Il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha confermato l’impegno di portare al 2% il rapporto tra spese militari e PIL
Quanto spende l’Italia per la propria difesa? In base agli impegni presi con la NATO, l’alleanza militare di cui fa parte l’Italia insieme ad altri 30 Paesi, entro il 2024, tutti gli Stati membri dovrebbero destinare una quota pari al 2% del Prodotto Interno Lordo (PIL) alle spese militari. Tuttavia, questo obiettivo non è vincolante ma è stato fissato nel 2014 per garantire la prontezza militare della NATO. Nel caso italiano, il governo Draghi aveva stabilito che l’obiettivo del 2% del PIL in spese militari sarebbe stato raggiunto gradualmente entro il 2028, come indicato nel Documento Programmatico della Difesa per il triennio 2022-2024.
Il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha confermato l’impegno di portare al 2 per cento il rapporto tra spese militari e PIL, tenendo conto delle limitate risorse disponibili per la manovra di bilancio. Tuttavia, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha affermato che raggiungere questa soglia non è una priorità, considerando le sfide nel settore della sanità pubblica, della scuola pubblica e dei salari.
Quanto spende l’Italia per la difesa
La maggior parte della spesa italiana per la difesa è finanziata direttamente dal Ministero della Difesa. Nel bilancio per il 2023, sono stati destinati poco meno di 28 miliardi di euro al Ministero della Difesa per questo scopo, rappresentando circa il 3 per cento delle spese totali del bilancio statale. Il 76% di questi fondi è destinato alle spese operative, comprese le spese per il personale, mentre il restante 24 per cento è dedicato agli investimenti, come infrastrutture e armamenti.
La spesa del Ministero della Difesa è suddivisa in 3 missioni principali:
- Difesa e sicurezza del territorio: Questa missione rappresenta il 93% delle spese del ministero ed è responsabile delle attività delle forze militari, addestramento, operazioni sul territorio e pianificazione generale delle Forze Armate.
- Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente: Questa missione copre le spese del Corpo Forestale dello Stato e di parte dei Carabinieri.
- Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche: Questa missione rappresenta il 5% delle spese del ministero.
Altre spese legate alla difesa sono coperte da altri ministeri. Ad esempio, il Ministero dell’Economia finanzia le missioni internazionali, mentre il Ministero delle Imprese e del Made in Italy finanzia i programmi di rinnovamento e modernizzazione degli armamenti. Nel 2023, il Ministero dell’Economia ha stanziato oltre 1,5 miliardi di euro per le missioni internazionali, mentre il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha destinato oltre 2 miliardi di euro per interventi nel settore marittimo, aeronautico e tecnologie avanzate.
In totale, nel 2023, l’Italia ha pianificato di spendere oltre 31,6 miliardi di euro per la difesa, rappresentando un aumento rispetto al bilancio per il 2022.
Confronto con altri Paesi europei
Secondo le stime più recenti della NATO, l’Italia spenderà l’1,46% del suo PIL per la difesa nel 2023, rispetto all’1,14% del 2014.
Negli ultimi 10 anni, la spesa militare italiana non è cresciuta in modo costante. Il picco è stato nel 2020, quando è stata destinata una quota dell’1,59% del PIL alla difesa. Questo aumento era principalmente dovuto al crollo del PIL nazionale. Nel 2015, il rapporto tra spese in difesa e PIL era sceso all’1,07%.
In confronto con altri Paesi europei, la Germania prevede di spendere l’1,57% del suo PIL per la difesa nel 2023, la Francia l’1,9% e la Spagna l’1,26%. In questo contesto, l’Italia attualmente si trova al terzo posto tra i 4 maggiori Stati europei.
I dati definitivi più recenti della NATO risalgono al 2021. In quell’anno, l’Italia aveva registrato una spesa militare pari all’1,57% del PIL, posizionandosi al secondo posto tra i 4 principali Paesi europei. La Germania, in risposta all’invasione russa dell’Ucraina, ha annunciato l’obiettivo di raggiungere il 2% del PIL entro il 2024.
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