ANSA – APPROVATA IN VIA DEFINITIVA LA LEGGE SULL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA

La Camera dei Deputati ha definitivamente approvato la riforma sull’autonomia differenziata, seguendo il via libera già ottenuto in seconda lettura al Senato

La Camera dei Deputati ha definitivamente approvato la riforma sull’autonomia differenziata dopo una lunga seduta che si è protratta per tutta la notte, seguendo il via libera già ottenuto in seconda lettura al Senato. Il provvedimento ha ricevuto 172 voti favorevoli, 99 contrari e un astenuto, con le opposizioni che hanno votato compattamente contro, criticando le modalità della seduta convocata dalla maggioranza senza il consenso dei capigruppo.

Nel corso della seduta sono stati approvati i vari articoli della legge sull’autonomia differenziata. Nello specifico, i deputati hanno votato e approvato gli articoli 2 (sull’intesa Stato-Regioni, 170 favorevoli, 105 contrari), 3 (sui livelli essenziali delle prestazioni, 166-115), 4 (sul trasferimento delle funzioni, 166-114), 5 (sulle risorse finanziarie, 170-105), 6 (sulle funzioni amministrative locali, 173-109), 7 (sulla successione di leggi, 170-112), 8 (sul monitoraggio, 174-113), 9, 10, e 11 (le rituali clausole finanziarie, misure di promozione, e disposizioni finali).

La legge sull’autonomia differenziata concede alle Regioni a statuto ordinario maggiori poteri di gestione su una ventina di materie, incluse commercio estero, sicurezza del lavoro, istruzione, ricerca scientifica, salute, alimentazione, comunicazioni, energia, cultura e ambiente, con l’obbligo di rispettare i Livelli Essenziali di Prestazione (LEP) stabiliti a livello nazionale.

Questo provvedimento rappresenta uno dei pilastri delle riforme del governo Meloni, insieme al ddl premierato recentemente passato in prima lettura al Senato. Tuttavia, ha suscitato numerose critiche.

POLITICA PREMIERATO

ANSA – IL SENATO APPROVA IL DDL SUL “PREMIERATO”

Il Senato ha approvato il disegno di legge di riforma costituzionale mirato a introdurre il cosiddetto “premierato”, ovvero il rafforzamento dei poteri del presidente del Consiglio e l’istituzione della sua “elezione diretta”. La votazione ha visto 109 voti favorevoli, 77 contrari e un’astensione, con tutti i partiti d’opposizione che hanno votato contro. Ora il disegno di legge passerà alla Camera dei deputati per l’esame, poi dovrà tornare al Senato e nuovamente alla Camera per ottenere l’approvazione definitiva, poiché le riforme costituzionali richiedono due votazioni da entrambe le camere. Nella seconda votazione sarà necessaria la maggioranza assoluta dei parlamentari eletti. Attualmente, la Costituzione italiana prevede che i cittadini eleggano i membri del parlamento, i quali poi sostengono un governo e il presidente del Consiglio. Con la nuova riforma, invece, i cittadini eleggerebbero direttamente il presidente del Consiglio, che dovrà essere un parlamentare. Il disegno di legge prevede anche l’abolizione dei senatori a vita nominati dal presidente della Repubblica, mantenendo comunque il ruolo per gli ex presidenti della Repubblica. La riforma non tocca gli attuali senatori a vita. Per essere approvata senza ulteriori passaggi, una legge di revisione costituzionale necessita del voto favorevole di due terzi delle camere. Se riceverà più del 50% ma meno dei due terzi, potrà essere richiesta una conferma tramite referendum popolare.

Altre notizie:

APRI/CHIUDI
ANSA – PREMIERATO: IL SENATO APPROVA L’ARTICOLO 5 CHE INTRODUCE L’ELEZIONE DIRETTA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

Il Senato ha approvato l’articolo 5 del provvedimento sul premierato, che introduce il principio dell’elezione diretta del Presidente del Consiglio. I gruppi di maggioranza hanno votato a favore, mentre le opposizioni hanno abbandonato l’aula in segno di protesta. Il testo non specifica come verrà eletto il Presidente del Consiglio, rinviando a una legge ordinaria successiva, il che è stato criticato dalle opposizioni. Il voto finale sul provvedimento è previsto per il 18 giugno. Durante la seduta, le opposizioni hanno esposto cartelli con la scritta “Parlamento con bavaglio” in segno di protesta per l’esaurimento dei tempi concessi. La vicepresidente Licia Ronzulli ha sospeso la seduta. Precedentemente, i gruppi di opposizione avevano chiesto chiarimenti sulla legge elettorale per l’elezione del presidente del Consiglio, dato che il provvedimento non specifica il meccanismo elettorale. Tuttavia, la ministra Casellati non ha risposto alle richieste delle opposizioni. La Conferenza dei capigruppo del Senato ha fissato il voto finale sugli emendamenti al premierato per il 18 giugno alle 15. Alle opposizioni sono state concesse ulteriori due ore per discutere, ma è stato fissato un termine per rispettare l’orario stabilito. Durante la seduta, la ministra Casellati ha criticato le opposizioni, affermando di non accettare lezioni di democrazia su una legge che non prevede alcuna deriva autoritaria.

ANSA – APPROVATO IL PRIMO E IL SECONDO ARTICOLO DEL DDL SUL PREMIERATO CHE ABOLISCE I SENATORI A VITA

Il Senato ha approvato i primi due articoli del disegno di legge sul premierato. Il primo articolo elimina il potere del presidente della Repubblica di nominare senatori a vita. Nonostante questa abolizione, gli attuali senatori a vita restano in carica. La votazione è avvenuta per alzata di mano, quindi non sono stati resi noti i numeri esatti dei voti favorevoli e contrari. Il secondo articolo riguarda l’elezione del Presidente della Repubblica, stabilendo che il quorum dei due terzi necessario scenda alla maggioranza assoluta dal settimo scrutinio, invece che dal quarto. Anche questo articolo è stato approvato per alzata di mano, e ha visto il sostegno non solo della maggioranza, ma anche di Italia Viva. Durante la seduta, ci sono stati momenti di tensione, inclusa una discussione tra la ministra Casellati e Enrico Borghi di Italia Viva, che ha portato alla sospensione temporanea della seduta. La tensione è aumentata quando la senatrice Elena Cattaneo ha proposto un emendamento per mantenere i senatori a vita, ma senza il diritto di votare la fiducia. Questo emendamento ha generato accesi dibattiti in aula. La maggioranza ha mostrato determinazione nel portare avanti la riforma, prolungando la seduta fino a mezzanotte. L’obiettivo è approvare il testo entro il 18 giugno, nonostante il timore di ulteriori forme di ostruzionismo. Parallelamente, la Camera inizierà le votazioni sull’autonomia differenziata l’11 giugno. Fuori dalle aule parlamentari, l’ex presidente della Corte costituzionale, Marta Cartabia, ha espresso critiche sulla riforma del premierato, definendola una semplificazione rischiosa e sottolineando l’importanza di meccanismi istituzionali che sostengano la capacità di governare insieme anche in presenza di orientamenti divergenti.

ANSA – OK DELLA COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI ALLA RIFORMA SUL PREMIERATO

La commissione Affari Costituzionali del Senato ha approvato un emendamento governativo che modifica l’articolo 92 della Costituzione italiana, introducendo il principio dell’elezione diretta del presidente del Consiglio dei ministri. Questa modifica costituisce il nucleo centrale della riforma sul premierato, e include anche il limite di due mandati per il presidente eletto. Inoltre, stabilisce il premio di maggioranza e il diritto del presidente del Consiglio dei ministri di nominare e revocare i ministri, con il presidente della Repubblica che esegue tali decisioni conferendo e revocando gli incarichi ministeriali. L’articolo 3 del disegno di legge, oggetto di discussione e approvazione in commissione, rappresenta il fulcro della riforma costituzionale sul premierato elettivo. L’emendamento al suddetto articolo, presentato dal governo, ha ricevuto il via libera, fissando così il principio dell’elezione diretta del capo del governo. Questo emendamento include anche disposizioni riguardanti il limite di mandati, il premio elettorale e il potere di nomina e revoca dei ministri. Il presidente del Consiglio sarà eletto direttamente dai cittadini per un mandato di cinque anni, con la possibilità di essere rieletto per non più di due legislature consecutive, salvo il caso in cui abbia già ricoperto l’incarico per un periodo inferiore a sette anni e sei mesi, nel qual caso il limite dei mandati può essere esteso a tre legislature. La legge disciplinerà il sistema elettorale, assegnando un premio su base nazionale che garantirà una maggioranza parlamentare alle liste e ai candidati collegati al presidente del Consiglio, rispettando il principio di rappresentatività. Il presidente del Consiglio sarà eletto nella Camera in cui ha presentato la candidatura. Il presidente della Repubblica conferirà al presidente del Consiglio eletto l’incarico di formare il Governo e nominerà e revocerà, su proposta di quest’ultimo, i ministri. Inoltre, la riforma prevede la soppressione del semestre bianco, che consentiva al presidente della Repubblica di sciogliere le camere in qualsiasi momento. Questa modifica mira a garantire una maggiore stabilità politica ed evitare situazioni di incertezza istituzionale. Durante i lavori della commissione, sono emersi interrogativi riguardo al sistema elettorale e alla governabilità del Paese dopo l’adozione della riforma. Alcuni membri dell’opposizione hanno sollevato dubbi sul funzionamento del nuovo sistema elettorale e sulla possibilità di assicurare una maggioranza parlamentare al presidente del Consiglio eletto. Tuttavia, la maggioranza ha ribadito la necessità di una legge elettorale che funzioni in modo efficace e ha espresso la volontà di migliorare il testo del disegno di legge, se necessario, prima della sua approvazione definitiva. La riforma del premierato elettivo è stata oggetto di dibattito e divisioni politiche, con le opposizioni che criticano la riforma come pasticciata e strabica, mentre il governo e la maggioranza difendono la necessità di riformare le istituzioni per garantire maggiore stabilità e rappresentatività.

