Cos’ha detto Papa Francesco a “Che Tempo che fa”

Papa Francesco è stato intervistato da Fabio Fazio a “Che tempo che fa” (su RaiTre). Il Papa ha parlato in collegamento video da Casa Santa Marta, in Vaticano, dove risiede

Cos'ha detto Papa Francesco a Che Tempo che fa
Cos’ha detto Papa Francesco a “Che Tempo che fa”. Papa Francesco è stato intervistato da Fabio Fazio a “Che tempo che fa” (su RaiTre). Il Papa ha parlato in collegamento video da Casa Santa Marta, in Vaticano, dove risiede.

La guerra, “un controsenso della creazione“. I migranti, i poveri e la necessità di “toccare” il dolore dell’altro, “non basta vedere, è necessario sentire“. La “mondanità spirituale” che è “il male più grande della Chiesa” e “fa crescere una cosa brutta, il clericalismo, una perversione della Chiesa“. Quando Fabio Fazio chiede: “si sente mai solo, ha amici?” Il Papa risponde: “Sì, sono un uomo comune, a me piace stare con gli amici, ne ho bisogno. Di amici ne ho pochi ma veri“.

L’intervista completa
Ore 21.36 – “Pregate per me”. E cita De Sica

Il Papa, chiudendo l’intervista, ha chiesto di “pregare per me: e se qualcuno non prega, di mandare energie positive, pensieri positivi». Poi il Papa ha citato un film di De Sica, Miracolo a Milano: «Lì c’era un indovino che mendicava chiedendo 100 lire. Io vi chiedo 100 preghiere“.

Ore 21.33 – “Non guardo la televisione. E la medicina dell’umorismo”

Non guardo la televisione, no. Non la condanno ma non la guardo da anni“. Poi il Pontefice ha parlato del “senso dell’umorismo“: “È una medicina. Io prego per avere il senso dell’umorismo, che ti fa gioioso, ti fa relativizzare le cose, ti fa tanto bene”.

Ore 21.30 — “Da grande volevo fare il macellaio”

Quando andavo a fare la spesa con mia mamma e con mia nonna, vedevo che tutti pagavano il macellaio. E quando mi chiedevano cosa volessi fare da grande, dicevo: ‘Il macellaio, perché ha tanti soldi’. Questo è un po’ l’animo genovese che ho ereditato da parte di mia madre. Anche i piemontesi sono un po’ attaccati i soldi ma dissimulano… Più seriamente: ho lavorato tanto sulla chimica, la vocazione è arrivata a 19 anni quando stavo preparandomi a entrare nella facoltà di medicina. Ma la chimica mi aveva sedotto tanto, mi piaceva“.

Ore 21.28 — “Ho degli amici? Sì”

Se ho degli amici? Sì, certo. Ho pochi amici, ma veri. Mi piace stare con loro. Ho bisogno degli amici. Per questo non sono andato ad abitare nel palazzo pontificio. I papi che mi hanno preceduto erano santi, io non sono tanto santo, non ce l’avrei fatta. Qui parlo con qualcuno, mi faccio degli amici… mi piace vivere con altre persone, è più facile“.

Ore 21.26 — Cosa significa pregare?

Pregare è quello che fa il bambino quando chiama papà, mamma: riconosce i propri limiti. Ma se non riconosci di avere un papà… Dio è padre, e noi lo chiamiamo papà. Quando ti abitui a chiamare papà Dio, stai andando bene nella vita religiosa. Se pensi che Dio sia quello che ti vuole bruciare nell’inferno, allora la tua religione è superstizione. I bambini, nello sviluppo psicologico, passano dall’età dei perché. Se guardiamo bene, però, il bambino non aspetta nemmeno la risposta: quello che vuole è lo sguardo del papà e della mamma, perché quello dà sicurezza. Pregare è questo“.

Ore 21.22 — La Chiesa del futuro e il rischio più grande

Immagino la Chiesa del Futuro come Paolo VI nell’enciclica Evangelium Nuntiandi: una Chiesa in pellegrinaggio. Il male più grande della Chiesa è la mondanità spirituale. È la cosa peggiore che possa succedere alla Chiesa, peggio ancora dei Papi libertini. Il clericalismo genera rigidità, e sotto ogni rigidità c’è putredine. La mondanità spirituale genera clericalismo che porta a posizioni rigide, ideologiche, dove l’ideologia prende il posto del Vangelo. Il clericalismo è una perversione della Chiesa“.

Ore 21.18 – “Perché soffrono i bambini? Non so rispondere”

Dio è onnipotente, ma nell’amore. La distruzione è in mano a un altro, che semina divisione e distruzione da sempre. Dio ci accompagna sempre, ma poi lascia liberi. Dio è forte nell’amore. Io quando vedo soffrire i bambini mi chiedo: perché? Perché? Non c’è risposta. Io credo, cerco di amare Dio che è mio padre, ma non ho risposta. L’unica strada, di fronte a questa sofferenza, è soffrire con loro“.

Ore 21.16 — Il diritto umano di essere perdonati

Esiste un “diritto” a essere perdonati. Il perdono è un diritto umano. “Dio ci ha fatto buoni ma liberi, la libertà è quella che ci permette di fare tanto bene ma anche tanto male, siamo liberi. Siamo liberi e padroni di prendere le nostre decisioni, anche sbagliate. La capacità di essere perdonato è un diritto umano, tutti abbiamo il diritto di essere perdonati se chiediamo il perdono. Abbiamo dimenticato che chi mi chiede il perdono ha il diritto di essere perdonato, se si ha qualche debito con la società va pagato ma col perdono. Il padre del figliol prodigo aspettava i figlio per perdonarlo“.

