Cosa si sa della morte di Giovanna Pedretti

A Sant’Angelo Lodigiano, un paese con 13.000 abitanti in provincia di Lodi, si è verificato il caso Pedretti

Cosa si sa della morte di Giovanna Pedretti

Cosa si sa della morte di Giovanna Pedretti. A Sant’Angelo Lodigiano, un paese con 13.000 abitanti in provincia di Lodi, si è verificato il caso Pedretti. Giovanna Pedretti, ristoratrice del luogo, si è suicidata domenica nel Lambro. L’incidente è avvenuto prima con delle lamette nella sua Fiat Panda, parcheggiata vicino a una discarica abusiva, e successivamente gettandosi nel fiume.

La vicenda è stata preceduta da una recensione omofoba sulla pizzeria di Giovanna su un portale online. La ristoratrice ha risposto pubblicamente su Facebook. Le indagini sul post del cliente e la deposizione di Pedretti sono parte delle fasi di questa tragedia.

Mercoledì 17 gennaio è prevista l’autopsia sul corpo di Giovanna Pedretti. La vicenda ha attirato l’attenzione mediatica e ha visto diverse fasi, tra cui l’ammirazione iniziale per la ristoratrice e le successive affermazioni di Biagiarelli e Lucarelli sulla presunta falsità dell’accaduto.

Chi era Giovanna Pedretti

Giovanna Pedretti, nata a Sant’Angelo Lodigiano l’8 settembre, aveva 59 anni al momento della sua morte. Era sposata con Nello e madre di Fiorina. La sua vita professionale ruotava attorno alla gestione della pizzeria “Le Vignole” insieme al marito Nello, di 62 anni, originario della Campania. Il locale si trovava in via XX Settembre, non lontano dal centro storico del paese, in una bassa palazzina di fronte a un parco pubblico, vicino alla parrocchia e all’oratorio. Giovanna, descritta dai conoscenti come una persona determinata e appassionata del suo lavoro, si occupava sia della cucina, dirigendo il personale, sia della sala, intrattenendo i clienti.

Il tragico evento della sua morte è avvenuto prima dell’alba del 14 gennaio. Nei giorni precedenti, Giovanna era passata da essere vista come una sorta di eroina nazionale a diventare oggetto di insulti, entrambi avvenuti sui social media. Questo fenomeno, comune nei canali digitali, oscilla tra elogi e critiche senza mezzi termini. Giovanna, una figura vivace e apprezzata, è stata coinvolta in questo vortice di opinioni contrastanti, che alla fine hanno contribuito al suo tragico destino.

La mattina in caserma

La Procura di Lodi, in coordinamento con i carabinieri locali, sta conducendo un’indagine che si concentra su due aspetti legati alla tragica fine di Giovanna. Si ipotizza il reato di istigazione al suicidio, prendendo in considerazione una presunta recensione di un cliente e gli attacchi subiti dalla donna.

Gli investigatori spiegano che per verificare la veridicità della recensione, in cui un cliente lamentava di aver mangiato vicino a tavoli con persone gay e disabili, sarà necessario un approfondito esame tecnico e il coinvolgimento di Google.

Secondo la testimonianza di Giovanna, la recensione in questione le era pervenuta ad aprile, ma al momento non esistono prove concrete, tranne una fotografia che è in possesso della stessa Giovanna. In giorni recenti, durante una difficile deposizione dovuta alle sue precarie condizioni psico-fisiche e alla cronica insonnia, la donna ha riproposto online lo scambio di messaggi (la recensione del cliente e la sua risposta). Questo ha suscitato l’attenzione crescente dei media che hanno dedicato spazio alla sua storia, ricevendo persino i complimenti del ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli.

Selvaggia Lucarelli e Lorenzo Biagiarelli

Selvaggia Lucarelli, insieme al compagno Lorenzo Biagiarelli, chef e blogger, ha sollevato dubbi riguardo all’autenticità della recensione di un presunto cliente. Lucarelli ipotizzava che potesse trattarsi di una mossa orchestrata da Giovanna stessa, con l’obiettivo di ottenere consensi. Una sorta di marketing che sfruttava l’opposizione al razzismo nei confronti di gay e disabili.

L’azione di Lucarelli mirava a cercare la verità, come la stessa giornalista ha spiegato successivamente al Corriere. Tuttavia, questa iniziativa ha scatenato reazioni negative sui social.

Il mancato identikit

Il sabato mattina del 13 gennaio, Giovanna è stata chiamata dai carabinieri per deporre come testimone in merito agli attacchi online e al fascicolo aperto contro ignoti. Durante l’interrogatorio, la donna ha fornito la sua versione dei fatti. Quando le è stata posta la domanda su perché avesse riproposto online la recensione, datata aprile, solo la scorsa settimana, ha risposto di aver visto nuovamente quel cliente nella pizzeria.

Giovanna, davanti agli investigatori era profondamente scossa, forse non completamente lucida. Inoltre, nonostante fosse comprensibile non ricordare tutte le persone che si incontrano ogni giorno, la donna non è riuscita a fornire elementi chiari per delineare un identikit del cliente in questione. Tuttavia, durante l’interrogatorio con i carabinieri, ha ammesso di non sapere chi fosse quel cliente.

Considerando le circostanze e il fatto che si tratta di una pizzeria di dimensioni ridotte, con una clientela principalmente locale, l’incapacità di Giovanna di fornire dettagli potrebbe influire sulla credibilità della sua deposizione. A Sant’Angelo Lodigiano, infatti, si incontrano pochi stranieri, soprattutto nei giorni feriali d’inverno.

L’analisi dei conti bancari

Fin dall’inizio, gli investigatori hanno escluso problemi economici legati alla pizzeria. Analizzando i documenti della Camera di Commercio relativi al locale, non emergono segni di difficoltà finanziarie apparenti. Le biografie professionali di Giovanna e Nello non presentano debiti, cambiali o pignoramenti. Tuttavia, gli investigatori, nell’ampio spettro del loro lavoro, non escludono approfondimenti riguardo a eventuali movimenti di denaro anomali a fini personali. La piena comprensione di questi dettagli richiederà del tempo.

Potrebbero emergere elementi utili mercoledì 17 gennaio dall’autopsia, sebbene gli ultimi istanti di vita sembrino già chiari. La corrente del Lambro ha impedito al corpo di allontanarsi grazie a un impigliamento. Le circostanze del tentato suicidio suggeriscono una determinazione da parte di Giovanna nel cercare il tragico epilogo. Tuttavia, non sono emersi segni premonitori: non ci sono lasciti o spiegazioni scritte, non ha concluso le solite attività quotidiane come la lettura e l’invio di email, la preparazione degli ordini per la pizzeria o il pagamento delle bollette imminenti. Niente. Allo stesso modo, la donna non ha sistemato beni personali o arredi, lasciando uno scenario privo di indizi di un addio ai suoi cari, di un ultimo saluto.

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