LE ALTRE NOTIZIE IN EVIDENZA SULLA “POLITICA”:

POLITICA ITALIANA

ANSA – APPROVATO IL DDL SULLA CYBERSICUREZZA

Il Senato ha approvato il Disegno di Legge governativo per il potenziamento della cybersicurezza, confermando così la sua trasformazione in legge, dopo l’approvazione già avvenuta un mese fa alla Camera dei Deputati. Il voto al Senato ha registrato 80 favorevoli, 3 contrari e 57 astenuti, con le forze di maggioranza che hanno votato a favore e l’opposizione di Avs contraria. Il provvedimento include misure come l’aumento delle pene per i crimini informatici e l’obbligo per le amministrazioni di segnalare gli attacchi entro 24 ore, nonché l’istituzione di un responsabile per la cybersicurezza. Il Ddl affronta vari aspetti della cybersicurezza nazionale, compresa la resilienza delle amministrazioni pubbliche e del settore finanziario, e stabilisce linee guida per contratti pubblici di beni e servizi informatici cruciali per gli interessi nazionali. Inoltre, mira a contrastare i reati informatici e a rafforzare la sicurezza delle banche dati degli uffici giudiziari. Il presidente del Consiglio, su proposta del Comitato interministeriale per la cybersicurezza, determinerà i soggetti pubblici e privati obbligati ad attuare le misure previste. Il provvedimento prevede anche la partecipazione di rappresentanti della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e della Banca d’Italia nelle riunioni del Nucleo per la cybersicurezza dell’Agenzia nazionale, in caso di specifiche questioni di rilevanza.

Altre notizie:

APRI/CHIUDI
UNIONESARDA – VIA LIBERA AL DECRETO RINNOVABILI

Il Decreto sulle Aree idonee del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che mira a individuare le zone per nuove installazioni di impianti per la generazione di energia da fonti rinnovabili, ha ottenuto l’approvazione unanime in Conferenza unificata Stato-Regioni-Comuni. Questo decreto stabilisce le norme per identificare le aree idonee e non idonee per tali impianti. La Regione Sardegna, rappresentata dall’assessora all’Ambiente Rosanna Laconi e dall’assessore all’Industria Emanuele Cani, ha giocato un ruolo importante nella revisione del testo. Laconi ha sottolineato che l’accordo raggiunto è frutto di un intenso lavoro di due mesi, volto a difendere il territorio da speculazioni. Grazie a questo decreto, le Regioni avranno la possibilità di programmare la transizione energetica decidendo autonomamente le aree idonee per gli impianti. Un altro punto importante riguarda l’energia eolica offshore, per cui la potenza prodotta sarà interamente riconosciuta alla Regione che ospita l’impianto. Inoltre, è stato eliminato l’articolo 10, che manteneva validi i procedimenti avviati in precedenza. Il decreto ministeriale prevede di ripartire tra le Regioni e le Province autonome l’obiettivo nazionale al 2030 di una potenza aggiuntiva di 80 GW da fonti rinnovabili, rispetto al 31 dicembre 2020. Una tabella nel provvedimento fissa gli obiettivi annuali di nuova potenza rinnovabile per ciascuna regione dal 2021 al 2030. Su richiesta della Sardegna, l’energia eolica offshore contribuirà per il 100% al raggiungimento delle quote regionali, invece del 40% inizialmente previsto. Le Regioni e le Province autonome avranno 180 giorni dall’entrata in vigore del decreto per individuare le aree idonee e non idonee agli impianti di rinnovabili. Potranno anche stipulare accordi tra loro per il trasferimento statistico di potenza da fonti rinnovabili. Il Ministero dell’Ambiente vigilerà sul raggiungimento degli obiettivi e, in caso di inadempienza, potrà intervenire con poteri sostitutivi. Il decreto fornisce alle Regioni e alle Province autonome una serie di criteri per determinare l’idoneità delle aree, tenendo conto delle esigenze di tutela del patrimonio culturale e del paesaggio, delle aree agricole e forestali, della qualità dell’aria e dei corpi idrici. Privilegia l’uso di superfici di strutture edificate come capannoni industriali e parcheggi, nonché aree destinate a uso industriale, artigianale, per servizi e logistica. Sono considerate non idonee le aree tutelate, con la possibilità per le Regioni di stabilire una fascia di rispetto fino a un massimo di 7 chilometri. Il provvedimento esclude dai nuovi vincoli gli impianti già esistenti e i loro rifacimenti. Ora il decreto passerà al Consiglio di Stato per la convalida, dopodiché sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Le Regioni, compresa la Sardegna, avranno 180 giorni per legiferare in conformità al decreto.

ANSA – MIGRANTI IN ALBANIA: FINO A 13,6 MILIONI DI EURO PER IL NOLEGGIO DI UNA NAVE

Per attuare l’accordo tra Roma e Tirana sui migranti, il Ministero dell’Interno italiano ha fissato un tetto massimo di spesa di 13,5 milioni di euro per noleggiare una nave per 90 giorni. Questa nave trasporterà migranti dall’Italia all’Albania dal 15 settembre al 15 dicembre, con un limite di 800 persone al mese. Il costo stimato per il noleggio è di circa 150.000 euro al giorno. Il punto di raccolta dei migranti sarà a circa 15-20 miglia nautiche a sud-sud/ovest dell’isola di Lampedusa. I migranti saranno poi trasferiti al campo di accoglienza di Gjader, situato a 20 chilometri nell’entroterra. La premier Giorgia Meloni è attesa per un sopralluogo nei due siti, insieme al primo ministro albanese Edi Rama, in coincidenza con la Settimana della Cultura Italiana a Tirana e a ridosso delle elezioni europee. Le opposizioni criticano il progetto, definendolo un “bluff elettorale da 800 milioni di euro”. Meloni ha risposto che il progetto è “strategico” e potrebbe influenzare significativamente la gestione migratoria dell’UE. I lavori nei due siti sono in corso, con il Genio Militare Italiano responsabile delle opere. A Gjader, il campo potrà ospitare fino a 3.000 persone e sarà completato a novembre. Al porto, sono quasi ultimate le strutture previste, inclusa una recinzione esterna con filo spinato. Il contratto di noleggio delle navi prevede un trasporto di circa 300 persone per viaggio (200 migranti e 100 operatori), con tre o quattro viaggi di andata e ritorno al mese. Ogni viaggio durerà circa 50 ore e l’intera operazione richiederà 5-6 giorni. Se la nave percorre meno di 6.000 miglia nautiche nei tre mesi, il costo sarà ridotto del 15%.

RAINEWS – VIA LIBERA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA

Il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema di disegno di legge costituzionale sulla riforma della giustizia, che include la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, l’istituzione di un’Alta Corte disciplinare e altre modifiche al sistema giuridico. Il ministro della giustizia, Carlo Nordio, ha sottolineato l’importanza storica di questa riforma, definendola epocale e in linea con il principio del processo accusatorio. Il vicepremier Antonio Tajani ha elogiato la riforma come un passo avanti verso una maggiore equità nel sistema giudiziario, dedicando il provvedimento a Silvio Berlusconi e sottolineando l’importanza di evitare la politicizzazione della magistratura. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha celebrato il rispetto degli impegni presi dal governo nei confronti degli italiani, sottolineando che la riforma contribuirà a rendere la giustizia più equa ed efficiente. Meloni ha illustrato i punti chiave della riforma, inclusa la separazione delle carriere e la modifica del processo di selezione dei componenti del Consiglio superiore della magistratura (Csm). L’Associazione nazionale magistrati (Anm) ha espresso la sua contrarietà alla riforma, definendola punitiva nei confronti della magistratura ordinaria e criticando la presunta interferenza politica nel sistema giudiziario. La replica della premier Meloni ha sottolineato il carattere non punitivo della riforma e ha invitato i magistrati a considerare il governo come un alleato anziché un nemico. Il Guardasigilli Carlo Nordio ha ribadito la volontà del governo di accettare suggerimenti e contributi, ma ha anche sottolineato il rispetto della volontà popolare e la necessità di seguire quanto previsto dalla Costituzione. Oltre alla riforma della giustizia, il Consiglio dei ministri ha esaminato e approvato altri provvedimenti, tra cui la ratifica di accordi internazionali e modifiche al Regolamento di riorganizzazione del Ministero della giustizia. È stata anche prevista l’esame di leggi regionali.

LASTAMPA – IL GOVERNO INTRODUCE I TEST PSICO-ATTITUDINALI PER I FUTURI MAGISTRATI

Il Consiglio dei ministri ha approvato una serie di modifiche al concorso per entrare in magistratura, tra cui l’introduzione dei test psico-attitudinali per i candidati. Quest’ultima misura, che sarà applicata a partire dal 2026, è stata criticata dall’Associazione nazionale magistrati (ANM) perché avrebbe come unico obiettivo quello di screditare la magistratura. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha, però, detto che “non c’è alcuna interferenza da parte dell’autorità politica o del governo” sulla magistratura poiché tutta la procedura dei test “è sotto la gestione e la responsabilità del CSM”. Ha poi aggiunto che l’esame psico-attitudinale “è previsto per tutte le funzioni più importanti del paese, ma soprattutto è previsto per le forze dell’ordine. Il pubblico ministero è il capo della polizia giudiziaria che è sottoposta al test. Se sottoponiamo ai test chi obbedisce al comandante, è possibile non sottoporre a test chi ha la direzione della polizia giudiziaria?”. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha, poi, chiarito alcune questioni legate ai test. I questionari con i test psicologici saranno introdotti nei concorsi per l’ingresso in magistratura a partire dal 2026, che si svolgeranno al termine delle prove scritte già previste e che saranno una precondizione per essere ammessi all’orale, dove ci sarà poi l’esame psico-attitudinale vero e proprio. Prevedere i test prima delle prove scritte, ha spiegato Nordio, avrebbe potuto essere illegittimo a livello costituzionale (la Costituzione stabilisce che “in magistratura si entra per concorso”). La gestione della procedura dei test sarà affidata al Consiglio Superiore della Magistratura (CSM). A ogni concorso, il CSM nominerà alcuni docenti universitari in materie psicologiche su indicazione del Consiglio universitario nazionale, che avranno il compito di preparare i test scritti. Dopo il test scritto il colloquio psicologico durante la prova orale sarà gestito dal presidente della commissione del concorso. Sarà la stessa commissione esaminatrice a valutare tutto l’esame, compresa l’idoneità psico-attitudinale, e a formulare di conseguenza un giudizio conclusivo. Quindi, la valutazione non spetterà solo a uno psicologo (che sarà presente al colloquio orale solo con un ruolo di consulenza e assistenza alla commissione).

