Cos’è l’omicidio di Luca Sacchi?

L’omicidio di Luca Sacchi, un giovane personal trainer di 24 anni, avvenuto nell’ottobre del 2019 a Roma, nel quartiere Appio Latino

Cos'è l'omicidio di Luca Sacchi?
Omicidio Luca Sacchi. La vicenda riguarda l’omicidio di Luca Sacchi, un giovane personal trainer di 24 anni, avvenuto nell’ottobre del 2019 a Roma, nel quartiere Appio Latino. Luca è stato ucciso da un colpo di pistola alla testa mentre si trovava con la sua fidanzata, Anastasiya Kylemnyk, fuori da un pub poco distante dal parco della Caffarella, poco prima di mezzanotte il 24 ottobre 2019.

Nel processo per l’omicidio di Luca, sono stati coinvolti tre imputati. Durante la fase di requisitoria del processo, il pm Giulia Guccione ha richiesto l’ergastolo per Valerio Del Grosso, l’esecutore materiale dell’omicidio, e una condanna di trent’anni per Paolo Pirino e Marcello De Propris. Il primo era presente con Del Grosso quando è stato sparato il colpo mortale, mentre il secondo ha fornito la pistola utilizzata nell’omicidio, che apparteneva a suo padre, Armando.

Anastasiya è stata coinvolta nel processo in quanto vittima insieme al fidanzato Luca, nel tentativo di rapina e aggressione che ha preceduto l’omicidio. Per lei, è stata richiesta una condanna di quattro anni e mezzo per reati legati alla droga.

Infine, resta un mistero la scomparsa di 70.000 euro dopo l’omicidio, un aspetto non ancora chiarito nella vicenda.

Cosa è successo la sera del 23 ottobre

Nella sera del 23 ottobre è accaduto un evento che, sin dall’inizio, ha presentato dichiarazioni e prove apparentemente incoerenti tra loro. Già il giorno successivo a quella tragica notte, le prime informazioni hanno dipinto la situazione come una rapina che aveva avuto un epilogo drammatico.

Tuttavia, nel corso delle indagini condotte dalle forze dell’ordine, la verità è venuta gradualmente alla luce. È emerso che Luca e la sua fidanzata non si trovavano davanti al John Cabot Pub quella sera per trascorrere un normale momento di svago tra amici con una birra in mano, come inizialmente sembrava. In realtà, erano lì per un motivo ben diverso: uno scambio di denaro e sostanze stupefacenti. È emerso che colui che ha causato la tragica morte di Luca non era un semplice rapinatore.

Lo scambio droga-soldi

Luca e Anastasiya si sono recati sul luogo dell’appuntamento in compagnia di Giovanni Princi, un giovane che Luca aveva conosciuto durante l’ultimo anno di liceo e che aveva organizzato l’incontro. Dopo una serie di incontri preliminari per la trattativa, quella sera era previsto l’acquisto di una consistente quantità di droga, circa 15 kg di marijuana, da parte di Anastasiya. Gli spacciatori coinvolti erano Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, provenienti da Casal Monastero. Anastasiya aveva con sé, nel suo zainetto rosa, la somma di 70mila euro da scambiare con la sostanza stupefacente.

I primi testimoni a riferire ai carabinieri dei dettagli dello scambio furono Simone Piromalli e Valerio Rispoli, alcuni giorni dopo l’omicidio. Piromalli è poi scomparso due anni dopo a causa di un tragico incidente sul Grande Raccordo Anulare. Secondo quanto dichiarato da Piromalli davanti alla Corte d’Assise, una volta giunti sul luogo dell’incontro, lui e Rispoli avrebbero assistito all’estrazione di una mazzetta di soldi dallo zaino rosa di Anastasiya. Questa azione serviva a verificare che la somma di 70mila euro fosse effettivamente presente. Successivamente, i due si sarebbero allontanati dal luogo.

A quel punto, Anastasiya e Luca rimasero soli con Del Grosso e Pirino. Quest’ultimo, secondo quanto affermato, avrebbe colpito la coppia con una mazza, forse perché temeva che Anastasiya e Luca volessero tenere sia la droga che i 70mila euro, che, va sottolineato, sono poi misteriosamente scomparsi. Tuttavia, ciò che i due spacciatori non si aspettavano era la reazione di Luca Sacchi. È in quel momento che Valerio Del Grosso, un giovane pasticcere di 21 anni, avrebbe sparato un colpo proveniente da una pistola calibro 38, colpendo Sacchi nella parte posteriore del collo. Il giovane di 24 anni, rimasto privo di sensi sulla strada, fu trasportato d’urgenza all’ospedale San Giovanni Addolorata, ma purtroppo morì poco dopo.

L’arresto dei tre imputati: Del Grosso, Pirino e De Propris

Pochi giorni dopo l’omicidio, durante i quali gli investigatori hanno condotto una serie di indagini serrate per identificare i due giovani fuggiti a bordo di una Smart bianca, noleggiata e poi sostituita la mattina successiva fingendo un guasto dopo lo sparo che ha ucciso Luca Sacchi, Valerio Del Grosso e Paolo Pirino sono stati arrestati. La segnalazione che ha portato all’arresto di Del Grosso è giunta dalla sua stessa madre, Giovanna Proietti. Quest’ultima aveva compreso il coinvolgimento del figlio nella vicenda, collegando quanto stava accadendo nei media alle voci che circolavano nel quartiere.

