Cos’è l’Irpef?

L’Irpef è un tipo di imposta che varia in base al reddito di una persona. Si applica ai guadagni derivanti da lavoro dipendente, assimilati e di impresa, e viene pagata dalle persone fisiche

Cos'è l'Irpef?
Cos’è l’Irpef? L’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF) è stata introdotta nel 1973 ed è obbligatoria per circa 40 milioni di contribuenti. Per calcolarla si considerano 4 aliquote e scaglioni di reddito. Le ultime modifiche sono state stabilite nella Legge di Bilancio dell’anno scorso.

Le regole fondamentali dell’IRPEF sono contenute nel Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), ovvero il Decreto del Presidente della Repubblica del 22 dicembre 1986, n. 917. Questo decreto stabilisce anche le detrazioni e le deduzioni a cui hanno diritto le persone fisiche soggette a questa imposta.

L’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, abbreviata in Irpef, è un’imposta che le persone fisiche devono pagare in base ai seguenti tipi di redditi:

  • Redditi da proprietà, che includono immobili e terreni.
  • Redditi da capitale.
  • Redditi da lavoro dipendente, che comprendono anche redditi simili a quelli da lavoro dipendente e redditi pensionistici.
  • Redditi da lavoro autonomo.
  • Redditi da attività imprenditoriale.
  • Altri redditi diversi, elencati nell’articolo 67 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi.

Sono tenute a pagare l’Irpef sia le persone fisiche residenti che non residenti sul territorio dello Stato.

Cos’è e come funziona l’Irpef

L’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF) è un tipo di imposta che varia in base al reddito di una persona. Si applica ai guadagni derivanti da lavoro dipendente, assimilati e di impresa, e viene pagata dalle persone fisiche.

Ci sono 4 diverse percentuali di imposta che si applicano a seconda dell’ammontare del reddito.

Questi sono i 4 livelli di reddito e le relative percentuali di imposta:

  • 23% per i redditi da 0 a 15.000 euro (con un’esenzione fiscale fino a 8.174 euro).
  • 25% per i redditi da 15.001 a 28.000 euro.
  • 35% per i redditi da 28.001 a 50.000 euro.
  • 43% per i redditi superiori a 50.000 euro.

Le diverse percentuali di imposta applicate ai vari livelli di reddito contribuiscono a rendere l’imposta progressiva.

Come si calcola l’ammontare esatto dell’imposta da pagare?

A partire dal secondo livello di reddito in poi, l’aliquota Irpef si applica solo alla parte di reddito che supera l’importo del livello precedente.

Ad esempio, se il reddito imponibile è di 25.000 euro, l’imposta lorda sarà calcolata come segue: il 23 per cento dei primi 15.000 euro (3.450 euro) più il 25 per cento dei successivi 10.000 euro (2.500 euro). Quindi, l’imposta lorda da pagare sarà di 5.950 euro.

Quali elementi contribuiscono alla progressività dell’Irpef?

Gli elementi che contribuiscono alla progressività dell’Irpef non si limitano solo alle aliquote e ai diversi livelli di reddito. Al raggiungimento dei principi stabiliti dall’articolo 53 della Costituzione, concorrono anche altre componenti come le detrazioni, le deduzioni e la “no tax area“.

Questo insieme di regole mira a personalizzare l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche in base alla situazione lavorativa e familiare di ciascuno. Tuttavia, in pratica, anche in situazioni relativamente semplici, non è sempre agevole determinare l’importo dell’imposta dovuta tramite un semplice calcolo manuale.

Le detrazioni, che possono variare, riducono l’imposta calcolata in base alle aliquote.

Esempio di calcolo dell’IRPEF considerando le detrazioni per il lavoro dipendente
Il meccanismo previsto dall’articolo 13 del TUIR prevede il riconoscimento delle seguenti detrazioni IRPEF per lavoro dipendente:

  • 1.880 euro fino a 15.000 euro di reddito. L’importo minimo della detrazione riconosciuta è di 690 euro; nel caso di lavoro a tempo determinato, non può essere inferiore a 1.380 euro;
  • 1.910 euro, aumentata del prodotto tra 1.190 euro e l’importo corrispondente al rapporto tra 28.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e 13.000 euro, per i redditi superiori a 15.000 euro e fino a 28.000 euro;
  • 1.910 euro per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro; la detrazione spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 50.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e l’importo di 22.000 euro.

Ai titolari di redditi superiori a 25.000 euro e fino a 35.000 euro spetta una detrazione aggiuntiva di 65 euro.

Esempio di calcolo dell’IRPEF con le regole attuali (su un reddito da lavoro dipendente di 25.000 euro vengono applicate prima le aliquote)
15.000 x 0.23 + 10.000 x 0.25 = 3.450 + 2.500 = 5.950 euro: questo è l’importo dell’imposta lorda.

