Il cancelliere tedesco Olaf Scholz è stato contestato dai partiti di opposizione e in Gran Bretagna migliaia di lavoratori sciopereranno per chiedere un aumento salariale
I cittadini europei iniziano a protestare contro i rincari. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz è stato contestato dalle opposizioni dell’estrema destra di Afd e dalla sinistra di Linke, e in Gran Bretagna migliaia di lavoratori sciopereranno per chiedere un aumento salariale in linea con un’inflazione mai così alta dal 1982.
Germania
Dopo l’annuncio di nuovi aumenti delle bollette del gas, il no di Bruxelles all’esonero Iva sul nuovo prelievo e le prime contestazioni al cancelliere Olaf Scholz, la coalizione di governo tedesco è sceso ad un compromesso riducendo l’Iva sul gas dal 19% al 7% in via provvisoria per l’intero periodo in cui sarà applicato il prelievo aggiuntivo (da ottobre a marzo 2023).
La nuova imposta sarà usata per ripianare “i costi di approvvigionamento di gas sostitutivo” delle compagnie energetiche. In sostanza, la riduzione delle forniture russe ha messo le compagnie energetiche (che dipendevano da contratti con Mosca) nella condizione di doversi approvvigionare delle quantità mancanti sul mercato libero in un momento in cui i costi erano alle stelle.
Secondo le stime riprese dal quotidiano tedesco di economia e finanza Handelsblatt, la metà dei proventi ricavati dalla nuova imposta servirà a rimborsare il 90% delle perdite del colosso energetico Uniper.
Basterà questa misura a calmare lo scontento e salvaguardare la pace sociale? 2 giorni fa il cancelliere è stato fischiato da 300 persone di Afd (partito di estrema destra) e Linke (partito di estrema sinistra), in occasione di un confronto diretto con i cittadini di Neuruppin, mentre annunciava un terzo pacchetto di aiuti oltre quello già approvato di 30 miliardi. Inoltre, la notte prima, l’ufficio elettorale della ministra della Famiglia, Lisa Paus, era stato oggetto di un attacco incendiario.
Regno Unito
Il governo del premier dimissionario Boris Johnson è sotto pressione, accusato di non aver fatto abbastanza per arginare la crisi.
Nel Regno Unito, infatti, decine di migliaia di lavoratori nei settori più disparati (dai trasporti alle poste) sciopereranno per chiedere un aumento salariale in linea con un’inflazione mai così alta dai tempi della Thatcher (nel 1982): il tasso è al 10,1% e potrebbe aumentare al 13% entro la fine dell’anno, secondo stime della Banca Centrale.
Hanno iniziato i ferrovieri con uno sciopero che ha interessato tutto il Paese (garantito solo 1 treno su 5 e intere aree rimaste senza servizio). Sabato sarà la volta dei lavoratori della metropolitana di Londra e degli autobus. Il sindacato RMT (Rail Maritime and Transport Workers) ha promesso che porterà avanti gli scioperi “per tutto il tempo necessario”.
I lavoratori degli uffici postali sciopereranno il 26 e 31 agosto e di nuovo l’8 e 9 settembre. I portuali del terminal container più grande del Paese, a Felixstowe, nell’Inghilterra orientale, sciopereranno dal 21 al 29 agosto, col rischio di una paralisi logistica e dei trasporti marittimi. Inoltre, anche gli infermieri della sanità pubblica e gli insegnanti potrebbero scioperare nelle prossime settimane.
Infine, tanta è la preoccupazione dei cittadini per il caro-vita che migliaia di persone hanno aderito al movimento “Don’t Pay” (non pagate), che invita al boicottaggio delle bollette da ottobre, quando sono previsti ulteriori aumenti.
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