Chi era Bruce Lee?

Bruce Lee è stato un celebre artista marziale, attore, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico di origine cinese e cittadinanza statunitense

Chi era Bruce Lee?
Chi era Bruce Lee? Bruce Lee è nato il 27 novembre del 1940 a San Francisco (Stati Uniti) ed è morto a Hong Kong il 20 luglio del 1973. E’ stato il più famoso artista marziale, nonché attore, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico di origine cinese e cittadinanza statunitense.

Oltre a essere l’ideatore del Jeet Kune Do, Bruce Lee è riconosciuto come uno degli artisti marziali più influenti di sempre e una figura indimenticabile per l’introduzione delle arti marziali cinesi al pubblico mondiale. I suoi film, realizzati sia a Hong Kong che a Hollywood, hanno portato le pellicole di arti marziali a un nuovo livello di popolarità e hanno suscitato un grande interesse per queste discipline in Occidente. La sua regia e il tono dei suoi lavori hanno profondamente influenzato i film di arti marziali di Hong Kong, che fino ad allora avevano mostrato un approccio più teatrale che realistico alle scene.

Chi era Bruce Lee?

Bruce Lee era il penultimo dei 5 figli di Lee Hoi-chuen, un famoso attore e cantante d’opera cantonese. Nato nella Chinatown di San Francisco durante una tournée negli Stati Uniti dei suoi genitori, la sua famiglia tornò a Hong Kong quando lui aveva 3 mesi. Durante l’adolescenza, Bruce visse tra Hong Kong e gli Stati Uniti, dove frequentò un corso di laurea in filosofia.

Tra i nomi dati dai suoi genitori, Bruce aveva il nome “Li Yuen Kam“, “Jun-fan” (che significa “ritorna ancora” in cinese) e “Xiao Feng” (“piccola fenice”). Un altro nome, “Xiao Long” (“piccolo drago”), lo sottolineava carattere esuberante che aveva da bambino. Per imparare a difendersi e a praticare le arti marziali, Bruce si iscrisse alla scuola di Wing Chun sotto la guida del Maestro Yip Man, continuando a studiare queste discipline anche dopo il suo trasferimento in America.

Bruce frequentò scuole cattoliche a Hong Kong e poi si trasferì negli Stati Uniti per completare gli studi. Lavorò come cameriere a Seattle e nel 1962 ottenne il diploma alla Edison Technical School. Successivamente si iscrisse alla facoltà di filosofia dell’Università di Washington, ma non completò gli studi. Nel 1964 sposò Linda Emery, da cui ebbe 2 figli: Brandon nel 1965 e Shannon Emery nel 1969.

Dall’età di 18 anni ebbe doppia cittadinanza hongkonghese e statunitense.

Il Kung fu e gli allenamenti

Bruce Lee si avvicinò alle arti marziali fin da giovane, imparando i concetti fondamentali del Tai Chi dal padre. Tuttavia, non si dedicò seriamente a questa disciplina a causa della sua notevole velocità. Invece, si allenò intensamente nello stile di Kung Fu chiamato Wing Chun con il Maestro Ip Man per 5 anni.

Oltre al Kung Fu, Lee esplorò altre forme di combattimento, praticando anche il pugilato occidentale e imparando rudimenti di scherma occidentale dal fratello minore. Questa vasta conoscenza di diverse discipline lo portò a creare il suo stile unico, noto come Jeet Kune Do, che chiamò “via del pugno che intercetta“.

L’allenamento di Bruce Lee comprendeva vari elementi, come fitness, forza, resistenza muscolare, cardiovascolare e flessibilità. Si dedicò al culturismo per scolpire e aumentare la sua massa muscolare, ma sottolineò sempre l’importanza della preparazione mentale e spirituale nel raggiungimento del successo nelle arti marziali.

Purtroppo, nel 1970, Lee subì un grave infortunio durante un allenamento di sollevamento pesi, che lo costrinse a un periodo di convalescenza. Durante questo periodo, si dedicò allo studio delle religioni, della filosofia e degli scritti di Jiddu Krishnamurti. Utilizzò anche questo tempo per documentare i suoi metodi di allenamento, che vennero poi raccolti e pubblicati nel libro “The Tao of Jeet Kune Do“.

Grazie a un intenso recupero di 6 mesi, Bruce Lee riuscì a ripristinare agilità, velocità e potenza, dimostrando ancora una volta la sua determinazione e dedizione alle arti marziali.

Carriera cinematografica

La carriera cinematografica di Bruce Lee iniziò quando aveva solo 3 mesi, quando fu scelto per un piccolo ruolo da neonato nel film “Golden Gate Girl” nel 1941. Durante l’infanzia e l’adolescenza, partecipò come attore bambino in 16 film, ma il suo primo ruolo significativo arrivò all’età di 18 anni nel film “The Orphan” del 1958.

