Tra le armi vi sarebbero alcune delle dotazioni più moderne a disposizione dell’esercito italiano e della NATO
Scoperte le armi che l’Italia ha inviato all’Ucraina. E’ atteso per metà novembre il sesto pacchetto di armi che l’Italia dovrebbe inviare a Kiev. Tra le armi ci sarebbero i sistemi di difesa antiaerea dei quali il presidente ucraino Zelensky aveva fatto domanda alla premier Giorgia Meloni. La gittata dei nuovi armamenti non dovrebbe, però, permettere agli ucraini di attaccare in territorio russo, secondo quanto dichiarato da fonti della maggioranza.
A fine anno, inoltre, scadrà il decreto legge riguardante l’invio di armi siglato da Mario Draghi, rendendo necessaria una nuova risoluzione, un nuovo voto parlamentare e quindi un nuovo decreto (o il rinnovo di quello attuale) per proseguire con tale politica nel 2023.
Le armi che l’Italia ha inviato all’Ucraina
Le indiscrezioni circa la natura delle armi inviate all’Ucraina dal governo Draghi sono state riportate da un articolo del quotidiano La Repubblica, che spiega come gli ultimi pacchetti inviati a Kiev contenessero alcune delle dotazioni più moderne delle quali il nostro esercito dispone.
Tra questi vi sono i semoventi MLRS (versioni aggiornate degli Himars americani, che possono trasportare 12 razzi con guida satellitare GPS e portata di 70 km muovendosi su di un veicolo cingolato e corazzato). L’Italia (che dispone di 18 MLRS) ne ha donati a Kiev 2.
Il vice capo del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, riguardo a tali armi, aveva dichiarato: “La strada più veloce per far degenerare il conflitto in Ucraina fino alle irreversibili conseguenze di una guerra mondiale è quello di fornire agli psicopatici di Kiev le armi a lungo raggio MLRS“.
L’Italia avrebbe, poi, inviato anche i PZH2000 (obici semoventi che dispongono di un cannone da 155 millimetri a caricamento automatico e direzione di tiro computerizzata, capaci di colpire obiettivi fino a 40 km di distanza sparando venti proiettili in 3 minuti). Dei 68 PZH2000 dei quali dispone il nostro Paese, 6 stanno per essere inviati a Kiev.
Inoltre, con l’ultimo decreto Draghi, sarebbero stati messi a disposizione anche armamenti pesanti di più vecchia data, quali 20 o 30 semoventi M109L (si tratta di cingolati corazzati con cannoni da 155 millimetri).
E, infine, veicoli di trasporto truppe M113, obici Fh70, fuoristrada blindati Lince, mortai da 120 millimetri e mitragliatrici pesanti e leggere.
A coordinare il trasferimento di tutto l’arsenale è stato il Comando Vertice Interforze (COVI), diretto dal generale Francesco Paolo Figliuolo.
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