Cosa succede ora in Siria? Tutti gli scenari

Dopo 54 anni di potere, il regime di Bashar al Assad è crollato e Damasco è ora sotto il controllo dei ribelli a guida islamica. Assad è fuggito a Mosca con la sua famiglia, ricevendo asilo dalla Russia per motivi umanitari. Il leader dei jihadisti sostenuti dalla Turchia, Abu Muhammad al Jolani, ha preso il controllo della capitale, mentre in diverse città siriane si sono verificati festeggiamenti e scontri tra fazioni armate

Cosa succede ora in Siria? Tutti gli scenari

Cosa succede ora in Siria? Tutti gli scenari. Dopo la caduta del regime di Bashar al Assad, la Siria si trova in una situazione di grande instabilità. Damasco è ora sotto il controllo dei ribelli a guida islamica, e il presidente Assad è fuggito a Mosca con la sua famiglia, ricevendo asilo dalla Russia per motivi umanitari. La città è stata “liberata” dal leader dei jihadisti sostenuti dalla Turchia, Abu Muhammad al Jolani, che ha chiesto di essere chiamato col suo nome reale, Ahmad Sharaa.

Mentre si svolgevano festeggiamenti in diverse città siriane, sono scoppiati scontri tra fazioni armate filo-turche e i loro rivali dell’ala locale del PKK nell’enclave di Manbij, a nord-est di Aleppo. Il nuovo premier siriano, Muhammad Jalali, ha offerto la sua disponibilità a mantenere un governo di continuità. Le milizie ribelli, composte da gruppi diversi, competono ora per il controllo della sicurezza nella capitale.

La transizione verso un nuovo governo è complicata. Gli insorti devono affrontare la sfida di gestire un paese in difficoltà economica e sociale. I segnali concilianti da parte di al Jolani sono stati interpretati come un tentativo di stabilire una transizione pacifica. Si parla di canali di comunicazione aperti tra gli insorti e il premier Jalali.

La Siria è un mosaico di etnie e gruppi, tra cui alawiti, sunniti, sciiti, curdi e cristiani. Anche se la vittoria dei ribelli potrebbe unirli temporaneamente, le differenze interne potrebbero riemergere rapidamente. La Turchia gioca un ruolo fondamentale in questa situazione, cercando di influenzare gli sviluppi attraverso le sue milizie.

Il gruppo HTS ha cercato di distaccarsi dalle sue origini qaediste e ha promosso un’immagine più moderata. Tuttavia, ci sono timori riguardo a una possibile deriva islamista e alla presenza di militanti stranieri all’interno del movimento. Anche lo Stato Islamico rappresenta una minaccia, con i suoi seguaci critici nei confronti degli HTS.

I curdi rimangono una componente chiave nel nord-est della Siria e hanno collaborato con gli Stati Uniti nella lotta contro lo Stato Islamico. Tuttavia, sono anche nemici della Turchia e potrebbero essere coinvolti in conflitti con le forze sostenute da Ankara.

Gli Stati Uniti stanno monitorando attentamente la situazione, in particolare per quanto riguarda i depositi di armi chimiche che potrebbero cadere nelle mani sbagliate. La Russia si trova in una posizione difficile dopo la caduta del regime Assad e sta cercando alternative per mantenere la sua influenza nella regione.

L’Iran è stato uno dei grandi sconfitti in questo scenario, poiché ha perso un alleato cruciale nel suo sostegno a Hezbollah libanese. La fine del regime Assad rappresenta una sfida significativa per l’asse della resistenza iraniana.

Israele osserva gli sviluppi con attenzione. La caduta di Assad rappresenta un colpo per Hezbollah e l’Iran, ma ci sono preoccupazioni per future minacce jihadiste lungo il confine orientale. L’esercito israeliano ha rafforzato le sue posizioni nel Golan e sta monitorando attentamente la situazione.

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