Una deroga richiesta dalla Francia all’European Media Freedom Act (EMFA) permetterà agli Stati membri di installare spyware su dispositivi utilizzati da redazioni o giornalisti al fine di monitorarne l’attività
Gli Stati europei potranno installare spyware per spiare qualsiasi dispositivo utilizzato dai giornalisti. Una deroga richiesta dalla Francia all’European Media Freedom Act (EMFA) sta sollevando preoccupazioni riguardo alla libertà di informazione in Europa. La deroga permetterebbe agli Stati membri di installare spyware su dispositivi utilizzati da redazioni o giornalisti al fine di monitorarne l’attività. L’EMFA, un provvedimento proposto dalla Commissione europea nel settembre 2022, mira a salvaguardare la libertà, il pluralismo e l’indipendenza dei media nell’Unione europea.
La proposta originale dell’EMFA vietava l’uso di spyware. Tuttavia, sotto la pressione della Francia, sono state apportate modifiche significative al testo. La deroga ora consente agli Stati di utilizzare un “software di sorveglianza intrusivo in qualsiasi dispositivo o mezzo utilizzato dai media, dalla redazione o da qualsiasi collaboratore” in caso di rischi per la sicurezza nazionale. Questa modifica (all’articolo 4.4) afferma che le disposizioni per proteggere i giornalisti “non pregiudicano la responsabilità degli Stati membri per la salvaguardia della sicurezza nazionale“. Paesi come Germania, Olanda, Repubblica Ceca e Lussemburgo hanno appoggiato pienamente la richiesta della Francia, mentre altri Stati, tra cui l’Italia, non l’hanno né appoggiata né ostacolata. Durante una riunione degli ambasciatori degli Stati membri, il testo è stato approvato.
Una delle preoccupazioni principali riguarda i 32 reati per i quali potrebbe essere autorizzata la sorveglianza dei giornalisti in nome della “sicurezza nazionale“. Nella bozza originale dell’EMFA erano previsti solo 10 reati, tra cui il terrorismo, i crimini contro l’umanità e la pornografia infantile. Tuttavia, nell’ultima versione, sono stati aggiunti reati come il traffico di auto e di sostanze ormonali.
È previsto che il testo diventi operativo entro un anno, prima che la presidenza di turno dell’UE passi all’Ungheria nel luglio 2024. Sia l’Ungheria che la Polonia hanno sollevato preoccupazioni nell’UE a causa del controllo esercitato sui media critici nei confronti dei governi. L’obiettivo iniziale dell’EMFA era di stabilire un quadro comune per i media nel mercato interno dell’UE e di proteggere i giornalisti dall’interferenza politica. Tuttavia, Ungheria e Polonia hanno respinto completamente il testo del provvedimento, votando contro durante la riunione degli ambasciatori.
L’European Federation of Journalists (EFJ) ha sottolineato come la deroga inserita nel testo svuoti di fatto le tutele originarie per i giornalisti. Secondo l’articolo 4, questa deroga metterebbe i giornalisti a rischio e creerebbe un effetto intimidatorio sugli informatori e su altre fonti. RSF (Reporter Senza Frontiere) ha affermato che le eccezioni al divieto di violare la riservatezza delle comunicazioni dei giornalisti sono legittime solo se rispettano limiti rigorosi, come un’autorizzazione preventiva e un monitoraggio continuo da parte di un’autorità giudiziaria. Queste garanzie erano presenti nella bozza iniziale della Commissione, ma sono state edulcorate nella versione definitiva. RSF ha concluso affermando che l’inclusione di un’eccezione generale per la sicurezza nazionale è un errore che fornisce un assegno in bianco per una sorveglianza sfrenata e apre la porta agli abusi.
La proposta dovrà ora passare al vaglio del Parlamento europeo, che potrebbe apportare modifiche sostanziali al testo. Nel 2022, all’interno del Parlamento europeo, è stata istituita una commissione per indagare sull’utilizzo del software spia Pegasus in diversi Paesi, incluso il monitoraggio dell’attività di alcuni giornalisti. È auspicabile che il Parlamento europeo adotti una posizione ferma e difenda la libertà di informazione nel contesto dell’EMFA.
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