AGI – APPROVATO IL DECRETO CHE INTRODUCE NUOVE REGOLE SULLA SCUOLA

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge che introduce importanti novità nel mondo scolastico, tra cui l’integrazione degli alunni stranieri e il rafforzamento del sostegno ai ragazzi con disabilità. Il decreto mira anche a risolvere le controversie sui titoli di studio conseguiti all’estero, a valutare i dirigenti scolastici e a regolare temporaneamente la mobilità dei dirigenti. L’integrazione degli studenti stranieri è uno dei punti chiave del decreto. Prevede interventi specifici per migliorare l’apprendimento della lingua italiana per gli alunni stranieri, soprattutto per coloro che sono appena arrivati in Italia e hanno difficoltà linguistiche. Ad esempio, le scuole potranno accedere a progetti specifici per il potenziamento dell’italiano e, nelle classi con un numero significativo di studenti stranieri con deficit linguistici, verrà introdotto un docente appositamente formato. Il decreto contiene anche misure per migliorare il sostegno agli alunni con disabilità. Verranno introdotti nuovi percorsi di specializzazione per i docenti precari di sostegno, offerti da Indire, per colmare la carenza cronica di insegnanti specializzati. Inoltre, verranno attuati percorsi di specializzazione per i circa 11.000 insegnanti con titoli di sostegno conseguiti all’estero, il cui riconoscimento è ancora in sospeso. Per garantire la continuità didattica agli alunni con disabilità, il decreto prevede la possibilità di confermare, su richiesta della famiglia e previa valutazione del dirigente scolastico, il docente in servizio nell’anno scolastico precedente. Questa conferma sarà prioritaria per i docenti con titolo di specializzazione. Il decreto introduce anche un nuovo modello di valutazione per i dirigenti scolastici, basato su parametri di merito. Questo modello mira a garantire una valutazione oggettiva e trasparente delle performance dei dirigenti, basata su obiettivi definiti e misurabili, con un adeguato riconoscimento economico in caso di raggiungimento degli obiettivi. Infine, il decreto include una norma transitoria per regolare la mobilità dei dirigenti scolastici nel prossimo anno scolastico, aumentando al massimo (100%) la percentuale di posti disponibili per la mobilità, in attesa dell’entrata in vigore del nuovo contratto collettivo nazionale.

ANSA – STOP ALLE DEROGHE SULLE CONCESSIONI PER LE SPIAGGE

Il Consiglio di Stato ha confermato la scadenza delle concessioni demaniali per le spiagge italiane al 31 dicembre 2023, richiamando i principi della Corte di Giustizia dell’Unione Europea per avviare immediatamente la procedura di gara e garantire una competizione effettiva tra gli operatori. La sentenza del Consiglio di Stato, emessa a seguito di un ricorso presentato nel 2023 da un proprietario di uno stabilimento balneare a Rapallo, stabilisce che le deroghe alle concessioni devono essere disapplicate e conferma la scadenza delle concessioni stesse entro la fine dell’anno precedente. Il Consiglio di Stato ha definito la risorsa spiaggia come “scarsa”, contraddicendo l’opinione del governo che ha sostenuto la disponibilità di spiagge sufficienti per essere messe a gara, come evidenziato nella mappatura inviata a Bruxelles. Negli ultimi anni, l’Italia è stata oggetto di osservazioni speciali da parte dell’Unione Europea a causa della mancata attuazione della direttiva Bolkestein, che mira a liberalizzare il mercato delle spiagge. Il governo Draghi ha fissato la scadenza delle concessioni al 31 dicembre 2024, ma il Consiglio di Stato ha anticipato tale termine al dicembre 2023, suscitando dibattiti su questa decisione. Parallelamente, il governo Meloni ha avviato la mappatura delle coste italiane per dimostrare alla Commissione Europea che vi è ancora un’abbondanza di spiagge disponibili per la concessione. Secondo i dati governativi, il 67% delle coste italiane potrebbe essere aperto al libero mercato. Tuttavia, la sentenza del Consiglio di Stato ha sollevato interrogativi sul perché sia stata emessa prima dell’esito del dialogo in corso tra il governo e la Commissione Europea sulla validità della mappatura. La descrizione delle spiagge come “risorsa scarsa” nella sentenza del Consiglio di Stato contrasta con la visione del governo, creando ulteriori incertezze sul futuro delle concessioni balneari. Alcuni comuni potrebbero appellarsi alla sentenza del Consiglio di Stato, avviando le gare per le concessioni e causando potenziali controversie, come è già accaduto nel caso di Jesolo, dove titolari di concessioni scadute hanno perso il nuovo bando.

ILGAZZETTINO – PRESENTATO IL PIANO CONTRO IL SOVRAFFOLLAMENTO DELLE CARCERI ITALIANE: 2300 POSTI IN PIU’

Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha presentato un piano per affrontare il sovraffollamento carcerario in Italia, prevedendo la creazione di circa 2.300 nuovi posti per i detenuti. Questi posti saranno resi disponibili attraverso la costruzione di nuove strutture carcerarie o l’ampliamento di quelle esistenti, con particolare attenzione a Roma, Milano, Bologna, Forlì e altre città. Il Ministro Nordio ha sottolineato l’urgenza di affrontare il problema del sovraffollamento, che ha raggiunto un tasso del 129%, con conseguente aumento della violenza e dei suicidi dietro le sbarre. Attualmente, ci sono 61.000 detenuti in Italia, ma solo 51.000 posti disponibili, creando una situazione di sovraffollamento critica. Il piano del governo prevede la costruzione di nove nuove strutture carcerarie, che offriranno complessivamente 2.262 posti aggiuntivi. Questi nuovi spazi sono destinati a migliorare le condizioni di vita dei detenuti e a garantire una sorveglianza efficace da parte della Polizia penitenziaria. Le nuove strutture saranno costruite in diverse città italiane, tra cui Roma, Milano, Cagliari, Sulmona, Brescia e Forlì. In alcune di queste città, come Cagliari, sono già stati inaugurati nuovi padiglioni per i detenuti, mentre in altre sono in corso lavori di costruzione. Il Ministro Nordio ha anche evidenziato l’importanza di trovare soluzioni alternative per ridurre il sovraffollamento, come accordi bilaterali con altri paesi per trasferire i detenuti all’estero e percorsi di affidamento ai servizi di cooperazione. Tuttavia, la costruzione di nuove strutture rimane una priorità per affrontare il problema a lungo termine. Il piano prevede anche un’attenzione particolare alle condizioni dei detenuti stranieri e degli agenti di Polizia penitenziaria, cercando di migliorare le condizioni di lavoro e la sicurezza all’interno delle carceri.

ANSA – ASILI NIDO: FINANZIATI 30 NUOVI POSTI (65% AL SUD)

Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha firmato un decreto che destina 400 milioni di euro per finanziare attività volte all’inclusione, alla socialità e al potenziamento delle competenze durante il periodo estivo di sospensione delle lezioni. Questo provvedimento riguarda gli anni scolastici 2023/24 e 2024/25 ed è destinato alle scuole primarie e secondarie statali e paritarie non commerciali. Le risorse previste rappresentano un aumento di 80 milioni di euro rispetto al biennio precedente, consentendo di attivare percorsi che coinvolgeranno tra 800 mila e 1,3 milioni di studenti, con un totale di 1,714 milioni di ore aggiuntive di attività. Le scuole avranno la possibilità di ampliare ulteriormente la platea dei destinatari e la durata dei percorsi attraverso accordi con enti locali, università, organizzazioni di volontariato, associazioni sportive e famiglie, seguendo le migliori pratiche sviluppate in base all’autonomia scolastica. Queste disposizioni sono contenute in una circolare appena firmata dal Ministro. Il Piano estate, come dichiarato dal Ministro Valditara, mira a rendere la scuola un punto di riferimento per studenti e famiglie anche durante l’estate, offrendo opportunità di sport, attività ricreative, laboratori e attività di potenziamento. L’obiettivo è coinvolgere tutte le sinergie positive possibili, coinvolgendo enti locali, associazioni del terzo settore e altre parti interessate. Il ministro ha sottolineato l’importanza di una scuola sempre più aperta e integrata nella comunità, che offra opportunità di aggregazione e formazione durante tutto l’anno, specialmente per quei bambini e ragazzi che non hanno accesso ad altre esperienze di crescita durante l’estate a causa delle esigenze lavorative dei genitori o di situazioni familiari particolari.

