Il rabarbaro è una pianta erbacea perenne proveniente dalla Cina che possiamo coltivare anche nell’orto
Rabarbaro: specifiche e proprietà. Il rabarbaro è una pianta erbacea perenne proveniente dalla Cina che possiamo coltivare anche nell’orto. Il rabarbaro, spesso erroneamente considerato un frutto, è in realtà una verdura. Utilizzata da secoli nella cucina tradizionale e nella medicina cinese, la pianta (Rheum rhabarum) ha guadagnato fama anche in Europa dopo le colonizzazioni in Asia. Le sue proprietà digestivo-depurative, lassative e rinfrescanti sono state ampiamente sfruttate dalle popolazioni del Tibet, della Cina e della Mongolia. Inoltre, è noto per le sue proprietà antinfiammatorie, antibatteriche e antimicotiche. Nella cucina naturale, si utilizzano i piccioli delle foglie, mentre le foglie stesse possono essere cucinate con moderazione, poiché contengono acido ossalico in grado di causare disturbi renali se assunte in eccesso.
La stagione ideale per raccogliere il rabarbaro va da aprile fino all’autunno, con una pausa durante l’estate, mentre l’ultimo raccolto avviene con l’arrivo dei primi freddi. Cresce spontaneamente in Asia ed Europa ma può essere coltivato. È disponibile nei supermercati come prodotto fresco o in forma di marmellata a tocchetti e si riconosce per il suo apparato rizomatoso che cresce stagione dopo stagione, assomigliando a un grosso sedano con gambo rosso.
Proprietà del rabarbaro
Il rabarbaro viene utilizzato nella medicina cinese, dove il rizoma viene essiccato e polverizzato per preparare decotti e tisane, o viene estratto in forma alcolica per uso interno ed esterno. È impiegato principalmente per trattare disturbi del fegato e dell’intestino, stimolandone l’attività, favorendo la depurazione e facilitando la produzione di bile e secrezioni gastriche. Inoltre, grazie alle sue proprietà, viene utilizzato come antiparassitario naturale nell’orto.
Esistono diverse varietà di rabarbaro. La più pregiata è la Rheum palmatum, coltivata principalmente per scopi ornamentali in Cina. La Rheum officinale, invece, è utilizzata nella produzione di farmaci tradizionali e nella fitoterapia. Il Rheum rhabarbarum è destinato all’alimentazione ed è la varietà più comune in cucina, specialmente nel mondo anglosassone. Viene impiegato soprattutto per preparazioni dolci come crostate, marmellate e confetture, oltre a bevande e tisane dalle proprietà lassative. È spesso accoppiato alle fragole o all’arancia per creare gustose combinazioni.
Utilizzi del rabarbaro
Il rabarbaro può essere impiegato in diversi modi per la cura dei capelli e della pelle. Sui capelli, agisce purificando il cuoio capelluto, regolando il sebo e contrastando la presenza di funghi. Ha anche proprietà tintorie, che risultano più evidenti sui capelli chiari, rendendoli ancora più biondi, mentre sugli scuri crea sfumature luminose.
Sulla pelle, grazie alla presenza di polifenoli e tannini, viene utilizzato in estratto aggiunto a prodotti abbronzanti come creme e lozioni. Questo aiuta a stimolare la produzione di melanina e allo stesso tempo a preservare la giovinezza della pelle grazie alla sua azione antiossidante.
I principi attivi del rabarbaro hanno proprietà antimicrobiche, aiutano a ridurre il colesterolo cattivo, migliorano la salute dell’intestino riducendo la permeabilità della mucosa e favoriscono l’eliminazione di batteri e tossine.
Per assumerlo come infuso o tisana, si consiglia di utilizzare 5 grammi di radice essiccata in una tazza di acqua bollente, aggiungendo 2 grammi di bicarbonato. Dopo aver lasciato in infusione per 5-6 minuti, si filtra e si può dolcificare a piacere. Assunto prima dei pasti, può favorire la salute di fegato e intestino, mentre assunto prima di coricarsi può essere utile contro la stitichezza.