Il produttore della serie televisiva “Batman“, William Dozier, ebbe modo di vedere Bruce Lee in azione al Campionato Internazionale di karate nel 1964 e rimase impressionato dalle sue straordinarie capacità fisiche. Dozier lo invitò per un’audizione che portò a ruoli nelle serie televisive “Il Calabrone Verde” e “Batman” nel 1966, seguite da apparizioni in altre serie come “Ironside“, “Longstreet“, “Here Come the Brides“, “Blondie,” e nel film “L’investigatore Marlowe” nel 1969.

Il grande successo di Lee arrivò quando ottenne ruoli da protagonista nei film “Il furore della Cina colpisce ancora” nel 1971 e “Dalla Cina con furore” nel 1972, che lo resero una celebrità internazionale. In seguito, fondò la sua casa di produzione, la Concord Production Inc., in collaborazione con Raymond Chow della Golden Harvest. Sotto questa etichetta, Bruce Lee co-produsse, scrisse, diresse e recitò in “L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente” nel 1972, in cui ebbe una memorabile scena di combattimento con Chuck Norris nel Colosseo.

Nel 1973, Bruce Lee ottenne il ruolo principale in “I 3 dell’Operazione Drago“, un film che uscì dopo la sua morte. Bruce non solo recitò nel film ma fu anche il coreografo delle scene di combattimento e co-produttore attraverso la sua Concord Production Inc. Il film fu un grande successo e consolidò la leggenda di Bruce Lee nelle arti marziali. Nel 2004, “I 3 dell’Operazione Drago” è stato inserito nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

La morte

Il 10 maggio 1973, mentre partecipava alle sessioni di doppiaggio per il film “I 3 dell’Operazione Drago” negli studi della Golden Harvest, Bruce Lee improvvisamente si sentì male. Si allontanò per recarsi in bagno, dove fu colto da un violento attacco di vomito, accompagnato da febbre alta e convulsioni. Fu immediatamente trasportato d’urgenza al vicino ospedale, dove i medici diagnosticarono un edema cerebrale. Per alleviare questa grave condizione, gli somministrarono mannitolo, un farmaco per ridurre il gonfiore cerebrale, che gli salvò la vita in quell’occasione.

Tuttavia, 2 mesi dopo, la sera del 20 luglio 1973, Bruce Lee morì a Hong Kong nella casa dell’attrice Betty Ting Pei. Quella sera era in compagnia del suo socio Raymond Chow, il quale successivamente si era diretto al ristorante Miramar per un incontro con l’attore australiano George Lazenby, coinvolto nel nuovo film di Lee, “Game of Death“, nel quale Bruce Lee aveva un ruolo chiave come attore e regista. Dopo la partenza di Chow, Lee si lamentò di un forte mal di testa. Betty Ting Pei gli offrì una pastiglia di Equagesic, un farmaco contenente aspirina e meprobamato, per alleviare il dolore. Bruce Lee si coricò per riposare, ma purtroppo non si svegliò più.

Le circostanze della sua morte si basano principalmente sulle testimonianze di Betty Ting Pei, poiché non c’erano altri presenti nella casa al momento. Dopo aver perso tempo prezioso cercando aiuto, contattando prima il produttore Raymond Chow e poi il suo medico di famiglia, Bruce Lee fu trasportato in ospedale, ma purtroppo, intorno alle 22, fu dichiarato morto. La causa esatta della sua morte rimane oggetto di dibattito e speculazione.

L’autopsia non riuscì completamente a dissipare i dubbi sulla causa del decesso di Bruce Lee. Nel verbale successivo all’inchiesta, si parlò di una “probabile” reazione allergica a una o più sostanze contenute in un’aspirina, molto probabilmente al meprobamato. Il cervello di Lee, che solitamente pesa circa 1.400 grammi in un adulto, al momento dell’autopsia pesava 1.575 grammi, registrando un aumento del 13%. Questo aumento di peso cerebrale potrebbe essere stato causato dal suo eccessivo sforzo nei mesi precedenti alla sua morte, quando lavorò intensamente. Come spiegò Linda nel suo libro “Dragon“, questa straordinaria dedizione al lavoro portò a un ulteriore calo di peso corporeo e a un rapido processo di disidratazione.

Tra le conseguenze gravi della disidratazione vi è l’edema cerebrale, che può anche essere causato da traumi ripetuti o infiammazioni. L’autopsia rivelò non solo il sintomo più evidente del suo male, ovvero il gonfiore del cervello (“…il cervello di Lee era gonfio come una spugna…”, segno inequivocabile di un accumulo repentino di liquidi), ma anche una possibile disfunzione renale. Inoltre, si riscontrò nei polmoni una modesta quantità di liquido e piccole tracce di sangue che erano penetrati negli alveoli.

