In Italia, oltre due milioni di persone non riescono a far fronte ai propri debiti e si rivolgono al racket dei prestiti illegali. Il paese ha i tassi di interesse sul credito al consumo più alti d’Europa, con una media annuale del 10,5%. Questo dato è particolarmente preoccupante tra i giovani della generazione Z (18-28 anni), che utilizzano frequentemente il credito al consumo, aumentando il rischio di problemi sociali e bancari. Il credito al consumo in Italia, che rappresenta circa un quinto dei prestiti totali alle famiglie, ha un alto tasso di morosità.
Secondo i dati di First Cisl, il tasso annuale effettivo globale (Taeg) in Italia è del 10,66%, ben al di sopra della media europea dell’8,69%. Questa situazione è aggravata dalla forte concentrazione dell’offerta di credito nelle mani delle banche e dalla scarsa consapevolezza dei clienti sui costi aggiuntivi. La quota di prestiti al consumo è aumentata, passando dal 18,1% di inizio anno al 18,5% a maggio, nonostante i tassi elevati.
Dal marzo 2023, il credito al consumo in Italia è salito da 154 miliardi a 162,4 miliardi, con la maggior parte dei prestiti erogati dalle banche. Nelle regioni più povere come Sicilia, Campania, Puglia e Calabria, il ricorso al credito al consumo è più elevato, con tassi di deterioramento dei prestiti fino al 50% superiori alla media nazionale.
Riccardo Colombani, segretario generale di First Cisl, sottolinea come il trend di aumento del credito al consumo e i tassi Taeg più alti rispetto alla media europea siano preoccupanti. Egli richiama inoltre l’attenzione sui prestiti legati alla cessione del quinto, particolarmente rischiosi per le famiglie in difficoltà.
L’indebitamento delle famiglie italiane è più basso rispetto alla media europea, ma l’aumento del credito al consumo e la cessione del quinto preoccupano gli esperti. Dal 2011 al 2024, i volumi della cessione del quinto sono quasi raddoppiati, e la generazione Z è tra i principali utilizzatori di questo tipo di credito.
Più di due milioni di famiglie sono escluse dal credito ufficiale e si rivolgono al mercato illegale, dove girano oltre 80 miliardi di euro. La Relazione annuale del Commissario straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura ha esaminato solo 1.167 posizioni nel 2023, con molte domande respinte. Giovanni Pastore, fondatore dell’associazione “Favor Debitoris”, evidenzia che, a differenza di altri paesi europei, in Italia i debiti sono stati venduti a fondi speculativi, spingendo molte famiglie verso il mercato illegale, dove i tassi di usura possono raggiungere il 30%.
Secondo il Codacons, circa l’80% delle famiglie escluse dal credito risiede nel Mezzogiorno, area fertile per la criminalità economica. Le difficoltà nel pagamento delle rate del mutuo, delle bollette energetiche e la dipendenza dal gioco d’azzardo sono tra le principali ragioni di questa situazione. La criminalità organizzata non si limita alla mafia; esistono usurai freelance che recuperano i crediti con minacce e violenze, come spiegato dal professor Francesco Calderoni dell’Università Cattolica di Milano.