L’Ucraina è uno stato terrorista?

Lo “stato terrorista” è un termine che si riferisce a un governo o una nazione che utilizza il terrorismo come strumento per raggiungere i propri obiettivi

L'Ucraina è uno stato terrorista?
Lo “stato terrorista” è un termine che si riferisce a un governo o una nazione che utilizza il terrorismo come strumento per raggiungere i propri obiettivi politici. Ciò implica che lo stato in questione sponsorizzi, promuova o utilizzi attivamente il terrorismo come parte della sua politica ufficiale. Gli atti terroristici compiuti dallo stato possono includere attentati, rapimenti, assassinii, torture e altre forme di violenza contro i propri cittadini o contro cittadini di altri paesi.

L’elenco dei soggetti terroristici stabilito dall’UE

Le sanzioni nei confronti dei terroristi sono state introdotte dall’Unione europea come parte della sua risposta al terrorismo in seguito agli attentati dell’11 settembre 2001. Nel dicembre dello stesso anno, l’UE ha creato un elenco di persone, entità e gruppi coinvolti in atti terroristici e soggetti a misure restrittive. Queste misure, definite nella posizione comune 2001/931/PESC, sono state adottate per attuare la risoluzione 1373 (2001) del Consiglio di sicurezza dell’ONU.

L’elenco viene costantemente riesaminato e aggiornato ogni 6 mesi per includere persone e gruppi attivi sia all’interno che all’esterno dell’UE. Tuttavia, prima del settembre 2016, le sanzioni potevano essere applicate solo alle persone e alle entità incluse nell’elenco delle Nazioni Unite o da Stati membri dell’UE che agivano a titolo individuale.

A partire dal settembre 2016, l’UE può applicare sanzioni in maniera autonoma nei confronti di ISIL/Da’esh e di Al Qaeda e di persone ed entità a essi associate o che li sostengono. Ciò significa che alle 13 persone e ai 21 gruppi ed entità presenti nell’elenco si applica il congelamento dei capitali e delle altre risorse finanziarie detenute nell’UE. Inoltre, è fatto divieto alle persone e alle entità dell’UE di mettere fondi a disposizione sia delle persone che delle entità inserite in elenco.

Queste sanzioni sono finalizzate a impedire che i terroristi abbiano accesso ai fondi necessari per organizzare ulteriori attacchi e per limitare le loro attività. Inoltre, le sanzioni mirano a far capire ai terroristi che le loro azioni non saranno tollerate dalla comunità internazionale.

Le misure restrittive applicate

Le misure restrittive sono principalmente connesse al congelamento dei capitali e delle attività finanziarie, ma comprendono anche la cooperazione di polizia e giudiziaria.

Le persone, i gruppi e le entità che figurano nell’elenco sono oggetto del congelamento dei capitali e delle altre attività finanziarie appartenenti a loro. Inoltre, non possono essere messi a loro disposizione, direttamente o indirettamente, capitali, attività finanziarie e risorse economiche. Queste restrizioni sono applicate ai terroristi esterni all’UE.

Un secondo gruppo di persone ed entità inserite nell’elenco è soggetto soltanto a misure rafforzate di cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale. Si tratta in tutti questi casi di terroristi interni all’UE.

I criteri per l’inserimento nell’elenco

La posizione comune 2001/931/PESC stabilisce i criteri per l’inserimento di persone, gruppi ed entità nell’elenco dell’UE soggetti a misure restrittive. Secondo questa posizione comune, l’elenco viene stilato sulla base di informazioni precise che dimostrino che un’autorità giudiziaria o un’autorità competente equivalente ha preso una decisione nei confronti della persona, del gruppo o dell’entità in questione. Questa decisione può riguardare l’apertura di indagini o di azioni penali per un atto terroristico, il tentativo di commetterlo o la sua agevolazione, oppure la condanna per uno di questi fatti. Inoltre, possono essere aggiunti all’elenco anche persone, gruppi ed entità contro cui il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha emesso sanzioni per il loro collegamento al terrorismo.

Questi criteri sono volti ad assicurare che le persone, i gruppi e le entità inseriti nell’elenco siano effettivamente coinvolti in attività terroristiche e rappresentino una minaccia per la sicurezza dell’UE e dei suoi Stati membri.

La procedura per l’inserimento nell’elenco e la cancellazione dallo stesso

Per quanto riguarda l’inserimento nell’elenco, una persona, un gruppo o un’entità possono essere proposti dagli Stati membri sulla base di una decisione di un’autorità competente di uno Stato membro o di un paese terzo. Una volta presentata la proposta, il gruppo “Misure restrittive per la lotta al terrorismo” (gruppo COMET) esamina le informazioni e formula una raccomandazione al Consiglio. Successivamente, il Consiglio adotta la decisione e le modifiche vengono pubblicate nella Gazzetta ufficiale. Dopo l’adozione della decisione, ogni persona, gruppo ed entità oggetto di misure restrittive viene informato attraverso una lettera di notifica o mediante pubblicazione di un avviso nella Gazzetta ufficiale.

