Cosa sono gli “aiuti umanitari”?

Gli “aiuti umanitari” rappresentano un gesto di solidarietà rivolto ai paesi del terzo mondo e alle comunità colpite da guerre o calamità naturali

Cosa sono gli aiuti umanitari
Cosa sono gli “aiuti umanitari”? Gli “aiuti umanitari” rappresentano un gesto di solidarietà rivolto principalmente ai paesi del terzo mondo e alle comunità colpite da eventi come guerre o calamità naturali come terremoti e alluvioni. Sono estesi anche ai rifugiati costretti a lasciare le proprie case per varie ragioni, come epidemie, conflitti, regimi oppressivi o genocidi.

Questi aiuti sono principalmente organizzati in risposta a emergenze e crisi umanitarie. Il loro obiettivo primario è salvare vite, alleviare la sofferenza, preservare la dignità umana e prevenire epidemie e altre gravi conseguenze. Solitamente comprendono supporto logistico, assistenza medica, fornitura di generi alimentari di base e possono coinvolgere la creazione di campi per rifugiati, ricostruzione di infrastrutture come ponti e strade, oltre ad altri interventi.

Spesso, gli aiuti umanitari sono organizzati a livello internazionale e coinvolgono volontari, organizzazioni umanitarie e ONG come Emergency, Medici senza frontiere, Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale. Questi interventi sono resi possibili grazie a campagne di raccolta fondi supportate dai mezzi di comunicazione. Le Nazioni Unite coordinano gli aiuti umanitari tramite l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, mentre la Commissione europea agisce attraverso l’ECHO.

Gli aiuti umanitari dell’Unione Europea

L’Unione Europea fornisce assistenza mirata ai paesi e alle popolazioni, sia all’interno dell’Europa che in altre parti del mondo, in situazioni di gravi catastrofi o emergenze umanitarie. I paesi dell’UE sono tra i principali donatori globali di aiuti umanitari, raggiungendo ogni anno milioni di persone in tutto il mondo. Questi aiuti costituiscono circa l’1% del bilancio totale annuale dell’UE, pari a circa 4 euro per ogni cittadino europeo.

L’azione umanitaria dell’UE si basa sui principi di umanità, neutralità, imparzialità e indipendenza, come stabilito dal consenso europeo sull’assistenza umanitaria.

Attraverso gli aiuti umanitari, l’UE supporta le popolazioni più vulnerabili fornendo generi alimentari, alloggi, assistenza sanitaria, servizi igienico-sanitari, e persino accesso all’istruzione in situazioni di emergenza.

La Commissione europea dispone di una vasta rete di esperti umanitari operanti in oltre 40 paesi del mondo, che permette un monitoraggio attento delle situazioni di crisi e delle operazioni di soccorso.

Gli aiuti vengono erogati attraverso oltre 200 organizzazioni e agenzie partner, sia a livello internazionale che locale.

Per quanto riguarda la risposta alle crisi e alle emergenze a livello globale, l’UE e alcuni paesi europei giocano un ruolo centrale nel coordinamento degli sforzi. Il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell’UE monitora le crisi in corso 24 ore su 24. I paesi partecipanti al meccanismo di protezione civile dell’UE collaborano anche nella valutazione dei rischi, nella preparazione e nella pianificazione della prevenzione delle catastrofi.

La riserva di capacità europee per rispondere alle emergenze, chiamata “rescEU“, comprende una flotta di aerei ed elicotteri antincendio, aerei per l’evacuazione medica, scorte di articoli medici e ospedali da campo, strutture di protezione, mezzi di trasporto e logistica, prodotti per la fornitura di energia e risorse per affrontare rischi chimici, biologici, radiologici e nucleari (CBRN).

Tutti i costi relativi a rescEU sono interamente coperti dall’Unione europea, compresi quelli di acquisto, funzionamento e manutenzione.

Gli aiuti umanitari nei conflitti

Gli aiuti umanitari, spesso destinati a paesi in conflitto, sono stati oggetto di critiche negli ultimi anni, specialmente per quanto riguarda gli aiuti alimentari. C’è stata evidenza di casi in cui gli aiuti non solo non sono stati efficaci, ma hanno addirittura contribuito a alimentare i conflitti nei paesi destinatari. Il furto di aiuti rappresenta uno dei modi principali in cui gli aiuti umanitari possono promuovere il conflitto. Gruppi armati possono confiscare gli aiuti e, anche quando raggiungono i destinatari previsti, è difficile garantire che non siano sottratti da membri locali di milizie locali se anch’essi sono bisognosi di aiuto.

Inoltre, uno studio recente che analizza la relazione tra conflitti e aiuti alimentari degli Stati Uniti ha evidenziato che un aumento degli aiuti al grano da parte degli Stati Uniti ha tendenzialmente prolungato i conflitti civili armati nei paesi beneficiari, soprattutto in presenza di divisioni etniche.

Tuttavia, è importante notare che la ricerca accademica si concentra principalmente sul ruolo degli aiuti umanitari in contesti postbellici, quindi è complicato trarre conclusioni definitive. Un’altra ricerca focalizzata sull’Iraq suggerisce che progetti di piccola scala e la spesa per aiuti locali possono ridurre i conflitti, incoraggiando i cittadini ad appoggiare il governo in maniera indiretta.

Per questo motivo, l’impatto degli aiuti umanitari sul conflitto può variare notevolmente a seconda del tipo di aiuto fornito, del modo in cui viene distribuito e delle specifiche condizioni socio-culturali, storiche, geografiche e politiche del paese beneficiario.

Inoltre, si discute delle differenze tra diritti umani e diritti umanitari, e delle responsabilità delle organizzazioni riguardo ai bisogni dei rifugiati, che devono considerare sia i diritti umani fondamentali che le norme umanitarie.

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