Un nuovo decreto di sequestro dell’area a caldo dell’ex Ilva di Taranto dichiara l’utilizzo dello stabilimento “criminale” e “a fini di profitto”

Un nuovo decreto di sequestro ha colpito l’area a caldo dell’ex Ilva di Taranto, emesso dal gip di Potenza, Ida Iura, che ha dichiarato l’utilizzo dello stabilimento “criminale” e “a fini di profitto”. Il provvedimento è stato preso dopo l’annullamento della sentenza nel processo “Ambiente Svenduto”, che riguardava attività inquinanti dell’Ilva tra il 1995 e il 2012. Nonostante il sequestro, le attività industriali continueranno grazie ai decreti “salva Ilva”.

Il gip ha evidenziato il grave impatto sulla salute della popolazione di Taranto a causa delle emissioni industriali. Il provvedimento è stato notificato ai commissari straordinari dell’Acciaierie d’Italia e dell’Ilva in Amministrazione Straordinaria. La situazione è complicata dalla richiesta della difesa della famiglia Riva di trasferire il processo a Potenza, ritenendo che i giudici di Taranto non potessero giudicare serenamente. Questo nuovo sequestro arriva dopo la riaccensione dell’altoforno 1, evento contestato da comitati ambientalisti.