REPUBBLICA – SCUOLE APERTE D’ESTATE: FIRMATO IL DECRETO

Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha firmato un decreto che destina 400 milioni di euro per finanziare attività volte all’inclusione, alla socialità e al potenziamento delle competenze durante il periodo estivo di sospensione delle lezioni. Questo provvedimento riguarda gli anni scolastici 2023/24 e 2024/25 ed è destinato alle scuole primarie e secondarie statali e paritarie non commerciali. Le risorse previste rappresentano un aumento di 80 milioni di euro rispetto al biennio precedente, consentendo di attivare percorsi che coinvolgeranno tra 800 mila e 1,3 milioni di studenti, con un totale di 1,714 milioni di ore aggiuntive di attività. Le scuole avranno la possibilità di ampliare ulteriormente la platea dei destinatari e la durata dei percorsi attraverso accordi con enti locali, università, organizzazioni di volontariato, associazioni sportive e famiglie, seguendo le migliori pratiche sviluppate in base all’autonomia scolastica. Queste disposizioni sono contenute in una circolare appena firmata dal Ministro. Il Piano estate, come dichiarato dal Ministro Valditara, mira a rendere la scuola un punto di riferimento per studenti e famiglie anche durante l’estate, offrendo opportunità di sport, attività ricreative, laboratori e attività di potenziamento. L’obiettivo è coinvolgere tutte le sinergie positive possibili, coinvolgendo enti locali, associazioni del terzo settore e altre parti interessate. Il ministro ha sottolineato l’importanza di una scuola sempre più aperta e integrata nella comunità, che offra opportunità di aggregazione e formazione durante tutto l’anno, specialmente per quei bambini e ragazzi che non hanno accesso ad altre esperienze di crescita durante l’estate a causa delle esigenze lavorative dei genitori o di situazioni familiari particolari.

ANSA – L’AGCOM VARA LA PAR CONDICIO

L’Autorità per le garanzie nella comunicazioni (Agcom) ha approvato il suo testo sulla par condicio, che stabilisce le regole a cui devono attenersi le emittenti private. Questo testo è diverso da quello elaborato dalla commissione di Vigilanza per la Rai. Sarà l’Agcom ad applicare sanzioni per garantire un dibattito politico corretto e paritario, secondo quanto stabilito dalla legge 28 del 2000. La novità riguarda la valutazione delle fasce orarie durante le quali i soggetti politici sono esposti in TV, considerando gli ascolti registrati dall’Auditel. Inoltre, per i programmi di informazione, si terrà conto della periodicità. Il commissario Elisa Giomi ha votato contro, sottolineando che la discrepanza tra i regolamenti introduce disparità di trattamento tra le emittenti pubbliche e private durante le campagne elettorali. Alcuni membri dell’Agcom sostengono che il testo approvato sia sovrapponibile a quello della commissione di Vigilanza, mantenendo le prerogative istituzionali e politiche secondo le leggi vigenti. L’Unione Sindacale Giornalisti Rai (Usigrai) è soddisfatta che l’Agcom non abbia accolto le modifiche proposte dalla maggioranza di governo in commissione di Vigilanza, ma resta il rammarico per alcune decisioni, come la trasmissione dei comizi in diretta su Rainews24 senza mediazione giornalistica. Le reazioni politiche sono diverse: il vicepresidente dei senatori del Pd, Antonio Nicita, ritiene che l’Agcom garantisca la parità tra i soggetti politici e i cittadini; il capogruppo M5S in Vigilanza Rai, Dario Carotenuto, critica alcune regole più permissive per il governo nei talk show della Rai; i componenti di Fratelli d’Italia in Vigilanza Rai ritengono che le decisioni dell’Agcom confermino la par condicio e stronchino le polemiche delle opposizioni. Secondo il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, le decisioni di Vigilanza Rai e Agcom sono coincidenti e non vi è sconfessione della Vigilanza Rai da parte dell’Agcom.

ANSA – SUICIDI IN CARCERE: 5 MILIONI DI EURO PER LA PREVENZIONE

Il Ministero della Giustizia ha annunciato uno stanziamento di 5 milioni di euro per affrontare il problema dei suicidi in carcere, che dall’inizio dell’anno hanno già raggiunto quota 29, con una media di quasi uno ogni tre giorni. Questo finanziamento è destinato al potenziamento dei servizi di assistenza psicologica nelle carceri italiane. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha dichiarato che i fondi saranno utilizzati per migliorare i servizi trattamentali e psicologici negli istituti penitenziari, coinvolgendo esperti specializzati e professionisti esterni. Questo impegno mira a migliorare le condizioni detentive e a proporre interventi più strutturati e duraturi nel tempo, con l’obiettivo di rendere questa iniziativa una priorità nella prossima legge di bilancio. Il provvedimento prevede anche un aumento delle retribuzioni per i professionisti incaricati di monitorare i detenuti e accompagnarli nel percorso di rieducazione. Fino a gennaio scorso, questi professionisti ricevevano una retribuzione lorda di 17 euro l’ora, ma da febbraio il compenso lordo è salito a più di 30 euro per evitare una riduzione delle prestazioni erogate. Il capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo, ha accolto positivamente l’iniziativa del governo, definendola un “importante pezzo del puzzle” per migliorare le condizioni dei detenuti nelle carceri italiane. Tuttavia, le opposizioni, in particolare i Radicali, ritengono che questi fondi siano insufficienti e che servano solo per gestire l’ordinario anziché per attuare riforme strutturali urgenti. Secondo il Ministro Nordio, le cause dell’aumento dei suicidi in carcere sono da individuare nel sovraffollamento, nella disattenzione e nelle difficoltà psichiche di alcuni detenuti. Una delle soluzioni proposte è il trasferimento dei detenuti stranieri verso i loro Paesi di origine, attraverso accordi con Stati africani per la costruzione o il finanziamento di carceri nei loro territori. Questo programma, noto come piano Mattei, prevede che i detenuti continueranno a scontare la pena nel proprio Paese, ma con standard qualitativi delle strutture penitenziarie garantiti e il rispetto dei loro diritti. Tuttavia, l’attuazione di questo piano è ancora in fase embrionale e richiede accordi specifici con ogni singolo Paese interessato nei prossimi anni. Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, ha sottolineato che molti Paesi non vogliono accettare i detenuti in quanto ciò comporta costi elevati. Inoltre, molte persone detenute hanno legami familiari in Italia, rendendo complicato il trasferimento forzato in altri Paesi.

ANSA – LA CAMERA APPROVA LA PROPOSTA DI LEGGE PER I TEATRI MONUMENTO NAZIONALE

La Camera dei Deputati ha dato il via libera alla proposta di legge volta a dichiarare ‘monumento nazionale’ numerosi teatri italiani. Il testo unificato delle proposte di legge è stato approvato con 172 voti favorevoli, 46 contrari e 65 astenuti, ed è ora in attesa di esame da parte del Senato. La proposta di legge, che è stata sostanzialmente riscritta con due emendamenti presentati dalla Commissione Cultura presieduta da Federico Mollicone, prevede l’inclusione di un nuovo elenco di 408 teatri che meriterebbero il riconoscimento di ‘monumento nazionale’. Inoltre, la legge stabilisce che possono essere dichiarati ‘monumento nazionale’ anche i teatri la cui edificazione risalga ad almeno 100 anni o quelli la cui programmazione sia rivolta ad attività di spettacolo dal vivo con il concorso finanziario pubblico. La legge prevede anche il riconoscimento di quei teatri il cui edificio sia stato riconosciuto di interesse culturale. Con gli emendamenti presentati dalla Commissione Cultura della Camera, è stata eliminata la disposizione che prevedeva l’intervento di un regolamento per stabilire i criteri e la procedura per il conferimento della qualifica di monumento nazionale ad altri teatri storici entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore della legge. Tra i teatri che potrebbero ottenere il riconoscimento di ‘monumento nazionale’ ci sono diversi teatri romani, come il Teatro dell’Opera, il Brancaccio, l’Eliseo, l’Argentina, il Valle, il Quirino, il Rossini, la Sala Umberto e il Salone Margherita. La lista comprende anche teatri di altre città italiane, come la Scala e il Dal Verme di Milano, La Fenice e il Goldoni di Venezia, il Carlo Felice di Genova, il Teatro del Maggio musicale fiorentino, il San Carlo di Napoli, il Massimo e il Bellini di Palermo, il teatro greco di Siracusa, il Civico di Cagliari, Algero e Sassari, oltre a numerosi altri teatri in varie province italiane. La legge specifica che dall’attuazione di questa normativa non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e che le varie amministrazioni competenti provvederanno nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili secondo la legislazione vigente.

L’INDIPENDENTE – IL GOVERNO VUOLE PRIVATIZZARE POSTE ITALIANE

Il Governo Meloni accelera sulla privatizzazione di Poste Italiane. Un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri (DPCM) inviato alla Camera per il parere delle Commissioni Trasporti e Bilancio delinea la cessione del 29% delle azioni attualmente in mano pubblica. L’obiettivo è di raccogliere 1,5 miliardi di euro nell’immediato, con possibili ricadute negative sulle entrate future e sui dividendi di una delle aziende più redditizie del panorama italiano. Al momento, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) controlla il 29,26% di Poste Italiane, mentre Cassa Depositi e Prestiti (CDP) – controllata dal MEF – ne detiene il 35%. Il restante 35,74% è in mano a investitori privati. Il DPCM stabilisce che la quota dello Stato non scenderà sotto il 35%, il che significa che il 29% delle azioni possedute dal MEF sarà messo sul mercato. L’offerta di azioni sarà rivolta al pubblico dei risparmiatori in Italia, inclusi i dipendenti del gruppo Poste Italiane, e/o a investitori istituzionali italiani ed internazionali. Circa il 30% delle azioni messe sul mercato dovrebbe essere destinato ai risparmiatori, mentre la quota restante andrà agli investitori istituzionali. L’operazione dovrebbe fruttare circa 1,5 miliardi di euro nelle casse dello Stato. La privatizzazione di Poste Italiane ha sollevato le preoccupazioni dei sindacati, che temono un ridimensionamento dell’universalità del servizio e una minore attenzione alle aree rurali e a quelle con meno di cinquemila abitanti. Si teme inoltre che la logica del profitto possa prevalere sulla mission sociale e territoriale dell’azienda. Il DPCM è stato inviato alla Camera per il parere delle Commissioni competenti. L’operazione di privatizzazione dovrebbe concludersi nell’autunno di quest’anno. L’esito della privatizzazione avrà un impatto significativo sul futuro di Poste Italiane, una delle aziende più importanti del Paese, con oltre 12 miliardi di euro di ricavi e 30.000 dipendenti.