Mi distrugge il dolore, ma è giusto che mio figlio paghi e si assuma la responsabilità delle sue azioni. So però che non aveva intenzione di uccidere“, ha dichiarato la donna dopo aver denunciato suo figlio. Durante l’incontro con gli agenti di polizia, ha aggiunto: “Sospetto che mio figlio abbia commesso un grave errore, ma è meglio che sia in carcere piuttosto che coinvolto con gli spacciatori“.

A questi due arresti si è aggiunta la figura di Marcello De Propris, che ha fornito la pistola calibro 38 a Valerio Del Grosso, con cui è stato ucciso Luca Sacchi. De Propris aveva ottenuto l’arma da fuoco dal padre, Armando De Propris, e la aveva poi consegnata a Del Grosso. Marcello De Propris era già noto alle forze dell’ordine e oggetto di indagini per reati legati al traffico di droga.

Menzogne, mistificazioni, depistaggi

Il compito di far luce sulla vicenda che ha portato alla tragica morte di Luca Sacchi si è rivelato estremamente complesso, secondo quanto affermato dalla procuratrice nel corso della requisitoria del 11 febbraio 2022. La ragione esatta dell’omicidio sembra ancora sfuggire, secondo la magistratura. La pm ha dichiarato: “Oggi mi sento obbligata a fornire la verità processuale che risulta dalle carte. Perché è stato ucciso? Il motivo a me ad oggi sfugge. Lo zaino era nelle mani di Paolo Pirino. Il grilletto è stato premuto da Valerio Del Grosso con gratuita violenza, non c’era motivo“.

Inoltre, la procuratrice ha sottolineato che anche le due persone presenti con Luca Sacchi al momento dell’omicidio non sono state particolarmente collaborative. Ha definito il comportamento di Giovanni Princi come ostacolante nell’accertamento della verità dei fatti. La pm ha continuato affermando che Anastasiya Kylemnyk ha mentito e cambiato versione più volte. Fortunatamente, i tentativi di depistaggio non hanno avuto successo, e oggi è stato possibile chiarire il contesto in cui si è consumato l’omicidio. La vicenda è stata definita paradossale, poiché sin dall’inizio Luca, la vittima, è stato trattato come se fosse l’accusato.

Il processo per l’omicidio di Luca Sacchi

Il processo per l’omicidio di Luca Sacchi ha avuto inizio nel 2020, dopo che ai 3 imputati non è stato concesso di essere giudicati con il rito abbreviato, che avrebbe permesso uno sconto di un terzo della pena, ma che è inapplicabile nei casi di omicidio aggravato, dove è prevista la possibilità dell’ergastolo. La prima udienza, originariamente programmata per marzo 2020, è stata inizialmente rinviata a causa dell’epidemia di coronavirus. Successivamente, il processo è iniziato nel mese di maggio, ma negli ultimi mesi ha rischiato di essere annullato a causa di un vizio di forma dovuto a delle intercettazioni tra gli arrestati in carcere che non sono state fornite agli avvocati.

Cosa non torna nell’omicidio di Luca Sacchi

Nel caso dell’omicidio di Luca Sacchi, c’è stata una serie di elementi che hanno creato confusione. Inizialmente, sembrava che Luca fosse stato vittima di una rapina, ma poi è emersa l’ipotesi di legami con il traffico di droga. Nei giorni successivi all’incidente, il coinvolgimento di Luca nell’acquisto della droga non è stato subito chiaro. Tuttavia, l’autopsia ha confermato che Luca non aveva tracce di sostanze stupefacenti nel suo corpo. Nonostante ciò, dalle conversazioni sul suo telefono e da alcune intercettazioni, sembra che Luca fosse a conoscenza delle vere ragioni dell’appuntamento. Valerio Del Grosso, uno degli imputati, ha affermato in una registrazione ambientale nel carcere che Luca, pace all’anima sua, era coinvolto nella situazione ma veniva presentato come un martire.

Anastasiya e Giovanni Princi

Nel processo per l’omicidio di Luca Sacchi, la ragazza di Luca, Anastasiya, e Giovanni Princi sono rimasti estranei all’accusa di omicidio. Tuttavia, sono stati condannati per reati legati alla droga. Quando Del Grosso ha sparato il colpo mortale a Luca, Anastasiya si trovava a breve distanza da lui, a terra a causa delle percosse subite da Paolo Pirino, mentre Princi si era già allontanato. Durante la requisitoria, la procuratrice ha richiesto per Anastasiya, accusata di reati legati alla droga ma vittima nel processo per omicidio aggravato, una condanna a quattro anni e mezzo di carcere, giudicando il suo comportamento grave e meritevole di sanzione. Al contrario, Giovanni Princi, accusato di essere coinvolto nello scambio di droga, è stato giudicato con il rito abbreviato e condannato a 4 anni di arresti domiciliari per spaccio. È stato anche lui l’autore di offese nei confronti dei genitori di Luca, a meno di un mese dalla morte del giovane.

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