Chi comanda davvero in Europa? Macron e Scholz sembrano deboli, Meloni resta ai margini, e Tusk non riesce a imporsi. Con von der Leyen sempre sotto pressione, l’uomo forte in UE è ora Orban
Chi comanda (veramente) in Europa? Potrebbe sembrare una domanda semplice, quasi banale, ma attualmente nell’Unione Europea c’è un grande vuoto di potere. Paradossalmente, ciò potrebbe portare Viktor Orban, il più antieuropeista tra i 27 leader, a prendere il controllo delle redini comunitarie. Questo non è il massimo in un momento in cui una guerra come quella in Ucraina minaccia il cuore dell’Europa, con il rischio di un’escalation sempre presente. Tutti gli Stati si stanno preparando a un possibile conflitto con la Russia, che, secondo il ministro della difesa tedesco Boris Pistorius, potrebbe divampare nel Vecchio Continente “entro il 2029“.
Una prima risposta alla domanda su chi comanda potrebbe arrivare giovedì prossimo, quando i leader dei 27 Stati membri dell’Unione Europea si riuniranno nuovamente per decidere il pacchetto di nomine: presidente della Commissione, del Consiglio europeo e Alto rappresentante. A meno di clamorose sorprese, Ursula von der Leyen sarà confermata alla guida della Commissione, l’ex premier socialista portoghese Antonio Costa guiderà il Consiglio europeo e la premier liberale estone Kaja Kallas sarà il nuovo Alto rappresentante, una sorta di ministro degli Esteri dell’UE.
In questo contesto, la logica vorrebbe che a dirigere l’Unione Europea per i prossimi cinque anni fosse Ursula von der Leyen, se riconfermata alla guida della Commissione europea. Tuttavia, la presidente uscente appare molto debole, al pari dei principali leader comunitari.
Il vuoto di potere in Europa
Il presidente della Commissione europea è paragonabile a un premier dell’Unione, con i vari commissari che svolgono funzioni simili a quelle dei ministri. Dopo le elezioni europee, è il momento delle nomine, e le manovre a Bruxelles sono molto complesse. Il Consiglio europeo, nella riunione di giovedì, proporrà un nome per la guida della Commissione, che dovrà poi essere votato a maggioranza assoluta dal Parlamento europeo durante la prima plenaria.
Von der Leyen dovrebbe ricevere nuovamente il sostegno di Popolari, Socialisti e Liberali, tutti impegnati nella spartizione delle posizioni di potere. Tuttavia, la maggioranza non appare solida, con la possibilità di franchi tiratori anche all’interno dell’Eurocamera, e la presidente in pectore potrebbe aver bisogno dell’appoggio esterno dei Verdi. Per essere confermata, von der Leyen dovrà ottenere i voti di almeno 15 Paesi su 27, rappresentanti almeno il 65% della popolazione comunitaria, e consolidare la sua maggioranza, considerando anche le questioni giudiziarie pendenti.
Emmanuel Macron potrebbe trovarsi in una situazione difficile, rischiando di perdere il controllo del Parlamento francese alle elezioni legislative, il che potrebbe portare a una coabitazione con la destra di Marine Le Pen. In Germania, Olaf Scholz è uscito indebolito dalle elezioni europee, con una maggioranza frammentata e sotto pressione.
L’asse Francia-Germania, storicamente guida dell’Unione europea, è in difficoltà, mentre Donald Tusk, nuovo premier della Polonia con un passato di rilievo a Bruxelles, non sembra ancora pronto a unirsi a Macron e Scholz in un triumvirato capace di dirigere l’UE. Giorgia Meloni, desiderosa di ritagliarsi un ruolo da protagonista in Europa, rimane ai margini a Bruxelles, poiché la crescita della destra non ha ancora portato i suoi Conservatori nelle posizioni di comando.
Il destino dell’Unione Europea è nelle mani di Orban?
Per vari motivi, nessuno dei principali leader sembra avere la forza e la statura necessarie per emergere come vera guida dell’Unione Europea. Questo potrebbe portare a una situazione di stallo a Bruxelles, particolarmente rischiosa in un periodo storico come quello attuale.
La situazione è resa ancora più complessa dal fatto che, a partire dal primo luglio, l’Ungheria assumerà la presidenza di turno del Consiglio europeo, subentrando al Belgio. Viktor Orban, il leader ungherese, ha già lanciato il suo slogan “Make Europe Great Again“, ispirato a quello di Donald Trump.
Così, Viktor Orban, noto per le sue posizioni antieuropeiste e per la vicinanza a Vladimir Putin, potrebbe trovarsi a gestire le sorti dell’Europa. Dopo essere stato espulso dal gruppo dei Popolari, Orban non ha ancora trovato una nuova collocazione politica a Bruxelles.
Rispondendo alla domanda iniziale, al momento nessuno sembra in grado di “comandare” in Europa. Resta da capire se questa situazione, evidenziata anche in un recente articolo del The Economist, sia positiva o negativa per l’Unione.
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