L’Italia rischia di rimanere senza microchip per bancomat e carta d’identità?

La crisi dei microchip è diventato un problema anche per la produzione di bancomat, carte di identità elettroniche e tessere sanitarie

L'Italia rischia di rimanere senza microchip per bancomat e carta d’identità?
Rischiamo di rimanere senza microchip per bancomat e carta d’identità? La cosiddetta “crisi del microchip” è iniziata nel 2020 in seguito alle restrizioni dovute alla pandemia da Covid (che in Cina, per la politica “zero-covid”, hanno contribuito alla frenata delle consegne e alla chiusura di alcuni stabilimenti).

Ora la crisi sta proseguendo alimentata dal conflitto tra Russia e Ucraina. Infatti, l’Ucraina è uno dei principali esportatori di C4F6 e di neon, gas utili per l’incisione laser dei wafer di silicio con cui si costruiscono i chip. La Russia, invece, esporta grandi quantità di palladio. Il conflitto ha portato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ad approvare il “Chip Act“, un investimento tra i 43 e i 45 miliardi di euro per la produzione europea di semiconduttori.

Intanto, la crisi ha prima colpito il mercato delle automobili, poi quello della tecnologia e della telefonia. Ora, la mancanza di semicondutori rischia di diventare un problema anche per la produzione di bancomat, carte di credito, tessere sanitarie e carte di identità elettroniche. 

In questo momento, l’offerta non riesce più a tenere il passo della domanda. Infatti, rispetto a 5 anni fa, i tempi di consegna dei chip necessari per i sistemi di sicurezza bancaria informatica si sono dilatati fino a raggiungere le 52 settimane (contro le 27 settimane pre-pandemia).

Cosa sta facendo l’Italia

Il governo italiano ha messo a disposizione delle imprese produttrici di microchip fondi per oltre 700 milioni di euro, in modo da “incentivare la ricerca e l’innovazione sul settore anche in Italia e in Europa“.

Purtroppo, però, il percorso per abbandonare la dipendenza dalla Cina è ancora lungo (anche perché la capacità produttiva nel settore all’interno dell’Unione Europea è scesa dal 24% all’8%). Così l’Italia ha dovuto annunciare la mancanza di micro-chip per le nuove tessere sanitarie. Le nuove carte saranno, quindi, senza il chip per accedere ai servizi on-line (secondo quanto riportato nella Gazzetta Ufficiale del 9 giugno).

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