Questi fattori, come riportato dal giornalista Alex Ben Block, potrebbero anche essere stati causati da un colpo particolarmente potente di Kung Fu, noto come tecnica Dim Mak, di cui Lee potrebbe essere stato vittima inconsapevole. Infatti, il produttore Chow ammise durante l’inchiesta che l’attore aveva subito colpi molto duri non previsti dal copione durante le scene di combattimento sul set, anche se gli esperti di Arti Marziali ritenevano che il Dim Mak fosse soltanto una leggenda.

Nonostante ciò, molte settimane dopo il funerale, la causa della morte di Bruce Lee rimaneva ancora sconosciuta, scatenando tumulti nelle strade di Hong Kong. I fan erano convinti che ci fosse dell’ambiguità o che le autorità non sapessero con certezza cosa fosse successo. Il mannitolo iniettato in vena a Bruce Lee, secondo quanto emerso dall’autopsia, aveva un’unica funzione: far riassorbire rapidamente il liquido in eccesso, che era stato la causa sia del primo che del secondo collasso.

Le uniche due sostanze rilevate nel suo sangue durante l’autopsia furono i due componenti dell’Equagesic, l’aspirina menzionata in precedenza, e una quantità minima di cannabis (4 milligrammi) che Bruce aveva ingerito. Tuttavia, la cannabis, essendo una droga leggera, non aveva precedenti noti di causare morti nella medicina forense.

Il 15 ottobre 2005, il portavoce di Bruce Lee, Chow, ha annunciato la sua morte attribuendola a un’ipersensibilità al miorilassante contenuto nell’Equagesic, il meprobamato, un ingrediente comune in molti antidolorifici. Tuttavia, quando i medici hanno ufficialmente dichiarato la morte di Lee, il verdetto finale ha sollevato dubbi sulla “morte accidentale” come causa principale della sua morte.

Ancora oggi, le cause della morte di Bruce Lee sono oggetto di dibattito e discussione. Non esiste una certezza assoluta riguardo a questa presunta ipersensibilità al farmaco. Molti, inclusi il campione di karate statunitense Mike Anderson, un caro amico di Lee, hanno sostenuto teorie alternative, tra cui l’ipotesi di un veleno erboristico orientale che non sarebbe stato rilevato in un’autopsia effettuata 36 ore dopo la morte.

La discrepanza tra la lentezza nell’indagare sulla causa della morte, o almeno nel comunicarla al pubblico, e la successiva accelerazione nel chiudere l’inchiesta nel settembre successivo, ha alimentato le speculazioni su un possibile insabbiamento. In quel periodo, sia la polizia di Hong Kong che la magistratura erano spesso criticate per le loro presunte connessioni con le Triadi, organizzazioni criminali locali, alcune delle quali avevano legami con produttori e registi con cui Bruce Lee era entrato in conflitto.

Tra le varie teorie cospiratorie, molti fan di Hong Kong hanno accusato Betty Ting Pei, una nota attrice che aveva avuto legami con boss delle Triadi e una reputazione di uso di alcol, droghe e gioco d’azzardo. La sua partecipazione al funerale di Lee fu impedita a causa delle accuse.

Altri soggetti sospettati dai fan più appassionati includono Raymond Chow, il produttore da cui Lee stava cercando di separarsi a causa delle controversie finanziarie, il regista Lo Wei, anch’esso collegato alle Triadi e coinvolto in litigi pubblici con l’attore, il produttore Run Run Shaw, che aveva subito una perdita finanziaria a causa del rifiuto di Lee di partecipare a una coproduzione internazionale, e alcuni esponenti delle arti marziali tradizionali cinesi e giapponesi che erano stati criticati dall’attore in passato.

Peter Wu, il neurochirurgo che aveva inizialmente sospettato che la morte di Lee fosse dovuta a una reazione alla cannabis o all’Equagesic, ha in seguito ritrattato questa teoria. Wu ha affermato che non esistono prove che dimostrino che qualcuno sia mai morto solo a causa dell’assunzione di cannabis. Questa retromarcia è stata in parte influenzata dall’esperto forense raccomandato da Scotland Yard, il Professor Teare, che aveva esaminato il caso e aveva testimoniato che la cannabis non poteva essere la causa principale della morte.

Nel 2022, un gruppo di ricercatori spagnoli ha avanzato un’ipotesi alternativa sulla morte di Bruce Lee. Questa teoria suggerisce che la morte potrebbe essere stata causata da una preesistente disfunzione renale non diagnosticata in modo adeguato. Questa condizione avrebbe portato a una ridotta capacità di eliminare l’acqua dal corpo, causando una diminuzione pericolosa dei livelli di sodio nel sangue, noto come iponatriemia.

