Negli Stati Uniti il consumo di marijuana ha superato quello del tabacco?

Il 16% degli adulti fuma la marijuana (in crescita del 4% rispetto al 2021), mentre quelli che fumano le tradizionali sigarette in tabacco sono il’11% (dal 45% degli anni ’50)

Negli Stati Uniti il consumo di marijuana ha superato quello del tabacco?
Negli Stati Uniti il consumo di marijuana ha superato quello del tabacco. Secondo i dati di Gallup, società di analisi e consulenza americana con sede a Washington, D.C., l’uso della marijuana ha superato quello per il tabacco. Infatti, il 16% degli adulti ha dichiarato di fumare la marijuana (in crescita del 4% rispetto al 2021), mentre quelli che fumano le vecchie sigarette (in tabacco) sono il’11% (dal 45% degli anni ’50).

Sono 19 gli Stati americani dove la marijuana ricreativa è permessa, e altri 6 dovrebbero tenere il referendum a novembre. Invece, quelli che consentono l’uso medico della marijuana sono 37.

Il primo aprile scorso la Camera dei deputati ha approvato una legge per decriminalizzare la cannabis a livello federale, e a luglio il leader della maggioranza democratica al Senato, Schumer, ha presentato il “Cannabis Administration and Opportunity Act“, per toglierla dall’elenco nazionale delle sostanze controllate.

Le autorità stimano che il mercato della cannabis valga 4,6 miliardi di dollari all’anno nel solo Stato di New York (che saliranno a 5,8 nel 2027). A New York, infatti, l’uso medico della marijuana era legale dal 2014, ma ora si è aggiunto quello ricreativo. Il processo per l’assegnazione delle licenze dei “Conditional Adult-Use Retail Dispensary” è appena cominciato, e darà la precedenza ai cittadini che erano stati condannati per reati legati all’uso delle cosiddette droghe leggere prima della decriminalizzazione.

Sulle vendite verranno imposte tasse statali del 9% e locali del 4%. L’ufficio del governatore prevede che lo stato guadagnerà circa 363 milioni di dollari all’anno, e verranno creati fra 30mila e 60mila posti di lavoro. Il 40% dei ricavi fiscali verrà investito nelle comunità più colpite dalla “guerra alle droghe” (cioè quelle nere e ispaniche), un altro 40% andrà alle scuole pubbliche, e il restante 20% ai programmi per trattare e prevenire la tossicodipendenza.

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