Tra strani segnali e graffiti: ecco i trucchi e i codici segreti dei ladri d’appartamento a Roma
Fuori da alcuni condomini di Roma Nord sono apparsi degli strani segnali, simboli che non si vedevano da decenni. E la paura è esplosa nelle chat, dove circolano schemi che traducono quelle che diversi utenti considerano come sigle utilizzate dai ladri. Una X per segnalare «buon obiettivo», un cerchio per comunicare che è «inutile insistere», o dei quadrilateri per indicare che la «casa è disabitata».
Le incisioni sono numerose, anche se agli investigatori appare strano: «A noi non risultano evidenze di linguaggi in codice ma non è possibile escluderlo», spiega un navigato investigatore della polizia. «In tanti anni non mi è mai successo, mi sembra piuttosto un mito», concorda Antonio Del Greco, per anni dirigente generale della polizia e adesso direttore operativo di Italpol.
Le bande (quelle di georgiani sono le più professionali) notano se le cassette della posta sono piene, se per giorni lo zerbino della porta è fuori posto. Oppure monitorano la chiusura della porta apponendo un «filo di colla», il filo di ferro, le «biffe», il silicone. Se dopo alcuni giorni sono ancora presenti entrano in azione. Squagliano le serrature con l’acido, utilizzano «chiavi bulgare», il «decoder Topolino» in grado di aprire ogni porta.
Oppure la tattica della stagnola, che grazia alla cera calda copia e serrature e le ricalca su chiavi vergini. «Occorre stare attenti – spiega Del Greco – la gente si mette a nudo sui social: racconta ciò che ha in casa, quando parte. Non va bene. Altre volte ingenuamente il personale di servizio si lascia sfuggire con amici e conoscenti particolari degli appartamenti in cui lavora non pensando che qualche malintenzionato possa approfittarne. In generale chi ostenta e chi vive in determinati quartieri rischia di più».
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