Raccolta firme digitali per un referendum sullo ius soli

+Europa sta per lanciare un nuovo referendum sullo ius soli, riportando la questione del diritto di cittadinanza al centro del dibattito politico italiano

Raccolta firme digitali per un referendum sullo ius soli

+Europa, il partito guidato da Emma Bonino e Riccardo Magi, sta per lanciare un nuovo referendum sullo ius soli, riportando la questione del diritto di cittadinanza al centro del dibattito politico italiano. Il testo è ancora in fase di definizione, ma Magi ha avviato contatti con diversi leader dell’opposizione, tra cui Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), e tutti sembrano concordi sulla necessità di modificare la norma, compresa la segretaria del Partito democratico Elly Schlein, che ha recentemente ribadito il sostegno allo ius soli, definendola una “questione di civiltà”.

Il referendum sarà presentato attraverso la nuova piattaforma nazionale ad hoc, recentemente attivata dal Ministero della giustizia. Al momento sul sito sono state presentate 16 proposte, tra quesiti referendari e leggi di iniziativa popolare, tra cui quello contro l’autonomia differenziata. Magi, segretario di +Europa, è convinto che il tema possa tornare al centro del dibattito anche perché il “prossimo anno ci sarà certamente una stagione referendaria importante: l’autonomia differenziata, forse il quesito contro il Jobs act della Cgil. Io spero che si renda l’appuntamento politicamente ricco e si dimostri che il referendum non è uno strumento tramontato”.

Tradizionalmente, il sistema italiano di acquisizione della cittadinanza si basa sul principio dello ius sanguinis, secondo cui la cittadinanza di una persona è determinata dalla nazionalità dei genitori, piuttosto che dal luogo di nascita. Tuttavia, negli ultimi anni ci sono stati diversi tentativi di introdurre delle forme di ius soli o ius culturae. Nel 2022, una proposta di legge sullo ius scholae, che prevede la cittadinanza italiana per i minori stranieri che abbiano frequentato regolarmente il sistema scolastico italiano per almeno cinque anni, è stata approvata dalla Camera dei deputati. Tuttavia, il suo iter legislativo si è interrotto con la conclusione anticipata della legislatura.

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