L’aumento dell’età pensionabile è ormai una realtà con cui bisogna fare i conti. Nonostante fosse inizialmente previsto per il 2025, questo incremento avverrà nel 2027
L’aumento dell’età pensionabile è ormai una realtà con cui bisogna fare i conti. Nonostante fosse inizialmente previsto per il 2025, questo incremento avverrà nel 2027. La legge stabilisce che l’età pensionabile e i contributi richiesti per andare in pensione devono essere adeguati alle aspettative di vita. In sostanza, se la vita media si allunga, aumenta anche l’età fino a cui si può lavorare, posticipando così l’uscita dal mondo del lavoro.
Questo principio, introdotto dalla riforma Fornero del 2011, è stato ulteriormente rafforzato, imponendo dal 2019 un aggiornamento biennale dei requisiti per la pensione in base all’andamento della speranza di vita. Ad esempio, nel 2019, l’età per la pensione di vecchiaia è passata da 66 anni e 7 mesi a 67 anni. L’unico evento che ha temporaneamente bloccato questo processo è stata la pandemia da Covid-19, che ha causato una riduzione delle aspettative di vita.
Questo meccanismo, pur essendo spesso criticato per il ritardo che comporta nell’accesso alla pensione, è ritenuto necessario per mantenere stabile il sistema pensionistico. Non è solo l’Italia a prendere questa strada; anche altri Paesi stanno adottando misure simili, spinti da cambiamenti demografici come il calo delle nascite. Questo cambiamento potrebbe portare, in futuro, a un equilibrio quasi paritario tra il numero di lavoratori e pensionati.
Pertanto, è importante prepararsi all’idea che l’età pensionabile potrebbe arrivare a toccare i 70 anni, a meno che non si riesca ad accumulare abbastanza risparmi per andare in pensione prima delle scadenze previste dalla legge.
Perché l’età pensionabile deve aumentare ancora?
L’età pensionabile dovrà aumentare ancora per garantire la sostenibilità economica del sistema pensionistico. La legge Fornero del 2011 ha stabilito che a partire dal 2019, ogni due anni, i requisiti per andare in pensione devono essere adeguati in base all’aspettativa di vita dopo i 65 anni. Questo significa che, se le persone vivono più a lungo, percepiscono la pensione per un periodo più lungo, aumentando così i costi per lo Stato. Per mantenere in equilibrio i conti pubblici, è necessario che una maggiore aspettativa di vita sia accompagnata da un prolungamento della vita lavorativa.
Se in futuro le speranze di vita dovessero continuare a crescere, ci si aspetta che l’età pensionabile aumenti di qualche mese ogni due anni. Questo potrebbe portare, tra il 2055 e il 2060, a un’età pensionabile di 70 anni, rispetto ai 67 anni attuali.
Tuttavia, a causa della pandemia di Covid-19, l’aumento previsto per il 2025 non avverrà, poiché la crisi sanitaria ha temporaneamente ridotto le aspettative di vita. Nel 2027, però, quando l’effetto della pandemia non sarà più considerato, potrebbe esserci un nuovo incremento dell’età pensionabile.
È improbabile che il governo intervenga per bloccare questo meccanismo, poiché è economicamente necessario. Le stime della Ragioneria di Stato mostrano che, dopo l’introduzione della riforma Fornero, l’età pensionabile è aumentata, permettendo allo Stato di risparmiare oltre 30 miliardi di euro. Tuttavia, a partire dal 2019, il rapporto tra spesa pensionistica e Pil è tornato a crescere, raggiungendo il 15,1% nel 2022. Si prevede che questo rapporto aumenterà ulteriormente fino al 17% nel 2040.
Una diminuzione è prevista per il 2044, grazie all’adozione completa del sistema di calcolo contributivo delle pensioni, con il rapporto tra spesa pensionistica e Pil che potrebbe scendere al 16% nel 2050 e al 13,9% nel 2070. Questo calo, però, è legato all’adeguamento automatico dell’età pensionabile alle speranze di vita, dimostrando la necessità di mantenere questo meccanismo in funzione.
Di quanto aumenterà l’età pensionabile?
L’aumento dell’età pensionabile riguarda principalmente il requisito anagrafico per accedere alla pensione di vecchiaia e altre forme di pensionamento. Attualmente, l’età per la pensione di vecchiaia è fissata a 67 anni, per la pensione di vecchiaia contributiva è a 71 anni, e per la pensione anticipata contributiva è a 64 anni. Inoltre, anche la pensione anticipata, che si basa sugli anni di contributi, sarà soggetta a questo aumento.
Per la pensione anticipata, gli uomini devono attualmente avere 42 anni e 10 mesi di contributi, le donne 41 anni e 10 mesi, e i lavoratori precoci 41 anni. Con il prossimo adeguamento, previsto per il 2027, si stima un incremento di circa 2 mesi sia per l’età anagrafica che per i requisiti contributivi, come stabilito dall’ultima legge di Bilancio del governo Meloni.
Dopo questo adeguamento, si prevede che ogni due anni i requisiti per andare in pensione aumenteranno di pochi mesi. Facendo un rapido calcolo, si può stimare che ogni 12 anni l’età pensionabile potrebbe aumentare di un anno.
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