Se la seconda casa è utilizzata solo per determinati periodi dell’anno potrebbe essere previsto uno sconto sulla Tari del 30%
Se la seconda casa è utilizzata solo per determinati periodi dell’anno, come le vacanze, potrebbe essere previsto uno sconto del 30% sulla Tari. In linea generale, la Tari è dovuta anche sulla seconda casa perché essa è considerata in grado di produrre rifiuti. Tuttavia, se la casa viene utilizzata solo per brevi periodi, ad esempio durante le vacanze, è possibile ottenere uno sconto significativo sulla tassa dei rifiuti.
La Commissione Tributaria di Massa Carrara ha stabilito che è illegittimo far pagare al non residente lo stesso importo di Tari previsto per i cittadini residenti, basandosi sul principio che “chi inquina paga”.
Coloro che possiedono una seconda casa non abitata per la maggior parte dell’anno possono richiedere uno sconto al Comune. Tuttavia, l’esenzione Tari per una seconda casa non abitata è possibile solo in determinate situazioni. È necessario dimostrare che nella casa non risiede nessuno e la sentenza della Commissione Tributaria ha fornito indicazioni su come dimostrare l’uso dell’abitazione solo per pochi mesi all’anno.
Tari seconda casa: sconto del 30% se è abitata solo per le vacanze
La Commissione Tributaria di Massa Carrara ha stabilito che il calcolo della Tari sulle seconde case dovrebbe essere basato sulla quantità di rifiuti prodotti. La sentenza n. 182/1/17 ha sottolineato che il comune non può applicare lo stesso calcolo della tassa per i non residenti come fa per i residenti.
La decisione della CTP si fonda sul principio europeo secondo cui “chi inquina paga”. Di conseguenza, è evidente che chi possiede una seconda casa utilizzata solo per le vacanze non genera la stessa quantità di rifiuti di un residente che vive nella sua casa tutti i giorni.
In base a questo principio, la Tari per la casa di un non residente usata solo durante le vacanze dovrebbe essere ridotta, considerando la quantità di rifiuti prodotta durante i mesi di permanenza nell’immobile.
La Commissione ha deciso di concedere uno sconto del 30% al contribuente che aveva presentato ricorso contro l’eccessivo importo della Tari e gli avvisi di pagamento inviati dal comune. Tuttavia, questo sconto è stato applicato solo dopo aver dimostrato l’utilizzo della casa solo in determinati mesi dell’anno.
Come dimostrare che la casa è disabitata?
Per ottenere l’esenzione o la riduzione della Tari per una seconda casa non abitata, occorre fornire una “prova dei fatti”. Nel caso analizzato precedentemente, il contribuente ha ottenuto uno sconto del 30% sulla Tari solo dopo aver dimostrato di utilizzare la casa per pochi mesi all’anno.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e la Cassazione hanno fornito chiarimenti su come dimostrare che una casa è disabitata:
Dimostrare che non ci sono utenze attive per luce, gas e acqua.
Dimostrare che l’immobile non è arredato.
Il MEF ha richiamato una sentenza della Cassazione, affermando che “solo l’assenza di arredi e di allacci ai servizi a rete permetterebbe di escludere totalmente gli immobili considerati dalla Tari”.
La Commissione Tributaria Provinciale (CTP) di Massa Carrara ha fornito ulteriori indicazioni su come dimostrare che la casa è abitata solo durante le vacanze per ottenere uno sconto sulla Tari. Si può dimostrare la veridicità della situazione attraverso il dettaglio dei consumi delle utenze. Se i consumi sono concentrati solo in parte dell’anno, risulta evidente che l’immobile non è abitato negli altri mesi.
Il comune ha il diritto di verificare di persona se la casa è vuota e disabitata, anche se queste verifiche sono rare.
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