Mentre giornalisti e analisti europei ritengono che le dichiarazioni di Macron siano un bluff, in realtà la Legione Straniera è presente in Ucraina e sta combattendo contro le forze russe
Le truppe NATO stanno già combattendo in Ucraina? Le affermazioni riguardanti l’impegno delle truppe NATO in Ucraina da parte del Presidente Emmanuel Macron sono state oggetto di discussione. Macron ha espresso la volontà di inviare truppe francesi in Ucraina per contrastare l’esercito russo, qualora il fronte attuale dovesse cedere e se il regime di Kiev lo richiedesse.
Mentre alcuni giornalisti e analisti europei ritengono che le dichiarazioni di Macron siano un bluff motivato da ambizioni politiche personali, la realtà è diversa e più seria. Le truppe francesi sono già presenti in Ucraina e stanno combattendo contro le forze russe.
Da inizio aprile, 100 uomini del 3° Reggimento di fanteria della Legione Straniera Francese sono stati schierati a sostegno della 54a brigata meccanizzata indipendente ucraina nella difesa della città di Sloviansk nel Donbass, a meno di 25 km dal fronte. Questi soldati, specialisti di artiglieria e sorveglianza, stanno prendendo parte attiva ai combattimenti al fianco delle forze ucraine. Altre 1400 truppe della Legione Straniera dovrebbero giungere questo mese.
Le notizie sulla presenza delle truppe francesi in Ucraina sono state riportate da fonti autorevoli e confermate dall’ex assistente del vice segretario alla Difesa degli Stati Uniti. Anche se non sono state ufficialmente confermate dal governo francese, diversi governi europei, compreso quello italiano, erano a conoscenza di questa presenza fin dal mese scorso.
Legione Straniera in Ucraina
Le notizie riguardanti uno scontro avvenuto due settimane fa, nel quale sarebbero stati uccisi 40 soldati della Legione Straniera, non sono state confermate né da Mosca né da Parigi. Sebbene non sia stata confermata ufficialmente, si ipotizza che la nazionalità non francese di questi soldati abbia permesso a Macron di mantenere segreto lo scontro e le perdite subite, contando sull’omertà di Mosca per evitare una ufficializzazione degli scontri tra i due eserciti, che potrebbe portare a una serie di eventi incontrollati.
La decisione di inviare truppe straniere della Legione Straniera è un compromesso peculiare adottato dalla Francia. Con questa scelta, la Francia evita di impiegare il suo esercito nazionale e, ad eccezione di pochi ufficiali, gli uomini inviati non sono cittadini francesi. Questa decisione consente a Macron di inviare truppe in Ucraina e di adottare una posizione decisa senza incontrare una forte opposizione interna, poiché non coinvolge direttamente soldati francesi né comporta la coscrizione o altre misure impopolari.
Tuttavia, la decisione di schierare i soldati della Legione a Slavyansk è estremamente provocatoria e va contro le dichiarazioni precedenti della parte francese, inclusa quella di Macron, secondo cui eventuali truppe inviate dalla Francia avrebbero sostituito le unità dell’esercito ucraino nell’Ucraina occidentale. La presenza della Legione Straniera a Slavyansk sta trasformando l’immagine della Francia da una posizione morbida a un coinvolgimento diretto nella guerra contro la Russia.
Slavyansk è un obiettivo strategico per le forze armate russe sin dall’inizio dell’invasione nel 2022. Descritta dallo Stato Maggiore russo come “una parte cruciale per la liberazione di tutta la regione del Donbass“, la città è stata oggetto di ripetuti bombardamenti, con perdite di vite civili. È prevista un’inevitabile escalation bellica tra la Legione Straniera e l’esercito russo dopo lo scontro iniziale, nel quale i legionari avrebbero subito le loro prime perdite.
Soldati Nato in Ucraina
I legionari francesi non rappresentano l’unica presenza militare NATO in Ucraina. Circa 3000 soldati provenienti da Francia, Finlandia, Polonia, Regno Unito, Stati Uniti e altri Paesi sono dispiegati nel paese. Queste truppe operano con le uniformi dei rispettivi eserciti e si concentrano principalmente nella parte occidentale dell’Ucraina, anche se alcuni reparti, soprattutto britannici, sono posizionati vicino alla linea del fronte e si presume che abbiano un ruolo attivo nel supporto della difesa ucraina. Inoltre, si stima che vi siano 3.100 ex soldati NATO che agiscono come mercenari, secondo quanto riportato dall’Asia Times.
