L’istruzione parentale rappresenta un’alternativa alla tradizionale frequenza scolastica e consente ai genitori di educare direttamente i propri figli
Cos’è l’educazione parentale? L’istruzione parentale, anche conosciuta come homeschooling o home education, rappresenta un’alternativa alla tradizionale frequenza scolastica e consente ai genitori di educare direttamente i propri figli. Questa pratica è regolamentata da specifiche norme legislative che stabiliscono obblighi e requisiti per intraprendere un percorso educativo/formativo al di fuori delle scuole tradizionali. Tuttavia, spesso vi è una scarsa conoscenza delle regole che disciplinano l’istruzione parentale, generando confusione e dubbi.
La possibilità per i genitori di scegliere questa modalità di istruzione è garantita dalla Costituzione, in particolare dall’articolo 34, che stabilisce che la scuola è aperta a tutti. L’istruzione parentale richiede che i genitori presentino al dirigente scolastico della scuola più vicina una dichiarazione annuale attestante la loro capacità tecnica o economica per fornire l’istruzione ai propri figli. Il dirigente scolastico è responsabile di verificare la validità di questa dichiarazione.
Inoltre, per garantire che l’obbligo di istruzione venga rispettato, il minore che riceve istruzione parentale è tenuto a sostenere un esame di idoneità per essere promosso all’anno successivo. Più recentemente, è stato stabilito che i genitori devono presentare annualmente una comunicazione preventiva al dirigente scolastico del loro territorio di residenza. Gli studenti che ricevono istruzione parentale devono sostenere l’esame di idoneità per il passaggio alla classe successiva come candidati esterni presso una scuola statale o paritaria fino a quando non avranno completato l’obbligo di istruzione.
La supervisione sull’adempimento dell’obbligo scolastico spetta al dirigente scolastico della scuola coinvolta e anche al sindaco del comune. In questo modo, si cerca di garantire che l’istruzione parentale avvenga nel rispetto delle norme e degli standard educativi.
Cos è e come funziona l’istruzione parentale
L’istruzione parentale, comunemente nota come “educazione parentale“, rappresenta una forma di istruzione in cui i genitori assumono la responsabilità di fornire un’adeguata educazione ai propri figli al di fuori del sistema scolastico tradizionale. Questa pratica si è diffusa notevolmente negli ultimi anni, soprattutto in risposta alle esigenze delle famiglie durante la pandemia.
Durante l’anno scolastico 2020-2021, il Ministero dell’Istruzione ha registrato oltre 15.000 famiglie coinvolte nell’home schooling, un aumento significativo rispetto ai poco più di 5.000 casi del 2018-2019. Questo trend riflette l’interesse crescente delle famiglie nell’assumere un ruolo diretto nell’educazione dei propri figli.
Il dovere e il diritto dei genitori di mantenere, istruire ed educare i propri figli sono sanciti nell’articolo 30 della Costituzione italiana. Questo articolo sottolinea la centralità del genitore nel processo educativo dei figli e le relative responsabilità.
L’educazione parentale è un percorso di istruzione autogestito a livello familiare, al di fuori del sistema scolastico statale o equiparabile. I genitori che scelgono questa forma di istruzione assumono personalmente l’onere di organizzare e gestire l’educazione dei propri figli. A seconda delle circostanze, questa pratica può coinvolgere sia un approccio completamente familiare, con i genitori come principali insegnanti, sia l’assistenza di insegnanti privati.
Indipendentemente dall’approccio adottato, i genitori devono presentare una dichiarazione al dirigente scolastico della scuola più vicina alla loro residenza. Questa dichiarazione attesta il possesso delle competenze, delle risorse tecniche ed economiche necessarie per fornire un’istruzione adeguata ai propri figli. La validità di questa dichiarazione è annuale e richiede un rinnovo per confermare l’intenzione di continuare con l’educazione parentale.
Il dirigente scolastico ha il compito di verificare la veridicità della dichiarazione e di supervisionare l’osservanza dell’obbligo scolastico da parte dei genitori. Anche il sindaco del comune di residenza svolge un ruolo di controllo, intervenendo in caso di segnalazioni di irregolarità o mancati adempimenti relativi agli esami.
Per avanzare alla classe successiva, gli studenti coinvolti nell’educazione parentale devono superare un esame, che viene svolto presso una scuola statale o paritaria come candidati esterni. Questa prova è essenziale per garantire che il processo educativo seguito sia conforme alle normative stabilite. In questo modo, l’istruzione parentale in Italia è soggetta a un rigoroso sistema di controllo per garantire la qualità dell’educazione fornita ai bambini e ai giovani coinvolti.
I motivi dietro la scelta dello studio parentale
La scelta dell’istruzione parentale è influenzata da diversi motivi, che possono variare da famiglia a famiglia. Questi motivi sono attentamente valutati dai genitori al fine di prendere una decisione informata sulla migliore forma di istruzione per i propri figli.
