Lo ius scholae prevede di concedere la cittadinanza italiana ai bambini stranieri che hanno completato un percorso di studi nel nostro Paese. L’adozione dello ius scholae interesserebbe circa un milione di giovani senza cittadinanza
Il 22 agosto, Roberto Speranza, deputato del Partito Democratico ed ex ministro della Salute, ha parlato in un’intervista a la Repubblica riguardo alla proposta di introdurre lo ius scholae in Italia. Questo principio prevede di concedere la cittadinanza italiana ai bambini stranieri che hanno completato un percorso di studi nel nostro Paese.
Durante l’intervista, Speranza ha commentato l’apertura del ministro degli Esteri Antonio Tajani verso questa proposta, affermando che l’adozione dello ius scholae interesserebbe «circa un milione di giovani italiani senza cittadinanza», giovani che «studiano con i nostri figli, parlano i nostri dialetti».
Ma quanti sono davvero i giovani stranieri che potrebbero ottenere la cittadinanza italiana con lo ius scholae? È necessario fare chiarezza su questo punto.
Gli studenti stranieri in Italia
Il dibattito sullo ius scholae è ancora in una fase iniziale, e le modalità di applicazione di questo principio non sono ancora state definite. Ad esempio, la cittadinanza potrebbe essere concessa agli studenti stranieri che hanno frequentato almeno cinque anni di un ciclo scolastico in Italia, oppure a coloro che completano l’intero periodo di scuola dell’obbligo, che in Italia va dai 6 ai 16 anni. La scelta dei requisiti e dell’estensione dello ius scholae sarà quindi decisiva per stabilire quanti studenti stranieri potrebbero ottenere immediatamente la cittadinanza italiana.
In assenza di una proposta di legge chiara, è possibile affermare che, almeno in teoria, tutti gli studenti stranieri iscritti in una scuola italiana potrebbero essere interessati da questa riforma. Ma quanti sono gli studenti stranieri in Italia? Secondo i dati più recenti del Ministero dell’Istruzione e del Merito, nell’anno scolastico 2022/2023, gli alunni con cittadinanza non italiana nelle scuole del nostro Paese erano quasi 915 mila, il numero più alto mai registrato, con un aumento del 4,9 per cento rispetto all’anno scolastico precedente.
Probabilmente è a questo numero che si riferisce Speranza quando parla della «vita di circa un milione di giovani italiani senza cittadinanza». Tuttavia, questo gruppo include anche chi non ha ancora concluso alcun ciclo di studi e che, quindi, non potrebbe richiedere immediatamente la cittadinanza in base allo ius scholae.
Il rapporto Istat
Tra i vari tentativi di introdurre lo ius scholae in Italia, l’ultima proposta di legge è stata presentata nel 2022 dal Partito Democratico, con prima firmataria la deputata Laura Boldrini. Questa proposta prevedeva la concessione della cittadinanza ai minori stranieri che avessero frequentato almeno cinque anni di un ciclo scolastico in Italia, senza dover attendere il compimento dei 18 anni. Tuttavia, la proposta si è bloccata in Parlamento a causa della caduta del governo Draghi.
Nel suo rapporto annuale “La situazione del Paese” del 2022, l’Istat ha stimato quanti giovani stranieri sarebbero stati coinvolti da questa proposta di legge. Secondo il rapporto, circa 280 mila ragazzi avrebbero avuto diritto immediato alla cittadinanza in base ai requisiti proposti. Dal punto di vista territoriale, il 25% di questi giovani risiede in Lombardia, mentre cinque regioni del Centro-Nord (Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte) ospitano il 68% dei potenziali aventi diritto.
Per quanto riguarda la nazionalità degli studenti coinvolti, il 26% è di origine rumena, seguita da quella albanese (10,1%), cinese (9,6%) e marocchina (9,1%). L’Istat ha inoltre sottolineato che questa distribuzione riflette non solo la presenza delle varie nazionalità sul territorio italiano, ma anche le diverse modalità di accesso alla cittadinanza italiana attraverso i genitori. Ad esempio, i cinesi adulti tendono meno ad acquisire la cittadinanza italiana, riducendo così le possibilità dei loro figli di diventare italiani durante la minore età. Al contrario, molti ragazzi albanesi e marocchini hanno acquisito la cittadinanza quando i loro genitori sono diventati italiani, uscendo così dalla platea dei potenziali beneficiari della legge.
Il verdetto
Roberto Speranza sostiene che sia importante riaprire il dibattito sullo ius scholae, poiché questo principio coinvolgerebbe «la vita di circa un milione di giovani italiani senza cittadinanza». Secondo i dati più recenti, gli studenti con cittadinanza straniera nelle scuole italiane sono quasi 915 mila, un numero che l’ex ministro della Salute ha arrotondato a «circa un milione».
Tuttavia, non tutti questi studenti otterrebbero immediatamente la cittadinanza con l’introduzione dello ius scholae, poiché il principio prevede la frequentazione di almeno un ciclo scolastico in Italia. Secondo l’Istat, nel 2022 gli studenti che soddisfacevano questo requisito erano circa 258 mila.
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