Se le liste di attesa sono piene è possibile fare una visita medica gratis anche privatamente

Se le liste d’attesa per le visite mediche sono troppo lunghe, è possibile effettuare la visita gratuitamente anche in ambito privato

Se le liste di attesa sono piene è possibile fare una visita medica gratis anche privatamente

Se le liste d’attesa per le visite mediche sono troppo lunghe, è possibile effettuare la visita gratuitamente anche in ambito privato. La legge italiana prevede che, se il sistema sanitario pubblico non riesce a garantire una visita o un esame diagnostico in tempi accettabili, il paziente ha il diritto di ricevere la stessa prestazione in regime privato senza dover sostenere costi aggiuntivi rispetto al ticket sanitario.

In Italia, le liste d’attesa per visite ed esami sono spesso lunghissime, creando problemi significativi per i cittadini che necessitano di cure tempestive. Per accelerare i tempi di attesa, si è anche ipotizzato di effettuare visite ed esami nei fine settimana.

Molti cittadini, bisognosi di una visita specialistica o di un esame diagnostico urgente, si rivolgono al settore privato, dove i tempi di attesa sono significativamente più brevi. Tuttavia, questa scelta comporta costi molto più elevati rispetto al settore pubblico, dove si paga solo il ticket sanitario.

Un esempio classico riguarda la risonanza magnetica, con tempi medi di attesa di circa 3 mesi nel pubblico, mentre nel privato può essere eseguita molto più rapidamente. Situazioni analoghe si verificano per le visite oncologiche, con attese che possono arrivare fino a 12 mesi, il che è particolarmente problematico vista l’urgenza di tali esami.

Un’alternativa legale esiste già: se l’ospedale pubblico non può garantire una visita in tempi ragionevoli, il paziente può accedere a visite in regime di intramoenia. Questo significa che la visita viene effettuata privatamente, ma all’interno dell’ospedale e con i costi coperti dal Sistema Sanitario Nazionale, escluso il ticket.

Se non è possibile ottenere la visita in intramoenia, il paziente può rivolgersi a una clinica privata e successivamente chiedere il rimborso delle spese alla ASL. Questa disposizione, attiva dal 1998, è poco conosciuta e poco pubblicizzata.

Lotta alle liste di attesa

Il Governo ha annunciato nuovi passi avanti nella lotta alle liste di attesa, grazie all’approvazione di un decreto legge con sette norme e a un disegno di legge composto da quindici articoli.

Una delle principali misure previste dal decreto è la creazione di una piattaforma nazionale per il monitoraggio delle liste di attesa, che interagirà con le piattaforme regionali. Sarà istituito un Cup unico regionale e infraregionale, che metterà a disposizione dei cittadini tutte le prestazioni offerte dal servizio pubblico e da quello convenzionato. Se le prestazioni non vengono garantite entro i tempi previsti dalle classi di priorità, sarà possibile ricorrere alle prestazioni in intramoenia, assicurando che le ore dedicate a queste ultime non superino quelle dell’attività ordinaria.

Il decreto vieta inoltre la chiusura delle agende e introduce un sistema di recall per evitare il fenomeno delle prestazioni prenotate ma mai effettuate. Sarà possibile effettuare visite e esami anche nei fine settimana, il sabato e la domenica.

Il disegno di legge introduce l’obbligo per i medici di assegnare una classe di priorità a ogni prestazione richiesta. Gli specializzandi potranno ottenere incarichi libero-professionali fino a dieci ore settimanali. Infine, alcune prestazioni saranno rese direttamente dalle farmacie, sempre con l’intento di ridurre le liste di attesa.

Come saltare gratuitamente le liste di attesa

Secondo il Piano di Governo delle liste, valido per il triennio 2016-2018, ci sono tempi specifici per lo svolgimento di visite specialistiche ed esami diagnostici. Questo documento, redatto dal Ministro della Sanità in collaborazione con Regioni e Province autonome, stabilisce che i tempi di attesa nell’ambito pubblico non dovrebbero mai superare:

  • 30 giorni per le visite specialistiche;
  • 60 giorni per gli esami diagnostici.

Tuttavia, chiunque abbia effettuato una prenotazione per una visita medica si sarà accorto che le liste di attesa della sanità pubblica spesso superano di gran lunga questi limiti.

Cosa succede se questi termini vengono superati? In tal caso, interviene quanto stabilito dall’articolo 3, comma 13, del decreto legislativo 124/1998. Questo articolo riconosce il diritto del paziente di usufruire della stessa prestazione sanitaria dallo stesso medico (o anche da un altro) privatamente ma sempre all’interno dello stesso ospedale (in intramoenia, ovvero una prestazione offerta dall’ospedale pubblico in regime privato). In questo modo si evitano le lunghe attese. Il medico che effettua la visita lo fa al di fuori dell’orario di lavoro, utilizzando le strutture dell’ospedale. La spesa sostenuta per l’intramoenia è detraibile al 19%.

L’articolo prevede che in tal caso i costi della visita specialistica siano a carico dell’azienda sanitaria locale di appartenenza e dell’azienda unità sanitaria locale nel cui ambito è richiesta la prestazione, in misura uguale. Dal costo della prestazione sanitaria si sottrae il costo del ticket sanitario, che resta a carico del cittadino. Tuttavia, se il paziente appartiene a una delle categorie per le quali è prevista l’esenzione del ticket sanitario, le Asl si faranno carico dell’intero costo della prestazione.

Come far valere il proprio diritto?

Per far valere il diritto a ricevere una prestazione sanitaria nei tempi previsti dalla legge, è necessario inviare una richiesta al direttore sanitario dell’ospedale tramite raccomandata con ricevuta di ritorno (raccomandata a/r). Nella richiesta, bisogna specificare che, non potendo usufruire della prestazione sanitaria nei tempi previsti dalla legge, si richiede che questa venga effettuata in regime di attività libero-professionale intramoenia.

Nella richiesta devono essere indicati i seguenti dati:

  • Dati anagrafici del richiedente.
  • Tipo di prestazione richiesta.
  • Data della prenotazione.

Il direttore sanitario sarà responsabile di garantire lo svolgimento della visita medica o dell’esame diagnostico in tempi rapidi, senza ulteriori spese a carico del richiedente.

Nell’istanza, è importante includere:

  • La prescrizione per l’accertamento o la visita specialistica.
  • La comunicazione del Centro Unico di Prenotazione (CUP) che attesta l’impossibilità di prenotare la prestazione entro i termini di 30 o 60 giorni previsti dalla legge.
  • Una dichiarazione che evidenzi l’urgenza della prestazione richiesta, spiegando perché i tempi di attesa previsti sono incompatibili con la situazione clinica del paziente.

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