L’INDIPENDENTE – GOVERNO: L’IDENTITA’ DIGITALE CON CODICE QR SARA’ REALTA’ ENTRO L’ANNO

Il sottosegretario all’Innovazione, Alessio Butti, ha annunciato il debutto di It Wallet, il nuovo “portafoglio digitale” italiano, previsto per la metà del 2024. It Wallet integrerà i sistemi di identità digitale Spid e Cie e conterrà documenti come carta d’identità, tessera sanitaria, patente, tessera elettorale e altri. L’obiettivo è semplificare il rapporto dei cittadini con la Pubblica Amministrazione e creare una “Schengen digitale”. Il sistema avrà due soluzioni: una pubblica e una privata, con gli stessi standard tecnologici per garantire interoperabilità e sicurezza. It Wallet si basa sul principio dell'”interoperabilità”: i dati saranno accessibili da diversi enti, evitando duplicazioni e semplificando le procedure. La sicurezza è un tema chiave: il sistema garantirà alti standard di protezione dei dati, pur con la consapevolezza che nessun sistema digitale è inattaccabile. Il modello di riferimento è il Green Pass: considerato un successo in termini di interoperabilità, rappresenta un esempio di come l’identità digitale possa essere utilizzata in vari contesti. L’obiettivo finale è la creazione di una “società digitale”: un processo in atto da tempo, accelerato dalla pandemia, che pone interrogativi su privacy, controllo e rischi di censura. Il governo Meloni si pone in continuità con il precedente governo Draghi: l’ex ministro Colao aveva già delineato la traiettoria verso la digitalizzazione totale, con l’identità digitale come tassello fondamentale. Preoccupazioni emergono sui rischi di un sistema di controllo eccessivo: la possibilità di escludere individui dalla società tramite la sospensione del “portafoglio digitale” apre scenari inquietanti.

CORRIERE – VIA LIBERA AL PROGETTO DEFINITIVO DEL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA

Il consiglio di amministrazione della società Stretto di Messina ha approvato il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina, aprendo la strada all’avvio dei lavori. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha confermato l’intenzione di aprire i cantieri entro l’estate del 2024 e di completare l’opera entro il 2032. Salvini ha sottolineato i benefici del Ponte, che porterebbe sviluppo e crescita non solo in Sicilia e Calabria, ma in tutta Italia. La Lombardia, in particolare, secondo il ministro, sarebbe la regione con il maggiore incremento di PIL e posti di lavoro creati. Il progetto definitivo è stato sottoposto a un rigoroso sistema di verifiche da parte di esperti di aerodinamica, sismica, geotecnica e ambiente. Il comitato scientifico, composto da nove esperti nominati dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, ha espresso parere favorevole. Soddisfazione è stata espressa dal senatore della Lega Nino Germanà, che ha attribuito il merito del risultato alla determinazione di Salvini. L’approvazione del progetto definitivo rappresenta una tappa fondamentale per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, un’opera attesa da decenni e che potrebbe avere un impatto significativo sull’economia del Sud Italia. La tabella di marcia prevede l’apertura del cantiere quest’estate, con la conclusione dei lavori prevista per il 2032. Il costo stimato dell’opera è di circa 6,5 miliardi di euro.

ILSOLE24ORE – GOVERNO INTRODUCE LA PATENTE A “CREDITI” PER I CANTIERI

Il Consiglio dei Ministri ha approvato una nuova normativa volta a migliorare la sicurezza nei cantieri attraverso l’introduzione della cosiddetta “patente a punti” per le imprese e i lavoratori autonomi operanti in contesti di cantiere temporanei o mobili. Tale iniziativa, inclusa nella bozza del decreto Pnrr, prevede l’entrata in vigore del sistema dal primo ottobre 2024 e punta a ridurre le irregolarità e gli incidenti sul lavoro. La patente a punti sarà rilasciata in formato digitale dalla competente sede territoriale dell’Ispettorato nazionale del lavoro e sarà soggetta a diversi requisiti, tra cui l’iscrizione alla camera di commercio, l’adempimento degli obblighi formativi e il possesso di documenti quali il Durc, il Dvr e il Durf. Ogni impresa o lavoratore autonomo otterrà un punteggio iniziale di trenta crediti, consentendo loro di operare nei cantieri con una dotazione pari o superiore a 15 crediti. Tuttavia, il sistema prevede una serie di sanzioni in caso di inadempienze o incidenti sul lavoro, che comporteranno la decurtazione dei crediti assegnati. Ad esempio, la responsabilità per un incidente mortale comporterà la perdita di 20 crediti, mentre in caso di inabilità permanente al lavoro si perderanno 15 crediti e se l’infortunio causerà uno stop per più di quaranta giorni, verranno scalati 10 crediti. Inoltre, in caso di morti bianche o inabilità permanenti, l’Ispettorato nazionale del lavoro avrà il potere di sospendere la patente in via cautelativa fino a un massimo di dodici mesi. Sarà possibile recuperare i crediti decurtati frequentando corsi formativi, ma è importante sottolineare che l’ottenimento della patente non garantisce una totale impunità, in quanto sono previste sanzioni per coloro che non rispettano le norme di sicurezza. L’approvazione di questa misura arriva in seguito alla tragedia di Firenze, dove cinque operai hanno perso la vita in un crollo avvenuto in un cantiere. Le reazioni dei sindacati sono state variegate: mentre la Cgil ha espresso insoddisfazione per le risposte del governo, annunciando ulteriori forme di mobilitazione, la Uil ha criticato l’approccio della patente a crediti, definendo la valutazione dei rischi lontana dal rispetto delle vite umane. D’altra parte, il leader della Cisl ha accolto positivamente il dialogo con il governo e ha sottolineato l’importanza di un approccio concertato per affrontare la questione della sicurezza sul lavoro.

ADNKRONOS – GOVERNO APPROVA NORME PER REALIZZARE 60MILA NUOVI ALLOGGI UNIVERSITARI

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un pacchetto di norme volte a consentire una rapida realizzazione di alloggi per studenti universitari. Le nuove disposizioni prevedono procedure semplificate e l’istituzione di un commissario straordinario, oltre a un bando da 1,2 miliardi di euro per la creazione di 60.000 nuovi posti letto entro il 2026, come previsto nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha accolto con favore questa decisione, definendola una svolta significativa per il tema degli alloggi universitari, che rappresenta una priorità per il Governo. Il Consiglio dei Ministri ha accettato la proposta del Ministro di istituire la figura di un Commissario straordinario per gli alloggi universitari, incaricato di coordinare le politiche abitative e di accelerare la realizzazione dei posti letto. Questo soggetto, che sarà individuato nei prossimi giorni, lavorerà in collaborazione con altri ministeri, la Struttura di missione PNRR della Presidenza del Consiglio e le autorità locali. Le nuove misure prevedono anche l’ampliamento dei soggetti autorizzati a realizzare nuovi alloggi, includendo anche soggetti pubblici oltre al privato convenzionato con il pubblico. Inoltre, sarà possibile riconoscere un contributo sotto forma di credito d’imposta anche ai proprietari degli immobili. Per favorire la realizzazione delle residenze universitarie, sarà potenziata la collaborazione con il Demanio, mentre università statali, enti di ricerca e enti regionali per il diritto allo studio potranno richiedere il supporto dell’Agenzia come stazione appaltante. Le agevolazioni fiscali saranno un altro strumento per incentivare la realizzazione di alloggi per studenti. L’incremento del valore della rendita catastale dell’immobile a seguito del mutamento della destinazione d’uso non concorrerà alla determinazione della tassazione sugli immobili e delle imposte ipotecarie e catastali. Quanto al bando per i 60.000 nuovi posti letto, esso sarà aperto sia a soggetti gestori di alloggi o residenze pubblici che privati. Gli immobili, con almeno 20 posti letto ciascuno, dovranno essere situati nelle vicinanze delle sedi universitarie o in zone ben collegate tramite trasporto pubblico. Il contributo economico, erogato in un’unica soluzione, sarà di circa 20.000 euro per posto letto, e almeno il 30% dei posti letto dovrà essere destinato agli studenti meritevoli provenienti da famiglie a basso reddito.

ANSA – APPROVATO IN VIA DEFINITIVA IL DECRETO “MILLEPROROGHE”

Il decreto “Milleproroghe” è stato approvato in via definitiva dal Senato mercoledì pomeriggio con 93 voti favorevoli, 61 contrari e un astenuto. Questo provvedimento, già approvato dal Consiglio dei ministri a fine dicembre e successivamente dalla Camera il 19 febbraio, ha subito il processo di approvazione senza possibilità di modifiche, poiché il governo ha posto la questione di fiducia sia alla Camera che al Senato. L’utilizzo della fiducia è una pratica comune per accelerare i tempi di conversione di decreti-legge, garantendo che il testo venga votato senza emendamenti. Nel caso del “Milleproroghe”, la conversione in legge doveva avvenire entro la fine del mese, ovvero entro 60 giorni dall’approvazione del Consiglio dei ministri, altrimenti sarebbe decaduto. Questo decreto è una prassi consolidata da quasi trent’anni, attraverso la quale il governo prolunga la validità di numerose norme in scadenza, riguardanti una vasta gamma di materie. La sua finalità è evitare che tali norme cadano in disuso e garantire la continuità normativa su temi eterogenei.

ANSA – APPROVATO L’ACCORDO TRA ITALIA E ALBANIA PER LA GESTIONE DEI MIGRANTI

Il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge che ratifica l’accordo tra Italia e Albania per la gestione dei migranti. L’accordo prevede la costruzione di due centri italiani in Albania, dove saranno accolti fino a 3.000 migranti. L’Italia si farà carico di tutti i costi, mentre l’Albania garantirà la sicurezza esterna dei centri. Il via libera è arrivato con 93 voti a favore, 61 contrari e nessun astenuto. Il testo era già stato approvato dalla Camera a gennaio. L’accordo era stato presentato a inizio novembre dai premier Giorgia Meloni e Edi Rama. Le opposizioni hanno espresso dubbi sulla sua efficacia e costituzionalità. La ratifica del Senato rende l’accordo legge. La costruzione dei centri dovrebbe iniziare a breve. L’obiettivo è di decongestionare gli hotspot italiani e di migliorare la gestione dei flussi migratori.

