Come evitare che ti pignorino i soldi sul conto corrente?

Il debitore ha il diritto di prelevare denaro dal proprio conto corrente prima che intervenga una sentenza di condanna o un pignoramento da parte del creditore

Come evitare che ti pignorino i soldi sul conto corrente?

Come evitare che ti pignorino i soldi sul conto corrente? Quando si teme che un creditore possa pignorare i propri beni, le preoccupazioni spesso si concentrano sul conto corrente. Infatti. i soldi depositati in banca sono facilmente pignorabili. A differenza della casa, che richiede un’asta giudiziaria, o dello stipendio e della pensione, che hanno limiti di pignoramento, i fondi sul conto corrente possono essere bloccati immediatamente dalla banca o dalla posta una volta notificato l’atto di pignoramento, in attesa dell’ordine del giudice di trasferirli al creditore. È quindi importante agire tempestivamente per evitare danni irreversibili.

Quando il conto corrente non può essere pignorato?

Tutti i conti correnti, inclusi quelli all’estero, possono essere pignorati, anche se per quelli esteri le procedure sono più complesse. Anche le carte prepagate con o senza IBAN possono essere pignorate, poiché funzionano come un conto corrente.

Tuttavia, ci sono alcune eccezioni. Non possono essere pignorati i conti correnti dove vengono accreditate esclusivamente pensioni di invalidità, assegni di accompagnamento, o erogazioni per i poveri o disoccupati (come la Naspi), senza altre entrate.

I conti dove vengono accreditati stipendio o pensione possono essere pignorati solo per la parte eccedente il triplo dell’assegno sociale, che viene rivalutato annualmente dall’Inps. Se il deposito è inferiore a questo limite, non ci sarà pignoramento, ma le successive mensilità versate dal datore di lavoro o dall’Inps potranno essere pignorate fino a un quinto al mese. Per le pensioni, viene prima detratto il “minimo vitale”, pari al doppio dell’assegno sociale.

Anche i conti PayPal sono pignorabili come qualsiasi altro conto bancario, anche se non tutti i creditori riescono a individuarli facilmente, a differenza degli altri conti che sono censiti nell’Anagrafe Tributaria e nel Registro dei Rapporti Finanziari, a cui ogni creditore ha accesso.

Come svuotare il conto corrente facendo prelievi?

Il debitore ha il diritto di prelevare denaro dal proprio conto corrente prima che intervenga una sentenza di condanna o un pignoramento da parte del creditore. Fino a 10.000 euro al mese, può prelevare contanti senza dover fornire spiegazioni. Oltre questo limite, la banca richiede al cliente di dichiarare per iscritto la destinazione delle somme, per evitare segnalazioni di operazioni sospette all’Unità di Informazione Finanziaria, che potrebbe coinvolgere la Procura.

Per ridurre il rischio di segnalazioni, è consigliabile effettuare prelievi in tranche mensili al di sotto del tetto di 10.000 euro. Le Poste, invece, limitano solitamente i prelievi a 5.000 euro.

Chi preferisce non tenere il denaro con sé può optare per una cassetta di sicurezza presso la stessa banca.

Tuttavia, una volta scampato il rischio di pignoramento, possono sorgere complicazioni. Nel reinserire le somme in banca, potrebbe essere necessario affrontare un controllo fiscale. L’Agenzia delle Entrate potrebbe richiedere spiegazioni sulla provenienza dei fondi e, in mancanza di documentazione adeguata, applicare sanzioni. Ogni versamento sul conto, infatti, è considerato reddito imponibile fino a prova contraria.

Come svuotare il conto corrente con assegni circolari?

Un metodo alternativo per svuotare il conto corrente è ottenere dalla propria banca degli assegni circolari, che possono essere nascosti in casa o conservati in una cassetta di sicurezza. Utilizzando questo stratagemma, le somme rilevanti non rimangono nel conto visibile al creditore, che non può pignorarle.

Gli assegni circolari possono essere conservati fino a tre anni dalla data di emissione. Trascorso questo periodo, se l’assegno non è stato incassato, la banca lo considera “dormiente” e il relativo importo viene versato nel Fondo indennizzo risparmiatori. In ogni caso, il diritto del beneficiario a riscuotere l’assegno prescrive entro dieci anni dalla scadenza del primo periodo triennale.

Gli assegni circolari possono essere intestati al beneficiario stesso o a terzi. Nel primo caso, non si verificheranno complicazioni fiscali al momento del riutilizzo delle somme sul conto corrente.

Bonificare i soldi su un altro conto corrente

Trasferire denaro su un altro conto è una pratica comune per svuotare il proprio saldo, ma il beneficiario del bonifico deve poi giustificare l’ingresso di queste somme all’Agenzia delle Entrate. Se l’importo è significativo, potrebbe essere necessario un atto notarile e il pagamento di un’imposta fissa di registro (solitamente 200 euro). Inoltre, la donazione registrata potrebbe essere contestata dal creditore entro cinque anni con un’azione revocatoria, rendendola nulla.

Cointestare il conto corrente

Cointestare il conto con un’altra persona teoricamente rende pignorabile solo il 50% dei fondi. Tuttavia, questa pratica è considerata una forma di donazione e può essere impugnata dal creditore entro cinque anni con un’azione revocatoria.

Fingere un debito

Alcune persone consentono ad un terzo di pignorare il loro conto corrente attraverso un accordo consensuale. Questo terzo emette una cambiale o un assegno che viene poi protestato per mancato pagamento. Utilizzando questo titolo esecutivo, il creditore può bloccare il conto corrente, impedendo al terzo di accedere ai fondi disponibili.

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