Siria: combattenti ostili al presidente siriano Bashar al Assad prendono il controllo di gran parte di Aleppo

I combattenti ostili al presidente siriano Bashar al Assad hanno preso il controllo di gran parte di Aleppo, la seconda città della Siria, dopo un’offensiva rapida e inaspettata. Questo attacco ha sorpreso le forze governative, che hanno incontrato poca resistenza. I gruppi ribelli, riuniti sotto il nome di “al Fatah al Mubin”, hanno conquistato anche diverse basi militari e piccoli centri abitati nelle vicinanze.

Dopo un’improvvisa offensiva, i gruppi armati oppositori al presidente siriano Bashar al Assad hanno preso il controllo di gran parte della città di Aleppo, la seconda più grande della Siria. Questa offensiva ha sorpreso molti e ha cambiato rapidamente la situazione, che era rimasta stagnante per circa quattro anni.

I combattenti, uniti sotto il nome di “al Fatah al Mubin”, che significa “la Grande Conquista”, sono avanzati da ovest e hanno conquistato diversi quartieri di Aleppo, inclusa la cittadella. Hanno anche preso il controllo di numerosi piccoli centri abitati nei dintorni. L’avanzata non si è fermata ad Aleppo: i ribelli hanno continuato verso est, conquistando basi militari normalmente utilizzate dalle forze russe e dalle milizie sostenute dall’Iran a Safira. Altri gruppi si sono diretti verso sud, arrivando a Hama, dove hanno preso anche l’aeroporto, un’importante base militare per il regime.

Inoltre, ci sono stati scontri in Daraa, una città al confine con la Giordania, dove la popolazione sta partecipando attivamente alla rivolta contro Assad. L’offensiva è guidata dal gruppo Hayat Tahrir al Sham (HTS), che in passato era legato ad al-Qaeda ma ora cerca di presentarsi come l’esercito legittimo della regione.

Le forze governative siriane hanno subito perdite significative e molte unità si sono ritirate dalle loro posizioni in diverse aree, tra cui Idlib e Aleppo. I tentativi di resistenza da parte delle forze governative sono stati brevi e inefficaci. Molti soldati siriani hanno abbandonato le loro postazioni senza combattere.

Il governo di Assad ha riconosciuto l’avanzata dei ribelli e ha annunciato una “ridistribuzione” delle proprie forze militari, promettendo di rispondere per riprendere il controllo delle aree perse. Sabato, gli aerei dell’esercito siriano e russo hanno bombardato alcuni quartieri periferici di Aleppo, causando la morte di 16 civili secondo l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani. Tuttavia, questi bombardamenti sono stati considerati più simbolici che efficaci dal punto di vista militare.

La situazione all’aeroporto di Aleppo rimane confusa. Inizialmente controllato dalle forze siriane, è stato occupato da gruppi curdi sostenuti dagli Stati Uniti. Questi ultimi hanno rivendicato il controllo dell’aeroporto dopo la ritirata delle forze governative.

L’offensiva è stata definita dai comunicati ufficiali di HTS come una campagna per ristabilire la deterrenza contro il regime di Assad, in risposta agli attacchi intensificati delle forze governative negli ultimi mesi. La situazione attuale è complicata dalle difficoltà dei principali alleati del regime, come Hezbollah e l’Iran, e dalla continua guerra in Ucraina che coinvolge la Russia.

Attualmente, Assad controlla gran parte della Siria e le città costiere, ma deve affrontare la minaccia dei gruppi armati che cercano di rovesciarlo, specialmente nel nord-ovest del paese.