SKYTG24 – SENATO APPROVA IL “DDL NORDIO” CHE CANCELLA IL REATO DI ABUSO D’UFFICIO

Il Senato ha approvato con 104 voti a favore e 56 contrari il “ddl Nordio”, il disegno di legge del ministro della Giustizia Carlo Nordio che modifica il codice penale e la procedura penale. Tra le novità più importanti, la cancellazione del reato di abuso d’ufficio (articolo 323 del codice penale). Il reato, che puniva chi commetteva illeciti nell’esercizio delle proprie funzioni di pubblico ufficiale, era spesso contestato a sindaci e amministratori locali, che lamentavano una “paura della firma” per il timore di incorrere in procedimenti penali. Il ddl Nordio ora passerà alla Camera per l’approvazione definitiva. Il testo era stato approvato dalla commissione Giustizia del Senato il 9 gennaio. Hanno votato a favore del ddl i partiti della maggioranza di governo, Italia Viva e Azione. Hanno votato contro il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra. Le modifiche al codice penale e di procedura penale introdotte dal ddl Nordio sono numerose. Oltre alla cancellazione del reato di abuso d’ufficio, il ddl prevede: Modifiche al reato di traffico di influenze illecite: la pena sarà aumentata se il reato è commesso da un pubblico ufficiale. Stretta sulla pubblicazione delle intercettazioni: le intercettazioni non saranno più utilizzabili se non sono state acquisite nel corso di un’indagine penale. Limiti alla possibilità per i pm di ricorrere in appello in caso di sentenza di assoluzione.

ANSA – CONSIGLIO DEI MINISTRI APPROVA IL VIA LIBERA ALLE MISSIONI INTERNAZIONALI

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge per modificare la partecipazione italiana alle missioni internazionali. La legge agevolerà l’impiego operativo delle unità e dei mezzi nella stessa area e consentirà la preparazione delle forze ad alta prontezza per crisi ed emergenze all’estero. L’attivazione sarà decisa dal Consiglio dei Ministri, con procedure più rapide inviate alle Camere per l’autorizzazione. La modifica mira a garantire maggiore flessibilità nell’impiego delle forze militari italiane, in coerenza con gli scenari di crisi in continua evoluzione. La normativa prevede anche lo spostamento della scadenza per la presentazione delle relazioni sulle missioni in corso, allineandole alla pianificazione finanziaria derivante dalla legge di bilancio.

ADNKRONOS – LE MISURE APPROVATE IN CDM: ELECTION DAY, DDL FERRAGNI, ANZIANI, FISCO E HACKER

Il Consiglio dei Ministri si è concluso con l’approvazione di diverse misure di rilevanza nazionale. Il cosiddetto ddl Ferragni è stato approvato, introducendo multe fino a 50.000 euro per la violazione delle nuove norme sulla trasparenza nella beneficenza. Il ministro per le Imprese Adolfo Urso ha sottolineato la necessità di rendere chiare e non ingannevoli le informazioni sulla commercializzazione di prodotti a scopo benefico. Il Consiglio ha anche dato il via libera al dl Election Day, che accorpa le elezioni europee, del primo turno delle amministrative e regionali in alcune regioni, fissando le elezioni amministrative ed europee per il 8 e 9 giugno. Inoltre, è stato concesso il terzo mandato per i sindaci dei comuni tra i 5.000 e i 15.000 abitanti. Riguardo agli anziani, è stato approvato un decreto legislativo che destina circa 1 miliardo di euro per sostenere iniziative di invecchiamento attivo, assistenza sociale e sanitaria, promozione dell’inclusione sociale e prevenzione della fragilità. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha evidenziato l’importanza del decreto nel favorire la salute e l’inclusione sociale degli anziani. Altri provvedimenti chiave includono l’approvazione del dlgs sull’accertamento, con norme sul concordato preventivo biennale, e un giro di vite sugli hacker e i reati legati alla cybersicurezza. Il governo ha sottolineato che le risorse provenienti dal concordato preventivo saranno utilizzate per ulteriori riduzioni delle aliquote Irpef. Infine, è stato evidenziato che il ddl approvato non contiene disposizioni sull’Intelligenza Artificiale, in attesa del dettaglio del Regolamento europeo sull’IA.

ANSA – IL SENATO APPROVA IL DISEGNO DI LEGGE SULL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA

Il Senato ha votato a favore del disegno di legge sull’autonomia differenziata con 110 sì, 64 no e 30 astenuti. Il provvedimento, promosso dal ministro degli Affari regionali Roberto Calderoli, definisce le procedure attraverso le quali le regioni possono richiedere e ottenere l’autorizzazione a gestire autonomamente alcune competenze attualmente a carico dello Stato centrale. Il testo passa ora alla Camera dei Deputati, dove potrebbe subire modifiche prima di una possibile approvazione. Il Partito Democratico ha manifestato forte opposizione, sottolineando la difesa dell’unità e indivisibilità della Repubblica. Tuttavia, l’approvazione al Senato non implica automaticamente il trasferimento di competenze alle regioni. Il disegno di legge fornisce solo una cornice procedurale, condizionata dalla definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni e dalla negoziazione tra regioni, governo e parlamento. Le critiche si concentrano sul potenziale aumento delle disparità regionali e sulle incertezze riguardo all’impatto economico e alla gestione delle risorse pubbliche.

ILPOST – LA CAMERA APPROVA LA LEGGE CHE INASPRISCE LE PENE PER CHI DANNEGGIA LE OPERE D’ARTE

La Camera ha definitivamente approvato la legge proposta dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che prevede pene più severe per chi danneggia opere d’arte e beni paesaggistici. Il disegno di legge, presentato dal governo nel 2023, era stato precedentemente approvato dal Senato a luglio e ha ora ottenuto il via libera definitivo dalla Camera. La nuova normativa prevede l’incremento delle pene esistenti per il danneggiamento dei beni culturali e introduce due nuovi reati. Coloro che distruggono, disperdono, deteriorano o rendono inutilizzabili beni culturali o paesaggistici, potrebbero affrontare una reclusione da due a cinque anni e sanzioni da 20.000 a 60.000 euro. Per chi deturpa o imbratta tali beni, o li destina a un uso incompatibile con il loro valore storico o artistico, sono previste multe da 10.000 a 40.000 euro. Inoltre, la legge introduce la possibilità di reclusione da uno a sei mesi o una sanzione da 300 a mille euro per chi danneggia teche, custodie e altre strutture che espongono, proteggono o conservano beni culturali nei musei o in altri luoghi espositivi.

CORRIERE – VIA LIBERA DEL GOVERNO PER LA COMMERCIALIZZAZIONE DI INSETTI PER USO ALIMENTARE

Il governo ha dato il via libera alla commercializzazione di insetti per uso alimentare in Italia. Il provvedimento, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 29 dicembre, autorizza la vendita di farina di grillo, larva gialla, locusta migratoria e verme della farina. La decisione arriva dopo anni di discussioni e resistenze da parte dell’opinione pubblica. L’obiettivo del governo è quello di promuovere un’alimentazione sostenibile e a basso impatto ambientale. Gli insetti sono infatti una fonte di proteine, ferro e altri nutrienti, e richiedono meno risorse rispetto ad altre fonti di proteine animali, come carne e pesce. Tuttavia, l’arrivo degli insetti sulle tavole degli italiani non è stato accolto con favore da tutti. Un sondaggio della Coldiretti del 2021 ha rilevato che il 54% degli italiani è contrario al consumo di insetti. Le preoccupazioni principali riguardano la sicurezza alimentare e la provenienza degli insetti. L’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha infatti raccomandato di svolgere ulteriori ricerche in merito. In particolare, ha sconsigliato l’uso di integratori a base di larva gialla ai minori di 18 anni, avvertendo della possibilità di ammalarsi di zoonosi. Anche in Italia il ministro della salute, Orazio Schillaci, ha segnalato i possibili danni per la salute: “chi acquista prodotti a base di farine di insetti deve sapere che c’è un rischio di allergia”. Nonostante le perplessità, gli insetti sono già presenti in alcuni supermercati italiani. Le aziende produttrici stanno lavorando per rendere i prodotti a base di insetti più appetibili per i consumatori, utilizzando ad esempio tecniche di lavorazione che ne nascondono l’aspetto. Il 2024 sarà quindi l’anno della grande rivoluzione alimentare, vedremo se i prodotti a base di insetto avranno successo negli scaffali dei supermercati.

ANSA – GOVERNO APPROVA LO STOP ALLE PUBBLICAZIONI DELLE ORDINANZE DI ARRESTI

La Camera dei deputati ha approvato un emendamento che vieta la pubblicazione dell’ordinanza di custodia cautelare, cioè l’atto con cui il pubblico ministero ufficializza la sua richiesta di andare a processo, fino all’udienza preliminare. L’emendamento, presentato dal deputato di Azione, Enrico Costa, è stato approvato con 160 voti favorevoli e 70 contrari. I “no” sono arrivati da Movimento 5 Stelle, Avs e Pd, mentre Italia Viva e Azione, invece, hanno votato insieme alla maggioranza. La proposta di modifica per la quale il governo aveva annunciato il parere contrario è stata riformulata. Il testo prevedeva il “divieto di pubblicazione dell’ordinanza di custodia cautelare”, mentre nella riformulazione proposta dal governo si parla di divieto di pubblicazione “integrale o per estratto” del testo dell’ordinanza. Dal 2019, grazie alla legge dell’ex ministro dem Andrea Orlando sulle intercettazioni, quegli atti erano pubblici. D’ora in poi non potranno più essere pubblicati. I sostenitori dell’emendamento hanno sostenuto che la pubblicazione dell’ordinanza di custodia cautelare può pregiudicare il diritto alla presunzione di innocenza dell’indagato. I critici, invece, hanno sostenuto che la misura limita il diritto dei cittadini a essere informati.