Ore 21.11 — “Aiutare a rialzare”

Il Papa ha ricordato che “guardare dall’alto in basso è lecito solo in un caso: quando si sta aiutando qualcuno a rialzarsi. Un altro sguardo dall’alto in basso non è lecito, mai. Perché è uno sguardo di dominio. Ci sono impiegate che ogni giorno pagano col corpo stabilità lavorativa, questo succede ogni giorno“.

Ore 21.08 – “Giocate con i figli, ascoltateli”

Il Papa ha affrontato il tema della vicinanza tra genitori e figli: “Chiedo spesso in confessione: giocate con i figli? A volte sento risposte dolorose: esco quando dormono, torno dal lavoro quando dormono. È la società crudele che impone ritmi crudeli. Bisogna giocare con i figli. Ascoltarli. Quando sono adolescenti, magari davanti a qualche scivolata, bisogna stare con loro“.

Ore 21.06 — Il “chiacchiericcio”

Il Papa torna a parlare del “chiacchiericcio“, da cui iniziano “aggressività, guerre e divisioni“. L’aggressività “distruttiva è un problema sociale. Il problema dell’aggressività sociale è stato studiato bene da psicologi e quindi non ne parlo. Sottolineo solo quanto è cresciuto il numero dei suicidi giovanili. C’è un’aggressività che scoppia, penso al bullismo nelle scuole, è un problema sociale, non di una sola persona. L’aggressività va educata, c’è un’aggressività positiva e una distruttiva. Comincia con una cosa piccola, con la lingua, con il chiacchiericcio. Il chiacchiericcio nelle famiglie, tra le persone, distrugge, distrugge la identità. No al chiacchiericcio, se hai una cosa contro l’altro o te la mangi te o vai da lui e gliela dici in faccia, ci vuole coraggio“.

Ore 21.01 – “I dischi? Non sono andato a comprare…”

Quali dischi ha comprato quando è andato nel negozio qualche giorno fa? “Non sono andato a comprare: quei negozianti sono amici, sono andato a benedire il nuovo negozio… era scuro, era notte, e sono andato a benedire il nuovo negozio. C’era un giornalista, e la notizia è uscita… Cosa ascolto? Ascolto i classici. E il tango. L’ho anche ballato: un porteno (cittadino di Buenos Aires) che non balla il tango non è un porteno…“.

Ore 20.58 — Il rapporto con la Terra

Pensiamo di essere onnipotenti di fronte alla Terra. Dobbiamo riprendere il rapporto con la Terra dei popoli aborigeni, il buon vivere. Dobbiamo farci carico della Madre Terra: i pescatori di San Benedetto del Tronto venuti da me hanno trovato una volta tonnellate di plastica e hanno ripulito quel tratto di mare. Buttare la plastica in mare e criminale, uccide». Papa Francesco cita poi una canzone di Roberto Carlos nella quale un figlio chiede al padre «perché il fiume non canta più. Il fiume non canta perché non c’è più…“.

Ore 20.54 – “Di fronte alle tragedie, non basta vedere, bisogna sentire e toccare”

Quando Gesù parla di come bisogna comportarci, usa la parabola del buon Samaritano. Due persone, magari anche brave, vedono un uomo ferito a terra, e passano oltre. Il samaritano si ferma, tocca, sente la sofferenza, e agisce. Di fronte alle sofferenze noi spesso vediamo e passiamo oltre, dimentichiamo. Vedere non basta, bisogna sentire, toccare. Quando c’è qualcuno che arriva a confessarsi, spesso chiedo: quando dai l’elemosina, tocchi la mano della persona a cui la dai? Lo guardi negli occhi? Medici e infermieri, in questi anni di pandemia, hanno toccato il male, e hanno scelto di restare“.

Ore 20.46 — La guerra è un controsenso della creazione

La guerra è “un controsenso della creazione“. Dio “crea gli uomini, e però subito vengono le guerre. È un controsenso della creazione. Per questo la guerra è sempre distruzione. Lavorare la terra, curare i figli, portare avanti una famiglia, lavorare per la società significa costruire. La guerra, invece, distrugge“.

Ore 20.44 — I migranti e la cultura dell’indifferenza

Il Papa parla della “cultura dell’indifferenza“, di cui “siamo ammalati”: “C’è un problema di categorizzazione, di primo e secondo posto e le guerre, mi dispiace dirlo, in questo momento sono al primo posto. Bambini, migranti, poveri, coloro che non hanno da mangiare non contano, sono nelle categorie basse, non sono al primo posto. Nell’immaginario universale quello che conta è la guerra. Con un anno senza fare armi si può dare da mangiare e fare educazione per tutto il mondo in modo gratuito, ma questo è in secondo piano. Si pensa alle guerre, è duro ma è la verità. La prima categoria è la guerra, gli altri al secondo posto. Guerra ideologica, commerciale, di potere, per andare avanti e tante fabbriche di armi“.

Ore 20.42 – “Non sarei onesto se dicessi che sopporto tanto”

Non sono un campione di peso, che sopporto tanto. Non sono uno che sopporto tanto, se confrontato con tante famiglie che fanno fatica a pagare le bollette, ad arrivare a fine mese… E non sono da solo, ho tante persone che mi aiutano“.

Ore 20.40 – Il ringraziamento

Buonasera e grazie di questo incontro“, dice Papa Francesco, all’inizio dell’intervista.

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