Ci sono dei siti che usano la religione in modo discriminatorio per ottenere visibilità e un ritorno economico grazie agli introiti pubblicitari
Da alcuni giorni gira una notizia che parla di una omelia di un sacerdote. Duramente l’omelia il sacerdote ha affrontato diversi temi, tra cui la pedofilia, l’aborto e la sottomissione.
Ora, se nessun superiore (cardinale, vescovo, Papa) ha preso provvedimenti, è probabile che il sacerdote non ha detto le cose che sostengono questi giornali.
Sottomissione
Probabilmente chi non è abituato ad andare a messa non sa cosa sono le omelie fatte dopo la lettura del vangelo. Le omelie sono considerazioni che fa il sacerdote sul passo del vangelo appena letto: spiegazioni che servono a far capire meglio determinati concetti ai fedeli.
Tra le omelie c’è quella che parla della sottomissione. Chiunque frequenta la chiesa sa benissimo che il sacerdote dice che “la donna deve sottomettersi all’uomo“, e poi viceversa “l’uomo deve sottomettersi alla donna” (abbiamo riassunto il concetto). Poi spiega in cosa consiste questa “sottomissione” reciproca.
Alcuni giornali, giocando sull’ignoranza della gente su questi temi, fanno dei tagli e pubblicano solo la parte della sottomissione femminile. Cosa non vera, basta riascoltare tutta l’omelia.
Pedofilia e aborto
Il sacerdote avrebbe affermato che l’aborto è più grave della pedofilia. Anche se lo avesse affermato davvero, tecnicamente l’aborto è una parola che indica l’interruzione di gravidanza. Per la Chiesa questo è paragonato ad un omicidio. E tecnicamente l’omicidio è penalmente più grave dell’abuso sessuale su minore.
La pedofilia è un abuso sessuale che si compie ai danni di neonati, bambini e adolescenti. L’aborto è un omicidio (questo ritiene la Chiesa) ai danni di quello che sarà un neonato, bambino, adolescente.
Legge sulla discriminazione
Questi siti hanno pubblicato, senza consenso, anche i dati anagrafici del sacerdote (pratica che dovrebbe essere vietata dai siti ospitati su Google News), mettendo in pericolo la sua incolumità.
Questi siti, inoltre, raccontano in modo volutamente errato, offensivo e caricaturale, le cose che riguardano una religione.
Se nella legge sulle discriminazioni rientrano anche le religioni, bisognerebbe denunciare questi siti.
Devi sapere che...
Seguiamo molte testate giornalistiche e siti di informazione per avere molteplici punti di vista, comprendere meglio la situazione che ci circonda e riuscire a spiegare bene le cose a voi che leggete. Studiamo lo stile nella comunicazione, studiamo i contenuti, cerchiamo di capire quali sono le notizie più importanti, quali interessano di più e quali di meno.
Non vogliamo, però, diventare l'ennesimo sito di parte, ma vogliamo raccontare le notizie per quelle che sono: senza ideologie o opinioni personali che alterano la notizia. E vogliamo farlo utilizzando un linguaggio semplice.
Se, però, abbiamo qualcosa da dire lo facciamo, come in questo caso, in un articolo in cui è ben evidenziato che si tratta di un'opinione.
Altri siti, invece, prendono una notizia da un'agenzia di stampa o da una testata giornalistica di oltreoceano e la infarciscono di opinioni e ideologie. Tanti siti di informazione sono di parte, sia quando affrontano la tematica politica sia quando si tratta di tematiche sociali. Non c'è nulla di male ad essere di parte. E' male quando fai credere di non esserlo.
Molte volte i lettori di questi siti sono convinti che le notizie che stanno leggendo non sono di parte, ma in realtà è il contrario. I temi che affrontano e il modo in cui comunicano alcuni siti sono di parte. Basterebbe fare un sondaggio e chiedere ai loro abbonati che tendenze politiche hanno per scoprire facilmente se un sito è di parte oppure no.
Potrebbero interessarti anche questi articoli:
FONTEUFFICIALE.it riassume le notizie pubblicate dalle agenzie di stampa e da altri media autorevoli (come Ansa, Agi, AdnKronos, Corriere della Sera, ecc..), quindi non è direttamente responsabile di inesattezze. Se, però, ritieni che un nostro articolo debba essere modificato o eliminato puoi farne richiesta [ scrivendo qui ].
Per ricevere i nostri aggiornamenti e restare informato ti invitiamo a seguirci sul nostro profilo ufficiale di Google News.