Perché le cose dette da “Il Post” sul videomessaggio di Giorgia Meloni sono fuorvianti

Proviamo a fare il fact checking del fact checking a “Il Post” sul videomessaggio pubblicato dalla premier

Perché le cose dette da ilPost sul videomessaggio di Giorgia Meloni sono fuorvianti
Giorgia Meloni, in un video lungo più di sei minuti, tra le altre cose ha detto: “La pressione migratoria che l’Italia sta subendo dall’inizio di quest’anno è insostenibile, figlia di una congiuntura internazionale difficilissima che mette insieme problemi che già avevano i paesi africani a una situazione di instabilità crescente, particolarmente nella zona del Shael. Un quadro difficilissimo tra colpi di stato, calamità naturali, guerra del grano, jihadismo che potrebbe portare diverse decine di milioni di persone a voler lasciare la propria nazione per cercare un futuro migliore in Europa. È evidente però che l’Europa non può accogliere questa massa enorme di persone“.

Poi ha aggiunto: “Agli italiani voglio dire: non abbiamo cambiato idea ma ci vorrà tempo“.

Infine ha detto: “Mi rivolgo a chi vuole entrare illegalmente in Italia: sarete trattenuti e rimpatriati“.

Fact checking

Il Post ha fatto una specie di fact checking per dimostrare che le cose dette da Meloni sono o fuorvianti o proprio false.

Il Post, per chi non lo sapesse, è un giornale progressista e di conseguenza molto lontano dall’ideologia politica del governo attuale. Quindi più che di fact checking si può tranquillamente parlare di un attacco politico.

Proviamo a fare il fact checking del fact checking a Il Post.

Giorgia Meloni:
La pressione migratoria che l’Italia sta subendo dall’inizio di quest’anno è insostenibile

Il Post:
Secondo i dati del ministero dell’Interno dall’inizio del 2023 a oggi sono arrivate via mare in Italia 127.207 persone, lo 0,21 per cento della popolazione italiana, quasi tutti richiedenti asilo. Sono numeri che non erano così alti almeno dal 2016, ma che rimangono assolutamente gestibili per uno dei paesi più ricchi e sviluppati al mondo. Ormai da una quindicina d’anni l’Italia accoglie un flusso di persone solitamente più contenuto ma tutto sommato simile, e ha strutture e mezzi per occuparsene. Nel 2017, quando arrivarono via mare 119mila migranti, l’Italia spese per l’accoglienza di migranti e richiedenti asilo circa 2,7 miliardi di euro, lo 0,15 per cento del PIL di quell’anno.

FonteUfficiale:
Lo 0,21% citato senza calcolare gli arrivi degli anni passati (non solo via mare ma anche via terra di immigrati non africani) e i figli degli immigrati è fuorviante.

Se calcoliamo solo gli ultimi 15 anni, prendendo come unità di misura lo 0,21%, viene: 3,15%. Se, invece, facciamo una media di 120 mila arrivi all’anno per 15 anni viene 1 milione e 800 mila.

Questo, però, è solo il numero degli arrivi degli ultimi 15 anni. Gli arrivi, però, ci sono da decenni. Poi, come detto, ci sono i figli degli immigrati. Insomma, lo 0,21% è ridicolo.


Giorgia Meloni:
Un quadro difficilissimo fra colpi di stato, calamità naturali, guerra del grano, jihadismo, che potrebbe portare diverse decine di milioni di persone a voler lasciare la propria nazione per cercare un futuro migliore in Europa

Il Post:
Secondo Meloni l’aumento di arrivi in Italia via mare dipende da una presunta “congiuntura internazionale” che porterà nel tempo sempre più persone a migrare dall’Africa, ma il dato che cita è fortemente esagerato. Diversi studi sostengono che gli africani migrino di meno, in media, rispetto al resto del mondo. E quando lo fanno si spostano soprattutto all’interno del continente africano. Un rapporto dell’ONU mostra che fra il 2000 e il 2017 la percentuale di migranti africani che sono arrivati in Europa è rimasta la stessa: sono stati il 26 per cento, poco più di un quarto del totale.

FonteUfficiale:
Quindi, ogni anno, dal 2000 al 2017, c’è stato un 26% sistematico di immigrazione dall’Africa. Tantissimo!

Per il resto, è fuorviante usare l’espressione “fortemente esagerato” citando studi per avvalorare una tesi col solo scopo di sostenere che quello che sta accadendo nei paesi africani (le rivolte, i golpe, alcuni presumibilmente fomentati dalla Wagner in quei paesi) non è la conseguenza primaria di questo esagerato arrivo di migranti. Negarlo è un insulto all’intelligenza!


Giorgia Meloni:
Fermare a monte i trafficanti di esseri umani e l’immigrazione illegale di massa, concentrarsi sulla difesa dei confini esterni e non sulla distribuzione dei migranti: questo cambio di paradigma è oggi scritto nero su bianco nelle conclusioni del Consiglio Europeo

Il Post:
Meloni si riferisce verosimilmente alle conclusioni del Consiglio Europeo, cioè l’organo dell’Unione che raduna i 27 capi di stato e di governo, che si è tenuto il 9 febbraio 2023, l’unico in cui si è parlato in maniera estesa di migrazioni.