In commercio, è disponibile anche sotto forma di integratore, solitamente in compresse costituite da erbe essiccate e compattate.
Che gusto ha il rabarbaro
Il rabarbaro può avere diversi sapori a seconda della varietà e del colore del gambo e della polpa. Le varietà con gambo e polpa verdi tendono ad avere un sapore amaro e piuttosto aspro, come nel caso delle varietà Riverside Shore, Giant e Turco. Al contrario, le varietà con gambo e polpa rosse hanno un gusto più dolce, come nel caso delle varietà Victoria, Canada Red, McDonald Canadian Red e Colorado Red. Per quanto riguarda le varietà con gambo rosso e polpa verde, esse presentano un sapore quasi dolce, ma con un leggero retrogusto acido, come nel caso delle varietà The Sutton e Sunrise.
Il colore del rabarbaro è simile a quello del sedano, con un grosso gambo fibroso di colore rosso o rosato, a cui sono attaccate grandi foglie. Le foglie possono essere verdi o presentare sfumature che virano verso il giallo e il rosso, a seconda della varietà.
Dove piantare il rabarbaro
Il rabarbaro prospera meglio in climi freschi, quindi è consigliabile coltivarlo in zone di montagna o collina. In luoghi con temperature molto elevate, è preferibile optare per zone ombreggiate e poco esposte al sole.
Il rabarbaro è una pianta erbacea perenne che cresce da rizomi. Il suo apparato vegetativo può raggiungere un’altezza massima di circa 2 metri, partendo dal fusto principale che cresce orizzontalmente sotto terra.
Per seminare il rabarbaro, si può iniziare nel mese di marzo in un semenzaio protetto. Successivamente, tra aprile e giugno, le piantine possono essere trasferite nell’orto, preferibilmente in una zona ben esposta al sole, mantenendo una distanza di circa 1 metro tra una fila e l’altra.
Utilizza il rabarbaro in cucina
In cucina, il rabarbaro viene spesso utilizzato per preparare marmellate e chutney, ottimi per accompagnare formaggi e altri piatti salati. Mescolato con frutti come fragole, è ideale per preparare confetture per crostate, biscotti o da spalmare sul pane tostato a colazione.
Per preparare il rabarbaro fresco, è importante eliminare prima le foglie e poi la parte esterna con un coltello, rimuovendo tutti i filamenti presenti sulle coste. Successivamente, si taglia a tocchetti, in base alla ricetta che si intende preparare.
Il rabarbaro può essere consumato anche crudo, aggiunto alle insalate affettato sottilmente o a julienne per un tocco croccante, frullato nei frappè di frutta, o spolverato di miele, zucchero o sciroppo d’acero come snack salutare.
Tra le ricette più gustose, si segnala il cake al rabarbaro. Per prepararlo, si mescolano farina, zucchero, uova, burro e lievito, aggiungendo infine il rabarbaro tagliato a pezzetti e cuocendo in forno per circa 40 minuti.
Un’altra delizia è il Rhubarb Crumble, una ricetta tipica britannica. La versione classica è spiegata dallo chef James Martin su BBC Food.
Controindicazioni del rabarbaro
Il consumo di rabarbaro è sconsigliato durante la gravidanza e l’allattamento, così come per i bambini sotto i due anni di età. Non è consigliato per chi soffre di ulcere gastriche, calcolosi renale o emorroidi, a causa della presenza di acido ossalico.
La letteratura scientifica riporta diversi effetti collaterali associati al consumo di questa pianta. Si consiglia di evitare il consumo in presenza di appendicite, malattie renali, calcoli, malattie infiammatorie intestinali come il morbo di Crohn, la colite e la sindrome dell’intestino irritabile, nonché in caso di ostruzioni intestinali, mal di stomaco o problemi epatici.
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