Blengino ha dichiarato di aver fumato cannabis due giorni prima della sua autodenuncia, affermando di violare il nuovo Codice della strada. La legge, introdotta dal ministro Matteo Salvini, punisce l’uso di sostanze senza richiedere prove concrete che dimostrino un’alterazione delle capacità di guida
Il segretario dei Radicali Italiani, Filippo Blengino, ha deciso di autodenunciarsi presso un posto di blocco a Roma. Questo gesto è stato definito da lui stesso come un “atto di disobbedienza civile”. Blengino ha dichiarato di aver fumato cannabis due giorni prima della sua autodenuncia, affermando di violare il nuovo Codice della strada. La legge, introdotta dal ministro Matteo Salvini, punisce l’uso di sostanze senza richiedere prove concrete che dimostrino un’alterazione delle capacità di guida.
Lunedì mattina, Blengino si è presentato alle forze dell’ordine e ha spiegato di aver assunto cannabis il sabato precedente. Nonostante ciò, si è messo alla guida due giorni dopo “in piena lucidità”, sottolineando l’assurdità della legge attuale. Con le nuove disposizioni del Codice della strada, è stato eliminato il riferimento allo “stato di alterazione psico-fisica” per chi guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti. Adesso, la sola positività ai test per droghe comporta punibilità, anche se il risultato è dovuto a un’assunzione avvenuta molte ore prima e la persona non presenta segni di alterazione.
Blengino ha evidenziato che molte persone non sanno che le tracce di cannabis possono rimanere nel corpo per giorni, anche quando non ci sono più effetti sulle capacità motorie. Ha affermato: “Con questa norma, lo Stato punisce individui perfettamente lucidi alla stregua di chi si mette al volante in uno stato psico-fisico alterato”.
Dopo la sua autodenuncia, Blengino dovrà affrontare un processo e rischia una pena che può arrivare fino a un anno di carcere e una multa di seimila euro. Inoltre, la sua patente è stata immediatamente ritirata. Matteo Hallissey, presidente dei Radicali Italiani, ha dichiarato: “Nelle aule dei tribunali chiederemo di sollevare la questione di legittimità costituzionale”. Hallissey ha aggiunto che continueranno con altre forme di disobbedienza civile fino a quando questa norma del codice della strada non sarà revocata.
La norma modificata viene vista da diversi giuristi come una forzatura giuridica e potrebbe essere dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale. Questo aspetto è supportato anche dalle motivazioni dell’ordinanza emessa nel 2004 dalla stessa Corte sull’argomento.
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