Giorgia Meloni:
Come si realizza? […] Con una missione europea, anche navale se necessario, in accordo con le autorità del Nord Africa per fermare la partenza dei barconi

Il Post:
Meloni sembra riproporre una delle sue vecchie promesse elettorali, cioè un blocco navale per fermare con la forza le partenze dei migranti. È un’idea irrealizzabile ed estremamente problematica.
Un blocco navale inoltre sarebbe problematico perché le leggi europee e italiane vietano di sparare o speronare imbarcazioni dove sono presenti potenziali richiedenti asilo, ovviamente, ma anche perché fermare queste imbarcazioni equivarrebbe a un respingimento di massa. I respingimenti indiscriminati di persone che vogliono chiedere protezione in un certo stato sono esplicitamente vietati dall’articolo 33 della convenzione sullo status dei rifugiati firmata a Ginevra nel 1951, e dal protocollo 4 che integra la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, entrato in vigore nel 1968.

FonteUfficiale:
A quanto pare non rispettato da Grecia e Spagna che sparano e manganellano i migranti.

I paesi europei hanno una doppia faccia: ufficialmente firmano patti, parlano di diritti e bacchettano gli altri paesi, poi si scopre che in Francia prendono a calci i migranti che tentano di oltrepassare il confine con l’Italia, in Spagna e Grecia sparano, in Polonia alzano i muri, la Gran Bretagna li mette sulle zattere, ecc.

I media progressisti parlano sempre e solo dei diritti umani dell’immigrato e dimenticano che anche le persone che devono subire l’immigrazione hanno dei diritti. Una persona costretta a subire qualcosa che non vuole sta subendo una violazione dei diritti. Gli indiani d’America che hanno subito l’invasione nostra hanno subito una violazione dei diritti umani. Immaginiamo l’ipotetico articolo de Il Post in cui prova a spiegare al nativo americano che è razzista perché non vuole accogliere i cowboy.


Giorgia Meloni:
Penso al quotidiano tentativo di alcune forze politiche e influenti realtà di sostenere che la Tunisia sarebbe un regime oppressivo con il quale non si possono fare accordi, di dichiarare persino che la Tunisia non sarebbe un porto sicuro

Il Post:
La Tunisia è un paese a guida autoritaria in cui negli ultimi anni il presidente Kais Saied ha limitato l’autonomia del potere giudiziario, sciolto il Consiglio superiore della magistratura, represso con violenza varie manifestazioni di protesta, fatto imprigionare vari oppositori politici, giornalisti e sindacalisti. Negli ultimi mesi ha addossato le responsabilità di una gravissima crisi economica e sociale ai migranti dell’Africa subsahariana che erano già presenti nel paese, che oggi sono sottoposti a violenze e discriminazioni quotidiane.
Molti esperti di migrazione non ritengono che la Tunisia possa qualificarsi come “porto sicuro”, cioè un paese nel quale si possa concludere un’operazione di soccorso in mare. La legislazione sullo stato di diritto è incompleta e in questi anni è stata di fatto smantellata da Saied. Con la recente campagna di discriminazione, inoltre, il rispetto dei diritti umani dei migranti subsahariani non è per nulla garantito, e riportarli in Tunisia dopo un soccorso violerebbe probabilmente diversi trattati internazionali sul rispetto dei diritti dei richiedenti asilo.

FonteUfficiale:
Se Malta, un paese minuscolo, è riuscito a fare un accordo con la Libia, perché non dovrebbe riuscirsi l’Italia con un paese come la Tunisia? La Tunisia è a guida autoritaria? Sono etichettature dell’Occidente.

Noi occidentali ci nascondiamo dietro la facciata della democrazia ma c’è ugualmente l’autoritarismo anche da noi (in forme diverse). Certo, in quei paesi cosiddetti autoritari si usa anche eliminare fisicamente gli avversari politici, ma avviene anche nelle democrazie (in modalità più pulite). I nostri civilissimi paesi occidentali hanno le mafie che fanno il lavoro sporco eliminando magistrati e altre illustri personalità.


Giorgia Meloni:
Se entrate illegalmente in Italia sarete trattenuti e rimpatriati

Il Post:
Le leggi italiane ed europee prevedono che chiunque possa entrare in Italia e nell’Unione Europea per chiedere asilo, a prescindere dalle circostanze del suo ingresso. Il comma 4 dell’articolo 10 del Testo Unico sull’immigrazione vieta esplicitamente di respingere persone che chiedono «asilo politico, il riconoscimento dello
status di rifugiato, ovvero l’adozione di misure di protezione temporanea per motivi umanitari». Il decreto legislativo 25 del 28 gennaio 2008 prevede che la richiesta di asilo possa essere fatta nel momento stesso in cui si entra nel territorio italiano.”

FonteUfficiale:
Detta così sembra che chiunque arrivi in un qualsiasi paese d’Europa ha il diritto a restarci. In realtà non è assolutamente così. Infatti ogni anno i vari paesi europei rimpatriano tutte quelle persone che non avevano diritto di stare in Europa.

Nel 2009 in Italia è entrato in vigore il reato contravvenzionale di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato (la cosiddetta legge Bossi Fini), reato già previsto in ordinamenti giuridici di altri stati europei quali ad esempio Gran Bretagna, Francia e Germania.

Il reato apre a un processo anche se vige sempre la possibilità di espulsione immediata. Espulsione spesso solo intimata formalmente, ma scarsamente posta in pratica a causa dell’elevato costo della sua esecuzione e della scarsità delle relative risorse a disposizione.


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