Per quanto riguarda la cancellazione dallo stesso, una richiesta può essere presentata da persone, gruppi o entità inseriti nell’elenco, da uno Stato membro o da uno Stato terzo. Anche in questo caso, il gruppo COMET esamina le informazioni e formula una raccomandazione al Consiglio, il quale adotta la decisione e le modifiche vengono pubblicate nella Gazzetta ufficiale. Anche in questo caso, dopo l’adozione della decisione, ogni persona, gruppo ed entità oggetto di misure restrittive viene informato attraverso una lettera di notifica o mediante pubblicazione di un avviso nella Gazzetta ufficiale.

Cosa possono fare le persone, le entità o i gruppi inseriti nell’elenco?
  • chiedere al Consiglio di riconsiderare il caso, sulla base di documenti giustificativi;
  • impugnare la decisione dell’autorità nazionale competente secondo le procedure nazionali;
  • se oggetto delle misure restrittive previste dal regolamento (CE) n. 2580/2001 del Consiglio, impugnare la decisione del Consiglio dinanzi al Tribunale.
Il Parlamento europeo ha riconosciuto la Russia come stato sponsor del terrorismo

Il riconoscimento della Russia come stato sponsor del terrorismo si basa sull’adozione di una risoluzione non legislativa da parte del Parlamento europeo in merito alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina. I deputati europei hanno sottolineato che gli attacchi e le atrocità commesse dalle forze russe e dai loro delegati contro i cittadini ucraini, la distruzione delle infrastrutture civili e altre gravi violazioni del diritto internazionale e umanitario sono atti di terrore e crimini di guerra.

Poiché l’UE non può dichiarare gli stati come sponsor del terrorismo in modo ufficiale, il Parlamento europeo invita l’UE e i suoi paesi membri a creare un quadro giuridico adeguato per considerare l’inserimento della Russia in tale lista. Ciò porterebbe a serie restrizioni nelle relazioni dell’UE con la Russia e scatenerebbe una serie di misure nei confronti di Mosca. Inoltre, i deputati europei invitano il Consiglio ad aggiungere anche l’organizzazione paramilitare “Gruppo Wagner“, il 141° Reggimento speciale motorizzato noto anche come “Kadyroviti” e altri gruppi armati, milizie e delegazioni finanziate dalla Russia nell’elenco dei soggetti terroristici dell’UE.

Il Parlamento europeo chiede inoltre all’UE di isolare ulteriormente la Russia a livello internazionale, anche per quanto riguarda l’adesione ad organizzazioni e organismi internazionali come il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. I deputati europei chiedono di ridurre i legami diplomatici con la Russia e di limitare i contatti dell’UE con gli ufficiali russi al minimo indispensabile, oltre a chiudere e bandire le istituzioni statali russe nell’UE che diffondono propaganda nel mondo.

Coerenza
I mercenari americani della Blackwater

Nel 2007, durante la seconda guerra in Iraq, mercenari americani della Blackwater uccisero 17 civili innocenti, tra cui due bambini, durante un convoglio diplomatico. Il massacro di piazza Nisour rappresentò un crimine orrendo che passò alla storia e dimostrò l’esistenza della cosiddetta legge del più forte.

Durante la guerra in Iraq, gli Stati Uniti violarono il diritto internazionale e invasero il paese senza prove sufficienti. L’ex presidente americano Donald Trump ha concesso la grazia ai responsabili della strage di Nisour, definendoli “eroi e veterani“, mentre a Mosca si danno medaglie ai soldati che combattono contro il “nazismo“. La retorica usata da ogni parte dipende dal pubblico a cui è rivolta, ma il massacro di piazza Nisour ha dimostrato l’arroganza del potere e la mancanza di rispetto per la vita umana.

I bombardamento a Belgrado della NATO

Il bombardamento di Belgrado nel 1999 fu un’azione condotta dalla NATO senza l’autorizzazione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, giustificata come intervento umanitario. Questa azione ha rappresentato un precedente per aggirare l’ONU e fare la guerra come si vuole, basta che ci siano “ragioni umanitarie“.

Il presidente russo Putin ha giustificato l’aggressione all’Ucraina come “intervento umanitario” per salvare la minoranza russofona del Donbass.

Questo dimostra che vige la legge del più forte e che in Ucraina si sta stabilendo chi è il più forte.