Uno dei motivi principali per cui alcune famiglie scelgono l’homeschooling è legato agli impegni professionali dei genitori. Molte famiglie si trovano nella situazione in cui uno dei genitori ha un lavoro che richiede frequenti spostamenti da una città all’altra o persino da un paese all’altro. Questi spostamenti possono creare notevoli difficoltà per i bambini, che devono affrontare continui cambi di scuola, amici e insegnanti. Per evitare lo stress psicologico che può derivare da questa situazione, alcune famiglie preferiscono insegnare ai propri figli a casa, all’interno dell’ambiente familiare. In questo modo, possono garantire una maggiore stabilità e continuità nell’istruzione dei loro figli.
Un altro motivo per cui alcune famiglie optano per l’istruzione parentale è legato agli impegni degli stessi studenti. Ad esempio, chi pratica uno sport a livello agonistico spesso deve affrontare viaggi e competizioni in luoghi diversi. Questi continui spostamenti rendono difficile la partecipazione a una scuola tradizionale. Pertanto, alcune famiglie scelgono l’homeschooling per consentire ai loro figli di dedicarsi completamente al loro sport e allo stesso tempo ricevere un’istruzione di alta qualità.
Va notato che le motivazioni per l’istruzione parentale possono anche derivare da considerazioni personali, come filosofie educative specifiche o preoccupazioni riguardo al contesto sociale e relazionale della scuola tradizionale. In ogni caso, la scelta di praticare l’homeschooling è una decisione importante che viene presa dopo una valutazione attenta e che mira a garantire il benessere e lo sviluppo educativo dei bambini.
Qualità dell’insegnamento
La qualità dell’insegnamento è una questione critica per alcuni genitori che, percependo il servizio pubblico educativo come inadeguato e carente in termini di qualità, decidono di esplorare alternative come l’istruzione parentale.
La mancanza di fiducia nel corpo docente, programmi considerati datati e metodologie formative ritenute antiquate sono tra i motivi principali per cui molte famiglie scelgono di intraprendere l’istruzione parentale.
La personalizzazione dell’insegnamento è un punto centrale. È ben noto che gli studenti di una classe differiscono notevolmente tra loro, nonostante rientrino nella stessa fascia d’età. Ogni studente ha caratteristiche uniche che determinano esigenze altrettanto uniche. Il sistema scolastico pubblico spesso si basa su programmi standardizzati, incapaci di offrire un approccio adeguatamente personalizzato per ciascun individuo della classe.
L’istruzione parentale diventa così una scelta attraente, consentendo la costruzione di programmi basati sullo studente, tenendo conto delle sue specifiche esigenze, difficoltà e inclinazioni. Questa opzione risulta particolarmente indicata per gli studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES) e Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), i quali presentano obiettivi e tempi di apprendimento completamente diversi rispetto agli altri studenti.
La normativa sull’insegnamento parentale
Sotto il profilo normativo, l’educazione parentale emerge come un ambito estremamente articolato, abbracciando una serie di normative significative. Oltre all’articolo 30 della Costituzione, sono presenti altri punti di riferimento legislativi.
Il Decreto legislativo n. 297 del 16 aprile 1994, all’articolo 111, comma 2 (Testo Unico sull’Istruzione), stabilisce che i genitori o chi ne fa le veci, desiderando assumersi privatamente o direttamente l’incarico dell’istruzione dell’obbligato, devono dimostrare di possedere la capacità tecnica ed economica. È previsto l’obbligo di comunicare annualmente alle autorità competenti tale capacità, impegnandosi così in un processo di verifica periodica.
Il Decreto Legislativo n. 76 del 25 aprile 2005, all’articolo 1, comma 4, riprende sostanzialmente il concetto esposto nel decreto del 1994, richiedendo alle famiglie che intendono assumersi l’istruzione dei minori soggetti all’obbligo di dimostrare la capacità tecnica o economica e comunicare tale capacità alle autorità competenti per controlli appropriati.
Il Decreto Ministeriale n. 489 del 13 dicembre 2001, all’articolo 2, comma 1, indica chiaramente che la vigilanza sull’adempimento dell’obbligo di istruzione è affidata al sindaco o a un suo delegato e ai dirigenti scolastici. Questi ultimi sono incaricati di monitorare il rispetto dell’obbligo scolastico da parte delle famiglie.
La Legge n. 296 del 27 dicembre 2006 sottolinea l’obbligo dell’istruzione per almeno 10 anni, mirato a conseguire un titolo di studio di scuola secondaria superiore o una qualifica professionale entro il diciottesimo anno d’età. Questa legge delinea i termini, gli obiettivi e l’ambito dell’obbligo di istruzione.
La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, articolo 26, approvato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1948, afferma il diritto prioritario dei genitori nella scelta dell’istruzione per i propri figli.
La Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, all’articolo 14, sottolinea il diritto dei genitori di decidere sull’educazione e l’istruzione dei loro figli secondo le proprie convinzioni, nel rispetto delle leggi nazionali che ne regolamentano l’esercizio.
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