Hipster sta ad indicare una subcultura di persone giovani borghesi che si interessano alla cultura alternativa e di nicchia
Chi sono gli Hipster? Secondo l’Accademia della Crusca, la parola Hipster indica “un giovane tendenzialmente disinteressato alla politica e con velleità fortemente anticonformiste, che si riconosce per atteggiamenti stravaganti e abbigliamento eccentrico e variopinto“.
Chi sono gli Hipster?
Hipster sta ad indicare una subcultura di persone giovani borghesi che si interessano alla cultura alternativa e di nicchia.
Gli appartenenti alla “cultura hipster” conoscono e sanno usare la tecnologia, ma preferiscono condurre uno stile vintage (come dimostrato anche nel loro modo di vestire). Gli hipster, infatti, si circondano di gadget vintage, indossano jeans skinny, t-shirt molto basic, scarpe come sneakers o espadrillas, e camicie a quadri. Spesso, però, accostano agli accessori vintage altri più moderni, mangiano bio o vegetariano, si interessano a musica, arte e cinema di nicchia.
Comunemente l’hipster è di sesso maschile ma non è escluso che una ragazza/donna possa sentirsi appartenente a questa corrente. Tra gli uomini, uno degli elementi di riconoscimento è una folta barba o baffi dalla forma molto particolare, anch’essi retrò.
L’hipster è uno studioso (magari laureato), spesso libero professionista che non ama i brand commerciali ma uno stile tutto suo, realizzato con capi ricercati (non necessariamente costosi).
Si interessa di cultura ed arte, non ama le discoteche ed i luoghi tipici della movida. È alla ricerca di locali particolari in cui sorseggiare una buona birra, magari artigianale.
Per spostarsi non ama le auto di lusso e i suv, ma predilige spostarsi in bicicletta. Ama viaggiare, ma i resort di lusso non sono il suo forte. In genere alla “vacanza” preferisce il “viaggio“. Non pianifica le sue mete ma sceglie un luogo di partenza ed ama godersi le emozioni e le sensazioni dell’avventura.
Difficilmente frequenta le palestre, ma non significa che non abbia cura del proprio corpo, tutt’altro. Ama la tecnologia ed è in genere molto attento alle nuove uscite.
Dal 2010 si parla addirittura di “Generazione hipster“, tanto che nelle capitali europee più importanti ci sono dei veri e propri quartieri legati a questa subcultura. Ad esempio: a Londra i quartieri di Hoxton e Shoreditch; a Parigi il quartiere di Belleville; a Berlino quello di Prenzlauer Berg; negli Stati Uniti il quartiere di Williamsburg a Brooklyn. In Italia è possibile trovarli soprattutto a Milano, Roma, Bologna, Napoli.
Origine del termine Hipster
L’origine del termine “Hipster” risale agli anni ’40 (quando la parola fu coniata negli Stati Uniti).
La parola è formata da “hip” (che significa “aggiornato”, “all’ultima moda”) e dal suffisso “-ster” (che in inglese indica un “soggetto che fa qualcosa”).
Il termine “hipster” sostituì “hepcat“, una parola che indicava gli appassionati di “hot jazz” e “bebop” e che volevano distinguersi dagli amanti dello “swing“. Di solito erano ragazzi bianchi, di classe media che cercavano di condurre lo stesso stile di vita dei jazzisti afroamericani.
L’etimologia del termine è incerta. I jazzisti utilizzavano il termine “hep” per indicare gli appassionati di jazz. Potrebbe, però, essere ricondotto anche al termine “hipi“, un modo gergale in cui gli afroamericani dicevano “apri gli occhi” (“open eyes“). Infine, potrebbe derivare da “hop“, termine utilizzato per indicare l’oppio. In ogni caso, però, la parola “hipster“, oggi, ha assunto un significato diverso da quello del passato.
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