Il rapporto di Amnesty International che certifica le violazioni dei diritti umani negli Stati Uniti

Nel 2023, la situazione dei diritti umani negli Stati Uniti è peggiorata. Un rapporto di Amnesty International evidenzia l’aumento delle violenze della polizia, un numero crescente di morti per violenza armata, la mancanza di progressi verso l’abolizione della pena capitale e le detenzioni arbitrarie a Guantanamo Bay

Il rapporto di Amnesty International che certifica le violazioni dei diritti umani negli Stati Uniti

Il rapporto di Amnesty International che certifica le violazioni dei diritti umani negli Stati Uniti. Nel 2023, la situazione dei diritti umani negli Stati Uniti è peggiorata sensibilmente. Un rapporto di Amnesty International evidenzia diversi aspetti preoccupanti, tra cui l’aumento delle violenze della polizia, un numero crescente di morti per violenza armata, la mancanza di progressi verso l’abolizione della pena capitale e le detenzioni arbitrarie a Guantanamo Bay. La ricerca sottolinea anche un aumento della discriminazione contro le persone Lgbti, nuove restrizioni all’aborto e politiche ambientali dannose.

Uso eccessivo della forza e violenza armata

Secondo il rapporto, nel 2023, la polizia statunitense ha ucciso 1.153 persone con armi da fuoco. Amnesty sottolinea che “l’uso letale della forza da parte della polizia ha colpito in maniera sproporzionata le persone nere”, che rappresentano circa il 18,5% delle vittime, pur costituendo solo il 13% della popolazione.

Inoltre, i dati del 2022 mostrano che la violenza armata ha causato almeno 48.000 morti. Il numero impressionante di vittime riflette una media di 132 persone uccise ogni giorno negli Stati Uniti a causa della violenza armata.

Pena di morte e detenzioni arbitrarie

Nonostante alcuni Stati abbiano preso provvedimenti contro la pena di morte, Amnesty evidenzia che il Dipartimento di Giustizia degli USA “ha continuato a difendere le condanne a morte federali esistenti” e ha cercato di ottenere nuove condanne. Solo lo Stato di Washington ha compiuto passi significativi verso l’abolizione della pena capitale.

Per quanto riguarda le detenzioni arbitrarie, il rapporto si concentra su Guantanamo Bay, dove 30 uomini musulmani sono stati detenuti arbitrariamente e a tempo indefinito, molti dei quali vittime di torture e maltrattamenti. Amnesty denuncia che questi prigionieri “hanno continuato a non ottenere giustizia, risarcimento o cure mediche adeguate”, in violazione del diritto internazionale.

Uso della forza letale all’estero

Amnesty International critica anche l’uso della forza letale da parte degli Stati Uniti in vari paesi del mondo. L’organizzazione segnala che il governo degli USA “ha fatto ripetutamente ricorso alla forza letale” senza fornire trasparenza sugli standard legali seguiti dalle forze armate. L’uso di droni armati in operazioni potenzialmente illegali è uno degli esempi citati.

Diritti dei migranti

La situazione dei migranti è altrettanto grave. Amnesty riferisce che le autorità USA “hanno continuato a portare avanti un sistema basato su detenzione arbitraria di massa”, sorveglianza e monitoraggio elettronico dei migranti. Il rapporto denuncia l’uso di prigioni private a scopo di lucro per detenere persone in cerca di sicurezza. Le città hanno inoltre faticato a fornire adeguati servizi ai richiedenti asilo, costringendoli a vivere in condizioni inadeguate, come stazioni di polizia o alloggi temporanei.

Violenza di genere e diritto all’aborto

Il rapporto evidenzia una forte preoccupazione per la violenza di genere, che colpisce in maniera sproporzionata le donne amerindie e native dell’Alaska. Sul fronte dell’aborto, Amnesty denuncia che, dopo la decisione della Corte Suprema del 2022 di annullare le tutele federali, 15 Stati hanno implementato divieti assoluti o quasi sull’aborto. Molti altri Stati hanno limitato l’accesso all’aborto dopo le sei, 12 o 15-20 settimane di gravidanza. Queste restrizioni hanno avuto un impatto sulla vita di milioni di donne e ragazze in età riproduttiva.

Amnesty ha inoltre segnalato che la rimozione di contenuti relativi all’aborto sui social media, con motivazioni poco chiare, rende “sempre più difficile accedere alle cure abortive” negli Stati Uniti.

Diritti delle persone Lgbti

Il rapporto evidenzia un aumento delle leggi statali anti-Lgbti e denuncia “un numero esorbitante di casi di violenza” contro persone Lgbti, specialmente transgender e appartenenti a gruppi razzializzati. Solo il 54% degli adulti Lgbti vive in Stati con leggi sui crimini d’odio che proteggono l’orientamento sessuale e l’identità di genere.

Politiche ambientali

Le politiche ambientali degli Stati Uniti continuano a causare danni, soprattutto alle comunità più vulnerabili. Amnesty evidenzia che il paese “ha continuato a rifornire il mondo di plastiche prodotte da combustibili fossili”, con un impatto sproporzionato sulle comunità nere, altri gruppi razzializzati e le persone a basso reddito. L’esposizione agli inquinanti emessi dall’industria petrolchimica è collegata a gravi problemi di salute, come alti tassi di cancro e asma, soprattutto tra i bambini.

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