Pensioni: una buona e una cattiva notizia con le nuove regole

Ci sono sia buone che cattive notizie per i pensionati: da un lato, non ci sarà l’introduzione della Quota 41. Dall’altro lato, si prevede un aumento degli assegni per le pensioni inferiori al trattamento minimo

Pensioni: una buona e una cattiva notizia con le nuove regole

La situazione delle pensioni in Italia continua a essere al centro del dibattito politico in vista della legge di Bilancio 2025. Secondo le ultime informazioni, ci sono sia buone che cattive notizie per i pensionati. Da un lato, non ci sarà l’introduzione della Quota 41, che molti speravano potesse portare a un cambiamento significativo nel sistema pensionistico. Dall’altro lato, si prevede un aumento degli assegni per le pensioni inferiori al trattamento minimo.

Il dossier sulle pensioni è attualmente in fase di esame da parte dei tecnici del governo, che stanno valutando le misure da adottare. Le indiscrezioni suggeriscono che coloro che sperano in un superamento parziale della legge Fornero potrebbero rimanere delusi. Infatti, il governo non sembra avere a disposizione le risorse necessarie per garantire una maggiore flessibilità in uscita rispetto a quanto attualmente previsto. Le regole per andare in pensione nel 2025 dovrebbero quindi rimanere le stesse di quest’anno. Gian Carlo Blangiardo, ex presidente dell’Istat, ha dichiarato: «se le variazioni finora verificate dovessero proiettarsi per l’intero anno, il 2024 si chiuderebbe con un ulteriore calo, a 374mila, quindi 5mila in meno». Questo suggerisce che la situazione delle nascite e, di conseguenza, delle pensioni, non mostra segni di miglioramento.

Per quanto riguarda la Quota 41, che è uno degli obiettivi della Lega, non ci saranno modifiche nella legge di Bilancio 2025. Dopo attente riflessioni, il governo ha ritenuto che non ci fossero le condizioni per attuare una tale riforma. Attualmente, per accedere alla pensione anticipata, sono richiesti 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. L’obiettivo di scendere a 41 anni di contributi per tutti non sarà realizzato. Tuttavia, le misure di flessibilità attualmente previste, come Opzione Donna e Ape Sociale, saranno confermate. Queste misure, sebbene non migliorate, non subiranno nemmeno un peggioramento rispetto a quanto già esistente.

In merito agli aumenti delle pensioni, la pensione minima attualmente ha un valore di 598,61 euro. Con la legge di Bilancio 2023, è stata stabilita una rivalutazione straordinaria del 2,7% per gli assegni che non superano tale importo. Grazie a questo incremento, la pensione minima è ora di 614,77 euro. Tuttavia, la conferma di questa rivalutazione straordinaria per il 2025 non è ancora garantita. Le ultime notizie indicano che il governo potrebbe non solo confermare questa rivalutazione, ma anche incrementarla leggermente, con l’obiettivo di raggiungere una pensione minima di almeno 630 euro.

Va sottolineato che l’importo della pensione minima già aumenterà per effetto della rivalutazione che, secondo le stime, terrà conto di un tasso dell’1,6%, portando l’importo a circa 608 euro al mese. Se verrà confermata la rivalutazione straordinaria del 2,7%, si arriverà a 625 euro. Pertanto, basterà un ulteriore piccolo sforzo per raggiungere i 630 euro, cifra su cui Forza Italia sta facendo pressione.

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