ILPOST – L’AVVOCATURA DELLO STATO SI OPPONE AI RISARCIMENTI PER LE STRAGI NAZISTE

L’Avvocatura dello Stato si sta opponendo ai risarcimenti chiesti ai familiari delle vittime delle stragi naziste compiute in Italia durante la Seconda guerra mondiale. La sua posizione è stata definita “inaccettabile” da diversi politici e avvocati. L’Avvocatura, che rappresenta lo Stato nelle controversie legali, ha contestato le richieste di risarcimento in diversi processi, sostenendo che i parenti delle vittime non ne abbiano diritto. In alcuni casi ha contestato le prove delle stragi, in altri ha chiesto la prescrizione del diritto al risarcimento, in altri ancora ha dubitato dell’effettivo danno procurato. L’opposizione dell’Avvocatura è stata particolarmente criticata nel caso di Maria Pia e Giuliana Mannini, due donne che hanno ottenuto un risarcimento di 270mila euro ciascuna per la morte del padre, ucciso dai nazisti a Niccioleta, in Toscana, nel 1944. “L’atteggiamento dell’Avvocatura è inaccettabile”, ha detto il senatore Dario Parrini, vicepresidente della commissione Affari costituzionali. “Questi processi hanno un valore storico e morale, non solo economico. L’Avvocatura dovrebbe limitarsi a pagare i risarcimenti, non a ostacolarli”. Parrini ha presentato un disegno di legge per invitare il governo a dare un’interpretazione più chiara alla legge approvata nel 2022 che istituisce un fondo per i risarcimenti alle vittime delle stragi naziste. Il disegno di legge è stato firmato da molti altri parlamentari, ma è ancora in attesa di essere discusso. “La nostra proposta è bloccata alla commissione Bilancio”, ha detto Parrini. “Il governo non la sta trattando seriamente”. L’avvocato Giulio Arria, che assiste molti parenti di vittime del Terzo Reich, ha detto che l’opposizione dell’Avvocatura è “un segnale di vergogna”. “Lo Stato dovrebbe essere dalla parte delle vittime, non dall’altra parte”, ha detto Arria.

L’INDIPENDENTE – IN ITALIA OGNI MESE UN’AMMINISTRAZIONE LOCALE VIENE SCIOLTA PER MAFIA

Dal 1° gennaio 2022 al 30 settembre 2023 sono stati sciolti per mafia ben 18 enti locali in tutta Italia. È quanto emerge dal dossier di avviso pubblico “La linea della Palma” sui Comuni sciolti per infiltrazioni della criminalità organizzata, curato dall’Osservatorio Parlamentare. In questo arco di tempo, quindi, la media è di uno scioglimento al mese. Dal 1991, anno in cui è stata introdotta la normativa di riferimento, sono stati sciolti in tutto 383 enti locali in undici regioni della Penisola, di cui sei nel Nord o nel Centro Italia. Il report evidenzia inoltre che 76 Amministrazioni hanno subito più di uno scioglimento e che l’offensiva mafiosa si è concentrata maggiormente sui piccoli Comuni (il 72% dei Comuni sciolti ha meno di 20mila abitanti, il 52% meno di 10mila). Questi dati confermano la pervasività delle infiltrazioni mafiose nella società italiana, che non risparmia nemmeno gli enti locali, in particolare quelli di piccole dimensioni.

POLITICA UE

APPROVATA LA PRIMA LEGGE EUROPEA PER IL CONTRASTO DELLA VIOLENZA DI GENERE

Il Consiglio dell’Unione Europea ha recentemente approvato la prima direttiva europea per contrastare la violenza di genere. Questo strumento legislativo richiede agli Stati membri di adottare nuovi strumenti per prevenire e contrastare la violenza contro le donne. La direttiva stabilisce che atti come le mutilazioni genitali femminili, i matrimoni forzati e vari tipi di violenza informatica siano considerati reati. Tra questi, rientrano la condivisione non consensuale di immagini intime, lo stalking online, le molestie online e l’istigazione alla violenza online. La direttiva è stata approvata dopo mesi di negoziati e alcuni compromessi. Nonostante sia stata accolta positivamente come un passo avanti per i diritti delle donne nell’Unione Europea, sono stati sollevati dubbi sulla sua completezza poiché manca una definizione comune di “stupro”. Durante le negoziazioni, alcuni paesi hanno chiesto l’inclusione di questa definizione, mentre altri si sono opposti sostenendo che non rientrasse nelle competenze dell’Unione. La direttiva prevede pene minime che vanno da un anno a cinque anni di reclusione per gli atti criminalizzati e introduce una serie di aggravanti nei casi in cui le violenze riguardino particolari categorie di persone, come minori, coniugi, partner, ex coniugi o ex partner, personaggi pubblici, giornaliste o attiviste per i diritti umani. Inoltre, la direttiva rende più semplice denunciare per chi subisce violenza domestica e introduce norme più dettagliate sull’assistenza e sulla protezione che le autorità degli Stati membri devono fornire alle vittime di violenza. Inoltre, gli Stati membri sono tenuti ad adottare misure per prevenire la vittimizzazione secondaria, ovvero il rischio che le vittime subiscano ulteriori traumi o violenze durante il processo penale. La direttiva è stata presentata nel 2022 e approvata dal Parlamento europeo lo scorso aprile. Ora gli Stati membri hanno tre anni di tempo per recepire la direttiva, adottando le misure necessarie per garantire il rispetto dei suoi principi e delle sue disposizioni.

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SKYTG24 – L’UE APPROVA LE NUOVE REGOLE PER I RICHIEDENTI ASILO

L’Unione Europea ha ratificato definitivamente il Nuovo Patto su migrazione e asilo, un insieme di riforme che modificheranno in parte il regolamento di Dublino, una normativa fondamentale che regola la gestione di migranti e richiedenti asilo. Questa riforma, approvata dal Parlamento Europeo ad aprile, ha ottenuto il via libera finale dal Consiglio dell’Unione Europea, con l’eccezione dei voti contrari dei rappresentanti di Ungheria e Polonia. Il Nuovo Patto rappresenta la più significativa e ampia riforma degli ultimi anni in materia di immigrazione nell’Unione Europea, frutto di un lungo negoziato durato quattro anni. La riforma prevede regole più severe sull’accoglienza, soprattutto per le persone migranti provenienti da paesi considerati “sicuri” secondo criteri definiti dagli stessi paesi d’accoglienza. Queste persone, che già oggi hanno minori probabilità di ottenere protezione internazionale, saranno soggette a misure che faciliteranno l’espulsione e il rimpatrio nei loro paesi d’origine. Inoltre, il Nuovo Patto introduce un meccanismo limitato di trasferimento dei richiedenti asilo dai paesi di arrivo, principalmente quelli dell’Europa meridionale, ai paesi interni dell’Unione Europea. Quando un paese si troverà “sotto pressione”, gli altri Stati membri dovranno decidere se accettare un numero stabilito di migranti, contribuire finanziariamente a un fondo comune dell’Unione Europea oppure fornire supporto operativo inviando personale o fornendo attrezzature tecniche. Il regolamento di Dublino, in vigore dal 1997, è stato al centro di numerose controversie negli ultimi anni. Esso stabiliva che il primo paese di arrivo di una persona migrante fosse responsabile della registrazione della richiesta di asilo e dell’accoglienza. Paesi come Italia e Grecia, principali Stati d’ingresso dei richiedenti asilo, chiedevano da tempo modifiche a questa regola, mentre altri paesi, come quelli dell’Europa orientale, si opponevano a meccanismi che li obbligassero ad accogliere più persone migranti. Il Nuovo Patto si basa su dieci leggi, introducendo modifiche significative nei percorsi di richiesta di asilo. Stabilisce due possibili percorsi di richiesta, con una procedura accelerata che avviene alla frontiera e una procedura tradizionale. I richiedenti asilo vengono divisi in base al loro profilo, e se la richiesta viene rifiutata, saranno espulsi verso il loro paese d’origine o un “paese terzo”. Organizzazioni non governative hanno criticato la riforma per il rischio di negare l’accesso ai diritti e servizi ai richiedenti asilo durante le 12 settimane della procedura accelerata.

ANSA – APPROVATA LA RIFORMA DEL PATTO DI STABILITA’

Il Parlamento Europeo ha dato l’approvazione, con un’ampia maggioranza, alla riforma del Patto di stabilità, un insieme di regole fiscali vincolanti per gli stati membri dell’Unione Europea. La proposta di riforma era stata inizialmente accettata dai ministri dell’Economia e delle Finanze degli Stati membri a fine dicembre, basandosi sulla presentazione del Commissario europeo per gli Affari economici, Paolo Gentiloni. Successivamente, a febbraio, Consiglio dell’Unione Europea e Parlamento Europeo avevano trovato un accordo su un testo simile a quello di dicembre. Ora la proposta dovrà passare l’approvazione formale del Consiglio, e le nuove regole entreranno in vigore per i bilanci presentati dagli stati a partire dal 2025. Le regole del Patto di stabilità mirano a garantire che ogni paese mantenga la disciplina fiscale, evitando un eccessivo ricorso al debito pubblico, al fine di prevenire problemi che potrebbero influire sull’intera Unione Europea. Queste regole erano state temporaneamente sospese nella primavera del 2020 a causa della pandemia di Covid-19, per consentire agli stati di erogare aiuti finanziari ai propri cittadini senza restrizioni. Tuttavia, non erano state reintegrate, in parte a causa dell’inizio della guerra in Ucraina e della conseguente crisi energetica. Il Patto di stabilità sarebbe dovuto tornare in vigore nel 2024, ma da tempo si discuteva della necessità di riformarlo, poiché considerato troppo rigido. La Commissione Europea aveva presentato una proposta di riforma lo scorso aprile, poi discussa e modificata dal Consiglio dell’Unione Europea, composto dai governi dei 27 paesi membri. La riforma approvata rappresenta un compromesso tra le posizioni dei vari paesi membri. Le regole fiscali sono state allentate rispetto al passato, ma sono stati introdotti nuovi parametri per un controllo più attento da parte dell’Unione Europea sui bilanci nazionali.