Atavica barbarie

Il concetto di “atavica barbarie” è stato spesso utilizzato come arma propagandistica per demonizzare interi popoli e giustificare guerre e interventi militari. Tuttavia, questa narrazione unilaterale non tiene conto del fatto che ogni popolo ha la sua storia e le sue colpe, ma anche le sue virtù e le sue risorse. Inoltre, non è corretto attribuire le azioni di pochi individui o gruppi a un’intera nazione.

La guerra in Iraq del 2003 è stata caratterizzata da gravi violazioni dei diritti umani da parte delle forze americane, tra cui torture, stupri e omicidi di prigionieri di guerra. Tuttavia, queste azioni non possono essere attribuite a tutto il popolo americano, ma solo ai singoli individui e ai loro superiori che hanno ordinato o permesso tali comportamenti.

Allo stesso modo, non ha senso etichettare un’intera nazione come “barbara” o “criminale“. La responsabilità deve essere attribuita ai singoli individui e ai loro leader, che sono responsabili delle loro azioni. Inoltre, spesso le azioni violente sono causate da situazioni di conflitto, disuguaglianza sociale e discriminazione, e non dalla “barbarie” intrinseca di un popolo.

Sponsor del terrore

Il concetto di “sponsor del terrore” è pericoloso, in quanto tende a demonizzare i paesi che non si conformano agli interessi dei paesi più potenti. Tuttavia, ogni paese ha il diritto di difendere i propri interessi e la propria sovranità, e spesso le azioni che vengono etichettate come “terroristiche” sono in realtà motivazioni di resistenza contro l’oppressione e l’ingiustizia.

Crimini di guerra

Mariupol’, città portuale nell’est dell’Ucraina, venne colpita da un attacco di artiglieria russo contro un teatro, che causò la morte di circa 600 civili. Le autorità russe dichiararono che l’obiettivo dell’attacco era il comando del battaglione Azov, un’unità militare ucraina, e quindi giustificarono l’attacco come una legittima operazione militare. Tuttavia, la comunità internazionale ha condannato l’attacco come un crimine di guerra.

Il tribunale penale internazionale per i crimini nell’ex-Jugoslavia aveva in precedenza affrontato una situazione simile quando le forze NATO deliberatamente colpirono obiettivi civili come la sede della Radio e Televisione serba (RTS) nel 1999. Nonostante la morte di 16 membri del personale RTS, la corte ha giustificato l’azione come legittima, poiché la sede della RTS era utilizzata per coordinare le manovre militari serbe. Amnesty International, che aveva denunciato l’azione come un crimine di guerra, fu criticata per la sua posizione.

Il presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, non è mai stato processato per l’incidente. Al contrario, la Corte penale internazionale (CPI) ha emesso un mandato d’arresto per il presidente russo Vladimir Putin e la commissaria per i diritti dei bambini del governo russo Maria Lvova-Belova, per la deportazione di minori dai territori occupati in Ucraina. Tuttavia, poiché la CPI non è riconosciuta da Stati Uniti, Cina, Russia e Ucraina, il mandato sembra essere più una mossa politica che una possibile azione legale.

In risposta al mandato d’arresto, il presidente cinese Xi Jinping si è recato a Mosca per sostenere Putin e il suo governo, affermando che Putin “sarà senz’altro rieletto” nel 2024 “perché il suo popolo lo sostiene“. Questa dichiarazione sembra indicare che l’Occidente dovrà probabilmente trattare con Putin come interlocutore per eventuali negoziati di pace.

E l’Ucraina?

L’Ucraina ha pianificato una strategia per destabilizzare il Cremlino attraverso l’utilizzo di tecniche di guerriglia israeliane e cooperazioni esterne. In particolare, gli ucraini vogliono colpire i russi “in profondità“, provocando tensioni all’interno della Russia, alimentando le litigate tra i gerarchi e i generali, alimentando la paranoia del regime e dei suoi sostenitori.

La lista dei bersagli

L’Ucraina ha stilato una lista di bersagli da colpire uno per uno, tra cui lo scrittore-combattente Zakhar Prilepin, la figlia di Dugin, Darya, e il blogger Vladlen Tatarsky. Il militante era stato catalogato da Kiev fin dal 2018 come “minaccia terroristica“.

La strategia di Kiev

Kiev ha pianificato una strategia che prevede sabotaggi, incursioni ed eliminazioni. L’obiettivo è dimostrare di poter penetrare qualsiasi cerchio di sicurezza, dalla Crimea a Mosca. L’Ucraina ha copiato le tecniche utilizzate dagli israeliani e dai russi.

Privi di missili a lungo raggio, gli ucraini hanno optato per i droni, i commandos hanno piazzato ordigni, un camion pieno di esplosivo ha danneggiato il ponte di Kerch, i sicari hanno eliminato collaborazionisti nelle città occupate impiegando pistole, cariche sotto il sedile di un mezzo, e altri “trucchi” vari.

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