Vantaggi e svantaggi del cambio di residenza su Isee, nucleo familiare, agevolazioni, detrazioni e benefici fiscali
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi del cambio di residenza. Bisogna dichiarare la residenza nel luogo dove si vive quotidianamente (ossia, all’interno della propria dimora abituale). Non si può essere residenti in un luogo e dimorare in un altro. Il comportamento di chi dichiara la residenza in un luogo dove non abita per gran parte dell’anno è considerato un reato (quello di “falso in atto pubblico”).
Tale reato, però, non scatta nei confronti di chi, cambiando dimora, non aggiorna la residenza (ossia, non fornisce all’anagrafe il nuovo indirizzo). Questo perché l’illecito penale richiede una condotta attiva, mentre in questo secondo caso si tratta di una semplice omissione.
Vantaggi del cambio di residenza
- Possibilità di accedere a prestazioni socio-assistenziali a cui non si avrebbe diritto se si continuasse a convivere con persone legate da un rapporto di parentela. Chi trasferisce la propria residenza si stacca dal precedente nucleo familiare per formarne uno a sé stante. Quindi, avrà un proprio Isee e, se il suo reddito è inferiore a determinate soglie, potrà usufruire di diversi sostegni per i poveri (ad esempio, diritto al gratuito patrocinio, pensione sociale, ecc.). Diversamente, i suoi redditi si sommerebbero a quelli degli altri conviventi.
- Possibilità di scegliere un medico curante che sia più vicino a sé (ad esempio, nel proprio Comune) o di recarsi presso gli uffici di riferimento per ottenere certificati.
- Per le utenze si può usufruire di una tariffa agevolata per residenti.
- Se il contribuente va a vivere in una casa di cui è proprietario e vi fissa la residenza evita di versare su di essa l’Imu (cosa che non si può fare solo se vi si risiede o solo se vi si vive).
- La residenza in una casa di proprietà, se questa è anche l’unica di proprietà, ne determina l’impignorabilità per l’Agente della Riscossione. Quindi, se si hanno dei debiti per cartelle esattoriali non versate, vale il divieto di pignoramento della prima casa a patto che il contribuente non abbia altri immobili di proprietà e che in tale casa abbia fissato la propria residenza.
Svantaggi del cambio di residenza
- Se si ha un reddito complessivo annuo non superiore a 2.840,51 euro (al lordo degli oneri deducibili) si può essere fiscalmente a carico del familiare con cui si convive, il quale otterrà le detrazioni fiscali previste dalla legge. Questo beneficio cessa, però, se il familiare va a vivere altrove.
- Reperibilità per postini e ufficiali giudiziari: ogni volta che c’è da notificare un atto e il destinatario non viene trovato, se il luogo della nuova dimora non è conosciuto l’atto viene depositato presso l’ufficio postale (se si tratta di una raccomandata a.r.) o presso la Casa Comunale della precedente residenza (indipendentemente dal fatto che questi non vi abiti più). Se c’è da notificare una multa, una cartella esattoriale, una citazione in giudizio e così via, il destinatario non potrà venirne a conoscenza, non potrà difendersi e ne subirà tutte le conseguenze.
- Effetti sul tribunale competente per eventuali cause. Tutte le volte che c’è da avviare un giudizio contro un’altra persona, il giudice a cui rivolgersi è quello del luogo di residenza di quest’ultima (salve alcune deroghe). Fissare la propria residenza in un luogo lontano da quello dove si vive potrebbe, però, implicare delle difficoltà logistiche in termini di tutela giudiziaria.
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