I rave party sono manifestazioni musicali autogestite, dall’accesso completamente libero e gratuito per chiunque
Cosa sono i rave party? In questo periodo si parla molto di “rave party” in seguito al decreto legge pubblicato in Gazzetta Ufficiale e che (attraverso il 434-bis del Codice penale) ha reso l’organizzazione e la partecipazione ai medesimi un reato.
Il termine “rave party” viene utilizzato per definire i raduni clandestini organizzati senza licenze e autorizzazioni ufficiali a cui si può accedere gratuitamente. La diffusione dell’evento avviene generalmente attraverso il passaparola e/o canali social non accessibili a tutti proprio per via della natura clandestina dell’evento.
Cosa sono i rave party?
I cosiddetti “rave party” (o “free party”) sono manifestazioni musicali autogestite dall’accesso completamente libero e gratuito per chiunque ne conosca i dettagli.
Prima si annuncia il rave party, molto dopo la località in cui si svolgerà, che resta segreta fino all’ultimo proprio per scongiurare interventi preventivi.
Sono caratterizzati da un ritmo incalzante della musica (principalmente tekno, techno, goa, acid house, jungle, drum & bass o psy-trance), e dagli stravaganti ambienti allestiti. Si tengono solitamente in spazi isolati occupati abusivamente (come l’interno di aree industriali abbandonate) o in grandi spazi aperti (come campi, cave, boschi e foreste). La durata del rave è variabile (va da una notte fino a più di una settimana).
Sono delle vere e proprie feste clandestine a ingresso gratuito, caratterizzate dalla presenza di potenti impianti sonori detti “sound system” e dal sovente uso di droghe e alcol.
Origine dei rave party
La parola “rave” deriva dal verbo inglese “to rave“, che significa “parlare con entusiasmo” ma anche “parlare con eccitazione e in maniera non controllata“. La parola deriva “raven” (il corvo imperiale o corvus corax, in grado di parlare in maniera incontrollata e con entusiasmo). Il primo uso della parola “raver” fu utilizzato dai giornali inglesi per attaccare i fan del jazz, ritenuti troppo animosi, in occasione del festival di Beaulieu del 1961.
I rave party nascono verso la fine degli anni ’80 nelle zone metropolitane degli Stati Uniti e dell’Inghilterra, in un clima di contestazione politica e disagio sociale ed economico. I rave nascono come affermazione di principi di “libertà” (ossia la musica è per tutti, quindi ad accesso gratuito, e si può ballare ovunque, ben oltre i locali tradizionalmente deputati, come le discoteche, e meglio se in spazi aperti).
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