La Russia ha ammesso (per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina) di essere in difficoltà economiche. Il 26% del settore aeronautico russo è sull’orlo del crollo, e il Cremlino sta cercando soluzioni
La Russia ha ammesso di essere in difficoltà economiche (per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina). La Russia ha ammesso per la prima volta di essere in difficoltà economiche dall’inizio della guerra in Ucraina. Il 26% del settore aeronautico russo è sull’orlo del crollo, e il Cremlino sta cercando soluzioni.
Il 26% del settore aeronautico russo a rischio collasso
Le sanzioni occidentali stanno mettendo in ginocchio il settore aeronautico russo, limitando l’accesso a pezzi di ricambio e nuovi velivoli di produzione occidentale. Prima dell’inizio del conflitto in Ucraina, la flotta civile russa contava circa 850 velivoli, ma oggi quel numero è sceso a 730. Se la situazione non cambierà, la Russia potrebbe perdere quasi la metà della flotta rimanente entro il 2026.
Questa crisi non riguarda solo l’infrastruttura, ma ha conseguenze dirette per i cittadini e l’intera economia del Paese. Secondo il quotidiano russo Izvestia, entro il 2025 circa 30 compagnie aeree russe, che coprono il 26% del traffico passeggeri, potrebbero chiudere a causa dell’impossibilità di onorare i contratti di leasing per i velivoli stranieri. Le sanzioni hanno infatti bloccato o ritirato molti di questi aerei, aggravando i debiti accumulati dalle compagnie.
- Rischio di fallimento: c’è il rischio concreto che le licenze di volo vengano revocate, mettendo ulteriormente sotto pressione il sistema di trasporto aereo russo.
- Diminuzione passeggeri: il numero di passeggeri è già calato del 14% rispetto ai livelli precedenti all’invasione.
- Cancellazione rotte: molte rotte interne sono a rischio cancellazione.
Compagnie aeree in crisi: a chi la Russia chiede aiuto
Per affrontare questa situazione, la Russia sta valutando una soluzione senza precedenti: permettere a compagnie aeree straniere di operare voli interni. Questa scelta, in contrasto con la tradizionale esclusività riservata a compagnie e velivoli nazionali, evidenzia la gravità della crisi.
Nel frattempo, il Cremlino ha avviato piani per produrre aerei nazionali come il Tupolev Tu-214 e l’Ilyushin Il-96-300. Tuttavia, ritardi nei finanziamenti e problemi produttivi stanno ostacolando i progressi. Il ritiro anticipato dei velivoli stranieri, previsto dal 2025 a causa della mancanza di pezzi di ricambio, rappresenta un’ulteriore minaccia.
Sergei Chemezov, CEO di Rostec, ha sottolineato la gravità della situazione: “La mancanza di pezzi di ricambio renderà inevitabile il ritiro di molti aerei”.
Il ruolo del Kazakistan nella crisi aeronautica russa
In un tentativo di arginare la crisi, Mosca ha chiesto aiuto al Kazakistan, un Paese la cui industria aeronautica civile è in crescita. Il Kazakistan sta investendo nell’ammodernamento degli aeroporti e nell’espansione delle capacità di vettori come Air Astana, consolidando la propria posizione regionale.
Senza interventi rapidi e significativi, la Russia rischia un crollo del settore aeronautico che potrebbe avere ripercussioni non solo interne, ma anche a livello regionale.
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