Per calcolare la detrazione spettante sul reddito considerato, si applica la seguente formula: 1.910 + 1.190 x (28.000 – reddito complessivo)/13.000).

Si procede come segue: 1.910 + 1.190 x (28.000 – 25.000)/13.000) = 2.184,53 (importo della detrazione spettante).

L’IRPEF netta nel caso in esame risulterà quindi pari a 3.765,47 euro, sottraendo dall’imposta lorda il valore delle detrazioni per lavoro dipendente riconosciute.

Come agiscono le detrazioni?

Le detrazioni rappresentano una modalità per ridurre l’importo dell’imposta dovuta, determinando così un importo finale chiamato “imposta netta“.

Queste detrazioni vengono concesse in base a diverse situazioni del contribuente, come ad esempio il tipo di lavoro svolto (lavoratore dipendente, pensionato, ecc.) o la presenza di familiari a carico.

Esistono due tipi di detrazioni: fisse o variabili in base all’incremento del reddito. Ad esempio, per gli interessi passivi di un mutuo, viene concessa una detrazione del 19% sulla spesa sostenuta, fino a un massimo di 4.000 euro. Quindi, dall’imposta dovuta è possibile detrarre fino a 760 euro.

In che modo le detrazioni contribuiscono alla progressività dell’imposta?

Le detrazioni contribuiscono alla progressività dell’imposta in questo modo: se le detrazioni diminuiscono all’aumentare del reddito, come nel caso delle detrazioni per lavoro, pensione o carichi familiari, un aumento del reddito comporta non solo il passaggio a un’aliquota più alta, ma anche una riduzione dell’importo delle detrazioni stesse. Di conseguenza, si verifica un aumento dell’imposta netta.

Questo significa che coloro che hanno un reddito più elevato vedono una maggiore percentuale del loro reddito destinata alle imposte. In altre parole, contribuiscono con una quota maggiore al gettito fiscale complessivo.

Cosa sono le deduzioni?

Le deduzioni fiscali rappresentano la pratica per cui un determinato importo viene sottratto dal reddito imponibile prima dell’applicazione delle aliquote fiscali. In questo modo, l’importo dedotto diventa esente dall’imposta, determinando un “sconto” corrispondente all’aliquota che altrimenti sarebbe stata applicata su tale importo.

Per comprendere meglio, consideriamo un esempio pratico: se si deducono 1.000 euro da un reddito di 30.000, il reddito imponibile scende a 29.000 euro. È su questo nuovo valore che vengono applicate le aliquote dell’imposta sul reddito (Irpef), consentendo una riduzione dell’imposta pagata proporzionata all’importo dedotto. In sintesi, le deduzioni offrono un meccanismo che contribuisce a ottimizzare la tassazione, consentendo ai contribuenti di ridurre il reddito imponibile e, di conseguenza, l’imposta da versare.

Cosa si intende per aliquota media?

L’aliquota media è la percentuale che esprime il rapporto tra l’imposta netta e il reddito imponibile.

Ad esempio, consideriamo un lavoratore dipendente con un reddito di 25.000 euro. Se l’imposta lorda dovuta per questo reddito è di 5.950 euro, allora l’aliquota media è del 23,8%. Questo valore rappresenta la media delle aliquote fiscali applicate e risulta inferiore all’aliquota più alta, che è del 25%.

Cosa si intende per aliquota marginale?

L’aliquota marginale è la percentuale di tassazione che si applica sull’ultima parte di reddito guadagnata. In sostanza, è la percentuale con cui verrebbe tassato l’importo aggiunto al reddito.

Immagina un reddito di 30.000 euro con un’aliquota marginale del 35%. Se quel reddito cresce di 1.000 euro, 350 euro vengono pagati come tasse.

Tuttavia, la reale aliquota marginale è spesso più alta della percentuale nominale. Questo perché oltre all’aliquota stessa, si considerano anche le detrazioni lavorative e, se del caso, quelle legate ai carichi familiari, che possono diminuire con l’aumento del reddito.

Esiste un’area senza tasse? Cos’è?

L'”area senza tasse” è un termine non tecnico che indica il livello di reddito sotto il quale non si deve pagare alcuna imposta.

Non è una esenzione stabilita direttamente dalla legge, ma dipende dalle varie detrazioni applicate al reddito da lavoro dipendente, pensione o lavoro autonomo. Queste detrazioni diminuiscono man mano che il reddito aumenta.

Di conseguenza, l’area senza tasse varia a seconda delle diverse categorie di contribuenti: è di circa 8.145 euro per i lavoratori dipendenti, circa 8.130 per i pensionati e 4.800 per i lavoratori autonomi.

Quando l’imposta sul reddito (IRPEF) viene azzerata, anche le relative addizionali regionali e comunali vengono annullate.

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