere lessate e utilizzate per preparare frittate, zuppe e omelette, offrendo un sapore unico e leggermente amaro che ben si sposa con altri ingredienti. Vediamo alcune ricette semplici che ne sfruttano appieno le qualità.
Una delle preparazioni più semplici e gustose è la frittata al tarassaco. Per realizzarla, occorrono 500 grammi di foglie di tarassaco, 100 grammi di pancetta e un uovo per ogni persona. Per prepararla, si inizia sminuzzando la pancetta e facendola rosolare in padella. Nel frattempo, le foglie di tarassaco vanno sbollentate, poi tritate finemente e aggiunte alla pancetta. A parte, si sbattono le uova con un pizzico di sale e si uniscono al composto di pancetta e tarassaco. La frittata si cuoce su entrambi i lati nella stessa padella, ottenendo un piatto saporito e nutriente.
Un’altra ricetta originale è quella dei boccioli di tarassaco sott’aceto, che possono essere consumati come fossero capperi. Per prepararli, serve una manciata di boccioli di tarassaco, aceto quanto basta e il succo di un limone. Si procede bollendo i boccioli in acqua salata e acidulata con il succo di limone per cinque minuti, poi si scolano e si lasciano raffreddare. Una volta ben asciugati, si mettono in un vasetto di vetro e si coprono con aceto di vino bianco. Il risultato è un ingrediente versatile, ideale per arricchire insalate o piatti a base di carne e pesce.
Infine, con i fiori sbocciati del tarassaco si possono preparare delle frittelle dolci. Per questa ricetta servono quattro tazze di fiori già sbocciati, 150 grammi di farina, un bicchiere di vino bianco secco, un tuorlo, due albumi, un bicchiere di brandy e un cucchiaio di zucchero. Si inizia mescolando la farina setacciata con il vino, il brandy, lo zucchero e un pizzico di sale. A parte, si montano gli albumi a neve e si incorporano al composto. I fiori lavati e asciugati vengono immersi nella pastella e poi fritti in olio caldo. Le frittelle si servono immediatamente, magari accompagnate da un’insalatina di tarassaco per restare in tema con l’ingrediente principale.
Controindicazioni del Tarassaco
L’assunzione di tarassaco può comportare alcune controindicazioni. In particolare, questa pianta è sconsigliata per le persone che soffrono di patologie dell’apparato cardiaco e renale, poiché il suo elevato contenuto di potassio potrebbe aggravare tali condizioni. Inoltre, chi soffre di gastrite, ulcera, reflusso gastrico o calcolosi biliare dovrebbe evitare il tarassaco, poiché può aumentare l’acidità di stomaco e causare disturbi all’apparato digerente. Anche le persone che assumono farmaci diuretici dovrebbero fare attenzione, poiché il tarassaco, ricco di potassio e flavonoidi, potrebbe causare un eccesso di potassio nel sangue, una condizione nota come iperkaliemia. Infine, il tarassaco non è consigliato durante la gravidanza e l’allattamento.
Il tarassaco può anche interagire con alcuni farmaci. Ad esempio, se si sta seguendo una terapia antibiotica con ciprofloxacina, levofloxacina o moxifloxacina, è importante usare il tarassaco con cautela, poiché potrebbe ridurre l’assorbimento di questi antibiotici e diminuirne l’efficacia. Inoltre, il tarassaco può influenzare i farmaci per il fegato, aumentandone i livelli ematici. Poiché ha un effetto diuretico, può rallentare l’eliminazione del litio dall’organismo, aumentando la sua concentrazione nel sangue. Pertanto, è sempre consigliabile consultare un medico prima di utilizzare integratori a base di erbe.
Per quanto riguarda i disturbi alla tiroide, è necessario prestare particolare attenzione. In caso di problemi tiroidei, come la tiroide di Hashimoto, è consigliabile limitare l’assunzione di tarassaco alla sola tisana, non superando le tre tazze al giorno e preparando la tisana con 5 grammi di tarassaco in 250 millilitri di acqua. Alcuni studi suggeriscono che il tarassaco può aiutare a regolare alcuni sintomi associati ai disturbi endocrini, come la stitichezza e l’irregolarità intestinale, così come i dolori articolari. Tuttavia, chi segue una terapia ormonale per la regolazione della tiroide dovrebbe evitare di assumere tarassaco sotto forma di tintura madre, decotto o estratto secco, poiché questi preparati possono avere concentrazioni diverse di principi attivi. È consigliabile consultare un endocrinologo per stabilire la dose appropriata
Curiosità sul Tarassaco
Il tarassaco è una pianta che suscita diverse curiosità legate al suo simbolismo e alle sue caratteristiche. Questo fiore è noto per rappresentare il ciclo della vita, grazie alla sua sorprendente capacità di riprodursi. In primavera, quando si pensa alla fertilità, il tarassaco diventa un simbolo particolarmente adatto: il suo fiore giallo brillante disperso dal vento è un emblema della fertilità e della rinascita. Inoltre, i suoi fiori gialli sono spesso associati alla gioia e alla felicità.
Il tarassaco è anche visto come un simbolo del sole e della luna, rappresentando la loro connessione infinita. Il fiore giallo, caldo e luminoso, simboleggia il sole, mentre il soffione, con i suoi semi bianchi, evoca la luna.
Una delle credenze più diffuse riguardanti il tarassaco è che i suoi semi, soffiati via dal soffione, possano esaudire i desideri. Per esprimere un desiderio, si deve trovare un fiore maturo trasformato in soffione, fare un respiro profondo e poi soffiare i semi nell’aria. Questa pratica si basa sull’idea che i semi, evolutivamente progettati per viaggiare lontano grazie al vento, trasportano simbolicamente i nostri desideri verso il cielo, dove si spera che gli dei celesti li ascoltino e li esaudiscano.
Il tarassaco è conosciuto con vari nomi comuni che riflettono le sue caratteristiche distintive. Il termine “soffione” deriva dalla palla lanuginosa di semi che caratterizza la pianta quando i fiori maturano. Il soprannome “piscialetto” si riferisce alle proprietà diuretiche e depurative della radice del tarassaco. In inglese, la pianta è comunemente chiamata “dandelion“, anche se il suo nome botanico rimane “taraxacum“.
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