A cosa serve il tetto sul prezzo del petrolio approvato dal G7?

Il tetto al prezzo del petrolio serve a limitare le risorse incassate dalla Russia per finanziare la guerra in Ucraina e scongiurare nuovi shock sul mercato

A cosa serve il tetto sul prezzo del petrolio approvato dal G7
A cosa serve il tetto sul prezzo del petrolio approvato dal G7? Il tetto al prezzo del petrolio russo ha un duplice obiettivo: limitare le risorse incassate dalla Russia grazie all’export di prodotti energetici e utilizzate per finanziare la guerra in Ucraina; scongiurare “nuovi shock” sul mercato del petrolio.

La Russia, infatti, nonostante il calo dei volumi esportati, grazie all’aumento dei prezzi ha visto il valore dell’export di greggio aumentare tra maggio e giugno di 700 milioni di dollari, a oltre 20 miliardi.

Come funziona il tetto sul prezzo approvato dal G7?

Il meccanismo stabilito dai ministri finanziari del G7 prescrive il divieto di copertura assicurativa e di finanziamenti a spedizioni di greggio e derivati di origine russa (la “completa proibizione di servizi che consentono il trasporto marittimo”) se questi non saranno venduti a prezzi che rispettino il tetto prestabilito. Il 90% del business assicurativo mondiale sul trasporto di petrolio è in mano a compagnie di Paesi del G7.

Il livello del prezzo verrà determinato da una “ampia coalizione di Paesi che aderiscono e applicano il price cap“. Il meccanismo è previsto che entri in vigore il 5 dicembre per il greggio e il 5 febbraio per i prodotti raffinati.

Il prezzo iniziale per il petrolio russo sarà “basato su input tecnici e deciso dall’intera coalizione” e “comunicato in modo chiaro e trasparente“, monitorato e riesaminato quando necessario per valutarne impatto ed efficacia.

La reazione della Russia

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha accusato il G7 di “destabilizzare” le piazze energetiche e minacciato ritorsioni nei confronti di aziende e nazioni che adotteranno il tetto.

Incognite Cina e India

L’incognita maggiore sul piano e le sue ripercussioni riguarda le reazioni di India e Cina. Finora, i due Paesi non solo hanno evitato di sostenere sanzioni contro Mosca ma hanno aumentato gli acquisti di petrolio russo. In India, prima dell’invasione russa dell’Ucraina il suo import di greggio russo era vicino allo zero. A luglio, invece, è salito a 1 milione di barili al giorno.

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