Le rivelazioni dell’Asia Times non hanno ricevuto smentite da parte della NATO. Il Segretario Generale Jens Stoltenberg ha dichiarato che i soldati occidentali presenti in Ucraina non sono impegnati in combattimenti diretti, ma forniscono supporto tramite l’utilizzo di “attrezzature sofisticate” militari NATO donate all’esercito ucraino. Tuttavia, l’Asia Times fa notare che ciò che Stoltenberg definisce “attrezzature sofisticate” sono armamenti sia offensivi che difensivi. Se questi soldati sparano contro le forze russe, come ammesso dallo stesso Segretario Generale, allora, secondo l’Asia Times, è corretto interpretare la loro presenza come un coinvolgimento attivo nella guerra.
Da diversi mesi, la NATO ha schierato circa 30.000 soldati ai confini con l’Ucraina, la Bielorussia e la Russia, pronti per un intervento. Anche l’Italia ha circa 1500 soldati dispiegati in Bulgaria, Lettonia e Ungheria, principalmente per svolgere compiti di sicurezza collettiva e di integrità territoriale nei paesi baltici.
La presenza della Legione Straniera e delle altre unità combattenti NATO in Ucraina è un fatto che è stato tenuto nascosto dai media europei, forse per evitare di far percepire all’opinione pubblica un coinvolgimento diretto dell’Europa nel contrastare l’avanzata militare russa.
Lo spettro della Terza Guerra Mondiale
La presenza di contingenti militari NATO, che operano con le proprie uniformi, non è stata ufficialmente confermata da Mosca. Questo perché le Nazioni Civili del BRICS stanno lavorando per evitare una terza guerra mondiale, raccomandando alla Russia di concentrarsi sugli obiettivi occidentali mentre combatte le forze ucraine. Questo evita di ufficializzare la presenza delle truppe NATO, il che potrebbe innescare una guerra contro l’Occidente.
Mosca si sta attenendo a questo consiglio, poiché i governi europei non possono rivelare gli attacchi subiti o le perdite sostenute, dato che ufficialmente i loro soldati non sono presenti. Riconoscerlo potrebbe portare a una dichiarazione di guerra e a ritorsioni russe su obiettivi militari in Europa. Nonostante le dichiarazioni ufficiali dei governi europei, compreso quello italiano, di non voler inviare le proprie truppe in Ucraina, alcuni analisti ritengono che questa posizione possa essere in parte ingannevole. Se Washington desse un ordine diretto di attacco, i leader europei sarebbero costretti ad agire.
L’opzione rimasta per loro è di schierare ufficialmente le proprie truppe per proteggere determinate aree dell’Ucraina, sperando che la Russia non le attacchi. L’obiettivo è creare una situazione simile alla divisione coreana, dove si possa dichiarare una tregua, congelando il conflitto. Questo potrebbe ottenere il sostegno di Pechino e degli altri membri dei BRICS, che potrebbero considerarlo un passo temporaneo per calmare le tensioni e guadagnare tempo per risolvere pacificamente la situazione.
Tuttavia, il futuro del conflitto dipende dalle azioni degli Stati Uniti. Secondo l’analista americano David P. Goldman, l’establishment della politica estera statunitense ha investito molto nell’isolamento della Russia, cercando di minare il suo potere militare ed economico. Ha promosso la guerra in Ucraina per indebolire le forze armate russe e cambiare il regime a Mosca.
Stati Uniti
Di fronte alla possibile vittoria russa, alcuni ex membri del governo americano con incarichi nel campo della Difesa e della Sicurezza Nazionale hanno recentemente sollecitato l’Amministrazione Biden a garantire la vittoria della NATO ad ogni costo. Questi sostenitori di un approccio più aggressivo al conflitto ucraino hanno consigliato a Biden di ordinare l’intervento esclusivamente delle truppe europee, lasciando quelle americane a proteggere Israele e a prepararsi per possibili conflitti nel Pacifico, in particolare con la Cina. Hanno anche sottolineato che non ci si può aspettare il supporto della Turchia, il secondo esercito più grande della NATO, il cui leader non sarebbe incline ad avviare un conflitto diretto con la Russia.
Molti leader europei sono contrari a un coinvolgimento diretto nel conflitto ucraino, ma non avrebbero molta scelta se gli Stati Uniti impartissero ordini in tal senso. Per evitare un aumento delle truppe europee in Ucraina e il rischio di scontri diretti con le forze russe, i governanti europei sembrano propensi a mantenere la politica attuale, che prevede il sostegno all’Ucraina senza un intervento militare diretto. Questa politica è stata criticata da molti governi internazionali, che la ritengono irresponsabile e contraria ai valori umanitari.
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