Bruce Lee è sepolto nel lotto 276 del Lake View Cemetery, dove riposa accanto a suo figlio Brandon Lee. La cerimonia funebre a Seattle ha visto la partecipazione di molte celebrità, tra cui Steve McQueen, James Coburn, Dan Inosanto, Chuck Norris, Taky Kimura e suo fratello Robert.

Produzioni postume

Dopo la morte di Bruce Lee, sono state realizzate diverse produzioni postume per onorare la sua memoria e sfruttare la sua fama.

Un anno dopo la sua scomparsa, il regista Sze Diang ha diretto “Bruce Lee Story“, la prima biografia cinematografica del leggendario artista marziale.

Nel 1975, il regista Lin Ping ha realizzato “Good Bye Bruce Lee” (Yung chun ta hsiung, 1975), utilizzando l’attore Ho Chung Tao, noto come “Bruce Li“, che era uno dei sosia di Lee. Questo film ha ripreso alcune delle idee originarie di Lee per il suo progetto “Game of Death“, ma ha tolto l’aspetto filosofico, concentrandosi principalmente sull’azione.

Nel 1977, la Golden Harvest di Raymond Chow, che deteneva i diritti sull’incompiuto “Game of Death“, ha incaricato il regista Robert Clouse, lo stesso di “I 3 dell’Operazione Drago“, di utilizzare il materiale girato da Lee prima della sua morte per creare un nuovo film. Il risultato è stato “L’ultimo combattimento di Chen” (Game of Death/Xi wang youxi, 1978), che ha incluso scene di arti marziali coreografate da Sammo Hung e la partecipazione di amici e allievi di Lee, come Dan Inosanto, Bob Wall e Kareem Abdul-Jabbar. Nonostante fosse un film apocrifo, ha ottenuto un grande successo commerciale negli Stati Uniti e in Europa.

Oltre ai film di montaggio e alle produzioni con sosia, ci sono stati casi in cui produzioni completamente estranee a Bruce Lee hanno sfruttato il suo nome per aumentare la loro fama, come nel caso di “Il braccio violento del Thay-Pan“.

Nel 2000, il regista e scrittore John Little ha deciso di rimasterizzare il materiale girato da Bruce Lee prima della sua morte e di montarlo seguendo le indicazioni che Lee stesso aveva lasciato. Ha utilizzato appunti ricevuti dalla famiglia Lee e scritti di pugno da Bruce. Il risultato è stato il film-documentario “Bruce Lee – La leggenda” (Bruce Lee: A Warrior’s Journey), che ha anche incluso interviste inedite e filmati d’archivio. Tuttavia, alcuni puristi ritengono che il film sia incompleto e parziale, poiché alcune parti degli appunti di Lee sono state colmate con interpretazioni e opinioni di John Little.

Commemorazioni

Dopo la morte di Bruce Lee, molte commemorazioni e riconoscimenti sono stati dedicati alla sua memoria e alla sua influenza nel mondo del cinema e delle arti marziali.

Nel 1993, Bruce Lee è stato onorato con una stella sulla Hollywood Walk of Fame a Los Angeles, un prestigioso riconoscimento nell’industria cinematografica.

In occasione di quello che sarebbe stato il suo 65º compleanno, nel novembre 2005, è stata eretta una statua commemorativa in sua memoria sull’Avenue of the Stars a Kowloon, un quartiere di Hong Kong. Questo gesto è stato un omaggio al “Star of the Century”, come Bruce Lee è stato definito dagli addetti ai lavori del cinema di Hong Kong.

Oltre alla statua di Hong Kong, altre commemorazioni sono state create in diversi luoghi del mondo. Una statua più piccola è stata posizionata a Mostar, in Bosnia ed Erzegovina, mentre una statua molto più grande, alta venti metri, è stata eretta in un parco a tema chiamato Bruce Lee Paradise, a Jun’an, in Cina continentale. Questo parco si trova vicino a Foshan, dove il padre di Bruce Lee, Li Hoi Chuen, era nato ed era un attore teatrale e cinematografico.

In Italia, la rediscussione dell’opera di Bruce Lee e del cinema di Hong Kong ha avuto inizio negli anni ’90. Lorenzo De Luca, un saggista e sceneggiatore, ha pubblicato una serie di libri dedicati a Bruce Lee con la casa editrice Edizioni Mediterranee. Nel 2009, De Luca ha anche realizzato il primo documentario italiano su Bruce Lee e sui film di arti marziali intitolato “Dragonland – L’urlo di Chen terrorizza ancora l’Occidente“. Questi sforzi hanno contribuito a diffondere la conoscenza e l’apprezzamento di Bruce Lee e del cinema di Hong Kong in Italia.

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