I servizi segreti potranno spiare le procure?

Una norma del ddl Sicurezza consentirebbe ai servici segreti di accedere agli atti (anche riservati) di tutte le pubbliche amministrazioni (comprese le procure e accedere alle indagini in corso)

I servizi segreti potranno spiare le procure?

I servizi segreti potranno spiare le procure? Secondo Partito Democratico (Pd) e Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) ci sarebbe una norma presente nel decreto Sicurezza che consentirebbe agli apparati di sicurezza nazionale di richiedere accesso agli atti secretati delle procure, giustificando tale richiesta con la protezione della sicurezza nazionale.

I servizi segreti potranno spiare le procure?

Per l’opposizione, questa norma rappresenta un tentativo di controllo sulle attività delle procure, mentre per la maggioranza si tratta di un provvedimento per rafforzare la sicurezza. Al centro del dibattito c’è una norma del disegno di legge Sicurezza (già approvato dalla Camera e ora al vaglio del Senato) che consentirebbe ai Servizi segreti di accedere al lavoro di tutte le pubbliche amministrazioni, compresi documenti riservati. Le pubbliche amministrazioni, quindi, sarebbero obbligate a collaborare. Tra gli uffici interessati rientrano anche le procure. L’opposizione teme che i Servizi segreti, sotto la supervisione del governo, possano ottenere accesso a indagini in corso non per motivi di sicurezza nazionale, ma per monitorare l’attività dei magistrati.

Questa norma era passata inizialmente in secondo piano, sebbene l’opposizione avesse manifestato dubbi durante i dibattiti parlamentari.

Ilaria Cucchi, esponente di Avs, afferma: “Il combinato disposto delle norme contenute nella legge approvata a giugno sulla cyber-sicurezza con quelle previste nel ddl Sicurezza, crea un grave vulnus anche per i data-base delle Procure. Sarà possibile accedervi anche da parte di apparati governativi senza alcun controllo”. Cucchi sottolinea inoltre che “contro la magistratura c’è un attacco costante in atto su più fronti”.

Anche Walter Verini, senatore del Pd, è della stessa opinione: “Anche questo è un nuovo capitolo di un attacco all’indipendenza della magistratura. Come è stato denunciato anche da altri, in Aula e in Commissione, il rischio è quello di poter penetrare nelle banche dati della magistratura magari venendo a conoscenza anche di delicatissime indagini che invece vanno tutelate per mille e un motivo.”

La maggioranza ha risposto respingendo le accuse dell’opposizione.

Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato, ha dichiarato: “Disturbano chi pensa in modo corretto alla sicurezza nazionale”.

Enrico Costa, deputato di Forza Italia e con un passato recente all’opposizione, ha ricordato che Pd e Avs avevano criticato il suo emendamento mirato a potenziare le ispezioni ministeriali per evitare abusi nell’accesso ai dati. Costa ha aggiunto: “Gli esponenti di Pd e Avs che oggi si preoccupano dell’integrità dei dati detenuti dalle Procure si dimenticano che proprio i loro partiti hanno tuonato contro il mio emendamento finalizzato ad estendere le ispezioni ministeriali a evitare abusi di consultazione. Hanno addirittura evocato il rischio – inesistente – che il governo potesse mettere il naso nei contenuti delle banche dati. L’emendamento era finalizzato esattamente all’obiettivo opposto.”

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