Le diplomazie internazionali stanno lavorando per cercare una soluzione negoziata al conflitto in Ucraina
I negoziati per la pace in Ucraina. Tra le elezioni in Russia previste per marzo 2024 e quelle negli Stati Uniti, programmate 7 mesi dopo a novembre, sembra esserci una finestra temporale in cui potrebbe giungere la tanto attesa pace in Ucraina. Le diplomazie internazionali stanno lavorando instancabilmente per cercare una soluzione negoziata al conflitto che perdura da anni. Al centro di queste discussioni c’è la proposta in 10 punti avanzata dall’Ucraina, che ora viene attentamente esaminata e ridefinita per renderla accettabile anche per gli alleati di Mosca, in particolare la Cina e gli altri membri dei “BRICS“.
L’obiettivo principale è creare un fronte internazionale unito che chieda la fine dell’invasione russa dell’Ucraina e metta in difficoltà il presidente russo Vladimir Putin. Questo sforzo coinvolge non solo le diplomazie, ma anche agenzie di intelligence e funzionari di alto livello dei paesi coinvolti.
Da Kiev, capitale dell’Ucraina, si sono tenuti incontri regolari con gli ambasciatori dei paesi che hanno partecipato ai colloqui di Gedda, al fine di rivedere e migliorare il piano in 10 punti presentato dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Sebbene la Cina non abbia partecipato alle ultime sessioni, ha fatto chiari segnali della sua volontà di non solo porre fine alla guerra, ma anche di lavorare per un accordo di pace complessivo e duraturo.
Tra i membri dei BRICS, ossia Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, l’India, il Brasile e il Sudafrica sono particolarmente attivi nel cercare una soluzione negoziata. Questi paesi, nel desiderio di Cina e Russia, dovrebbero formare un blocco geopolitico unito per contrastare l’influenza del mondo occidentale, rappresentato dalla NATO e dal G7.
Una volta individuata una formula accettabile per una possibile pace in Ucraina, la questione passerebbe ai consiglieri per la sicurezza nazionale. Questo importante passaggio potrebbe avvenire già in ottobre, mantenendo il formato adottato a Copenaghen e Gedda, con la Cina coinvolta.
Superato questo punto, diventerebbe possibile organizzare un vertice di alto livello tra i leader dei paesi coinvolti. Gli ucraini sperano di poterlo tenere entro la fine dell’anno, ma per gli occidentali potrebbe essere posticipato alla primavera successiva. Questo perché non ci si aspetta che Putin faccia movimenti significativi fino alle elezioni russe del marzo successivo.
Ideale sarebbe coinvolgere direttamente la Russia nei colloqui, ma finora non sono giunti segnali di disponibilità da parte del Cremlino, incluso l’intervento del ministro degli Esteri russo Lavrov al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Tuttavia, se tutti i partecipanti al formato Gedda presentassero una proposta unitaria e condivisa, ignorarla completamente diventerebbe molto difficile per la Russia, poiché sancirebbe il suo isolamento internazionale.
In queste discussioni si stanno esplorando vari modelli per potenziali soluzioni, tra cui il modello della Corea, che prevede un cessate il fuoco seguito da un congelamento della situazione sul terreno senza un trattato formale. Inoltre, i cinesi sembrano interessati a un accordo che vada oltre, prevedendo una tregua seguita da negoziati reali e reciproche concessioni per raggiungere una pace reale.
Un punto di partenza potrebbe essere l’accordo di Minsk, che finora non è stato applicato e richiederebbe aggiornamenti alla luce dei cambiamenti sul campo. Mentre Putin potrebbe non compiere mosse significative prima delle elezioni russe di marzo, il presidente americano Joe Biden avrebbe bisogno di una soluzione prima delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti previste per novembre.
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