Sarkozy ha ammesso “il golpe” contro Berlusconi nel 2011?

L’ex presidente francese, Nicolas Sarkozy, nel suo ultimo libro intitolato “Il tempo delle battaglie”, ha rivelato dettagli sulle circostanze che portarono alla caduta del governo guidato da Silvio Berlusconi nel novembre del 2011

Sarkozy ha ammesso il golpe contro Berlusconi nel 2011?
Sarkozy ha ammesso “il golpe” contro Berlusconi nel 2011?

L’ex presidente francese, Nicolas Sarkozy, nel suo ultimo libro intitolato “Il tempo delle battaglie”, ha rivelato dettagli sulle circostanze che portarono alla caduta del governo guidato da Silvio Berlusconi nel novembre del 2011. Questa ammissione ha gettato nuova luce sulla situazione politica dell’epoca e sul ruolo chiave che Francia e Germania hanno giocato nell’imporsi dell’austerità all’Italia attraverso una serie di manovre finanziarie apparentemente crudeli ma, secondo Sarkozy, necessarie.

“Golpe Morbido”

Il termine “golpe morbido” si riferisce a un colpo di stato che si verifica attraverso mezzi non convenzionali, spesso utilizzando strumenti finanziari e politici anziché la forza militare. Nel caso italiano del 2011, il golpe morbido fu orchestrato da Francia e Germania per imporre misure di austerità all’Italia, utilizzando l’arma finanziaria come strumento principale.

Impatto della crisi dei debiti sovrani

La crisi finanziaria del 2008 aveva lasciato molte nazioni europee con debiti sovrani in crescita e la necessità di trovare finanziamenti per coprire queste spese. Tuttavia, senza un prestatore di ultima istanza per garantire i titoli del debito pubblico, gli Stati erano vulnerabili alle speculazioni dei mercati finanziari internazionali. Questi mercati avevano il potere di influenzare i tassi di interesse sui titoli sovrani attraverso strumenti come il credit default swap, aumentando il differenziale tra i tassi di interesse dei titoli di stato italiani e quelli tedeschi.

Manovre finanziarie di Deutsche Bank e BCE

Nel 2011, la Deutsche Bank e la Banca Centrale Europea (BCE), sotto la regia dell’asse franco-tedesco, fecero mosse calcolate per aumentare lo spread tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi. La Banca Centrale Tedesca vendette deliberatamente 8 miliardi di euro di titoli di stato italiani su un totale di 9 miliardi di euro che possedeva, scatenando il panico tra gli investitori e facendo salire i rendimenti dei titoli italiani. Successivamente, a agosto, la BCE annunciò che avrebbe sostenuto i titoli di stato italiani solo se il governo italiano avesse approvato ulteriori misure di austerità, nonostante una finanziaria precedentemente approvata da Bruxelles.

Rifiuto di Berlusconi e crisi dello spread

Il governo di Silvio Berlusconi era in disaccordo con l’approccio dell’Unione Europea riguardo all’austerità e alla politica economica. Questo, insieme alla sua opposizione all’intervento in Libia, aveva reso il governo italiano una figura problematica per le istituzioni europee. Quando la BCE chiese al governo italiano di accettare una linea di credito forzosa da 80 miliardi di euro, Berlusconi rifiutò. Di conseguenza, le operazioni finanziarie messe in atto portarono alla crescita dello spread e alla crisi dei titoli di stato italiani.

Ruolo chiave della BCE e di Christine Lagarde

Il presidente della BCE Jean-Claude Trichet e la direttrice del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde, entrambi francesi, furono tra gli artefici della strategia franco-tedesca per imporre misure di austerità all’Italia. Trichet alzò il tasso di sconto nonostante la crisi economica, aumentando ulteriormente la pressione finanziaria sull’Italia. Nel frattempo, Lagarde propose una linea di credito forzosa che avrebbe messo l’Italia sotto il controllo della Troika, composta da Unione Europea, Fondo Monetario Internazionale e BCE.

Destituzione di Berlusconi e successivo intervento di Mario Draghi

Nonostante la resistenza di Berlusconi, il governo italiano cadde nel novembre del 2011. Tuttavia, la situazione fu risolta solo quando Mario Draghi, il successivo governatore della BCE, annunciò che la BCE avrebbe fatto “tutto il necessario” per preservare l’euro. Questo segnò un punto di svolta nella crisi finanziaria, con la BCE che iniziò a sostenere i titoli di stato italiani e abbassando i rendimenti.

Conseguenze politiche e finanziarie

Il “colpo di stato” finanziario del 2011, come ammesso da Sarkozy, solleva importanti questioni sulla sovranità degli Stati e sulle pressioni finanziarie esercitate dalle istituzioni europee. Inoltre, evidenzia come la finanza possa influenzare pesantemente le decisioni politiche e destituire governi democraticamente eletti.

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