ANSA – RITIRO DELLA PATENTE E MULTE ALL’ESTERO VALIDE IN TUTTA UE

Il Parlamento Europeo ha dato il via libera definitivo alle nuove norme dell’Unione Europea che renderanno le sanzioni stradali, come le multe e il ritiro della patente, valide anche quando la violazione viene commessa in un altro stato membro dell’UE. Con un voto favorevole di 570 eurodeputati, 36 contrari e 24 astensioni, è stata approvata una richiesta di rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri dell’UE nelle indagini transfrontaliere sulle infrazioni stradali, considerando che circa il 40% di tali infrazioni rimane impunito. Le nuove norme stabiliscono che le autorità nazionali devono rispondere alle richieste di un altro paese dell’UE senza indugi e entro due mesi dalla raccolta delle informazioni necessarie. Inoltre, su richiesta dello Stato membro in cui è avvenuta la violazione, il Paese UE di residenza dell’autore dell’infrazione può farsi carico della riscossione delle multe stradali, a condizione che l’importo sia superiore a 70 euro. Le nuove regole ampliano l’elenco delle infrazioni stradali commesse da conducenti non residenti che comportano assistenza transfrontaliera e possono quindi essere sanzionate. Oltre all’eccesso di velocità, alla guida in stato di ebbrezza o al mancato arresto al semaforo rosso, sono state aggiunte altre violazioni, come il parcheggio pericoloso, il sorpasso pericoloso e l’attraversamento della linea continua. Secondo le nuove regole, il Paese UE in cui si è verificata l’infrazione stradale avrà 11 mesi dalla data dell’infrazione per emettere la relativa notifica. L’avviso di violazione deve includere il momento e le circostanze del reato, nonché informazioni su come presentare ricorso contro la multa. Per migliorare la trasparenza e facilitare l’attuazione delle nuove norme, la Commissione avrà il compito di creare un portale online che elencherà le regole, le opzioni di ricorso e le relative multe stradali, tra altre informazioni. Dopo l’approvazione ricevuta dall’Eurocamera, il testo passerà nuovamente al Consiglio dell’UE per l’approvazione formale. Una volta pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE, gli Stati membri avranno 30 mesi per prepararsi all’attuazione di queste nuove regole, che mirano a migliorare la sicurezza stradale e a garantire una maggiore coerenza nell’applicazione delle sanzioni stradali in tutta l’Unione Europea.

RAINEWS – LA COMMISSIONE UE FIRMA UN ACCORDO DA 7 MILIARDI DI EURO CON L’EGITTO SU IMMIGRAZIONE, SICUREZZA E ECONOMIA

La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha stretto un accordo epocale con il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, domenica scorsa al Cairo, riguardante una somma eccezionale di oltre 7 miliardi di euro. L’accordo, che avrà una durata triennale, si concentra su sei settori fondamentali tra cui l’immigrazione, la sicurezza e l’economia. L’Unione Europea si è impegnata a fornire all’Egitto un pacchetto di aiuti economici del valore di 7,4 miliardi di euro, distribuiti nel periodo compreso tra il 2024 e il 2027. Tale contributo comprende 5 miliardi di euro sotto forma di prestiti, 1,8 miliardi di euro in investimenti e 600 milioni di euro come concessioni a fondo perduto. Di particolare rilevanza sono i circa 200 milioni di euro destinati al miglioramento della gestione dei migranti, seguendo il modello dell’accordo stipulato con la Tunisia nel luglio del 2023. La crisi economica che attanaglia l’Egitto è stata ulteriormente accentuata dall’escalation del conflitto tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza, confinante con il territorio egiziano. Tuttavia, il governo di al Sisi ha finora respinto la proposta di accogliere i civili palestinesi nel paese, aggravando la situazione umanitaria nella regione. Gli obiettivi primari di questa iniziativa sono il sostegno all’economia egiziana e il miglioramento della gestione dei flussi migratori. Tuttavia, l’accordo ha suscitato critiche da parte di varie organizzazioni per i diritti umani, che denunciano il regime autoritario di al Sisi. Il presidente egiziano è al potere dal 2013, dopo un colpo di stato militare, e nel corso degli anni ha instaurato un regime considerato più oppressivo persino rispetto a quello di Hosni Mubarak. Questo storico accordo segue una serie di intese simili tra l’Unione Europea e altri paesi, come la Turchia nel 2015 e la Mauritania all’inizio di marzo. Tuttavia, nonostante gli sforzi, i flussi migratori continuano a crescere, mettendo in discussione l’efficacia di tali misure.

SKYTGG24 – UE ABBASSA L’ETA’ MINIMA DA 16 A 13 ANNI PER USARE WHATSAPP

L’Unione Europea e il Regno Unito hanno abbassato l’età minima per utilizzare WhatsApp da 16 a 13 anni. Questo cambiamento è stato effettuato per uniformare il limite a quello già esistente nel resto del mondo e per conformarsi ai nuovi regolamenti europei, il Digital Markets Act (DMA) e il Digital Services Act (DSA). In precedenza, l’età minima per utilizzare WhatsApp nell’Unione Europea e nel Regno Unito era di 13 anni, fino a quando nel 2018 il GDPR, il regolamento europeo sulla protezione dei dati, l’aveva portata a 16 anni. Tuttavia, questa modifica è stata vista in modo negativo da alcune associazioni che chiedono maggiori regolamentazioni e limitazioni sull’uso degli smartphone e dei social network da parte degli adolescenti, un argomento che ha suscitato molte discussioni negli ultimi tempi.

ANSA – VIA LIBERA DEGLI STATI UE ALLA NUOVA DIRETTIVA SULLE CASE GREEN

Gli Stati membri dell’Unione Europea hanno dato il via libera alla nuova direttiva sulle case green. Durante il Consiglio Ue Ecofin, i ministri europei hanno confermato l’accordo raggiunto con il Parlamento europeo lo scorso dicembre. L’obiettivo è rendere il parco immobiliare dell’UE a emissioni zero entro il 2050. Tuttavia, l’Italia e l’Ungheria hanno votato contro l’intesa, mentre Repubblica Ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia si sono astenute. Secondo le nuove norme, entro il 2030 tutti i nuovi edifici dovrebbero essere a emissioni zero, mentre entro il 2050 l’intero patrimonio edilizio dell’UE dovrebbe essere trasformato in edifici a emissioni zero. Il testo è stato approvato dal Parlamento europeo il 12 marzo 2024 con 370 voti favorevoli, 199 contrari e 46 astenuti.

ANSA – ACCORDO TRA STATI MEMBRI E UNIONE EUROPA SU LIMITE DELLE IMPORTAZIONI DI PRODOTTI AGRICOLI UCRAINI

Gli Stati membri dell’Unione Europea insieme al Parlamento europeo hanno concordato di limitare le importazioni di alcuni prodotti agricoli dall’Ucraina esenti da dazi doganali, tra cui uova, pollame, zucchero, avena, mais e miele, a partire da giugno. Questo accordo, che rinnova per un anno l’esenzione concessa nel 2022 a Kiev, prevede l’introduzione di “meccanismi di salvaguardia” specifici per alcuni prodotti considerati sensibili. La decisione di imporre restrizioni sulle vendite agricole ucraine è stata presa nella notte durante un incontro tra i rappresentanti permanenti dei 27 paesi dell’Unione Europea. La Francia si è schierata a favore della Polonia durante l’incontro, sostenendo la limitazione delle importazioni di pollame, uova, zucchero e grano dall’Ucraina. Questa mossa rappresenta un duro colpo per le esportazioni agricole ucraine e arriva poco prima del vertice dei leader dell’Ue previsto per questa settimana a Bruxelles. L’accordo raggiunto apre la strada a un’intesa con il Parlamento europeo per ridurre parzialmente i benefici commerciali concessi all’Ucraina.

AGI – IL PARLAMENTO UE INTRODUCE LA TESSERA PER LA DISABILITA’ VALIDA IN TUTTA EUROPA

Il Parlamento europeo ha approvato all’unanimità la proposta che introduce una tessera di disabilità valida in tutti gli stati membri dell’Unione. La tessera, che sarà disponibile sia in formato fisico che digitale, consentirà alle persone con disabilità di accedere agli stessi trattamenti preferenziali dei residenti del Paese che stanno visitando. Tra queste le seguenti agevolazioni: Tessera del parcheggio europea, che consente di parcheggiare gratuitamente o a tariffe agevolate nelle zone a traffico limitato e nelle aree riservate ai disabili; Trattamento preferenziale in occasione di attività culturali, ricreative e sportive, come ad esempio la visita di un museo o la partecipazione a un concerto. I singoli Stati membri potranno emettere carte bilingui, utilizzando l’inglese insieme alle rispettive lingue nazionali. La proposta, che ora dovrà essere approvata dal Consiglio dell’Unione europea, è una grande vittoria per le persone con disabilità, che potranno finalmente viaggiare e vivere in Europa con maggiore facilità e autonomia.

POLITICA USA

ILPOST – BIDEN E TRUMP SI SONO ASSICURATI (DI FATTO) LA NOMINATION ALLE ELEZIONI PRESIDENZIALI

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e l’ex presidente Donald Trump hanno ottenuto la nomination dei rispettivi partiti, Democratico e Repubblicano, per le elezioni presidenziali di novembre. Questo è avvenuto dopo le loro vittorie nelle primarie di martedì, dove hanno conquistato un numero sufficiente di delegati per garantirsi il supporto alle convention nazionali dei partiti. Biden ha vinto le primarie dei Democratici in Georgia e Mississippi, raggiungendo così il numero necessario di delegati per la nomination. Ha superato la soglia di 1.968 delegati, raggiungendo già quota 2.099. Nel caso di Trump, ha vinto le primarie dei Repubblicani in Georgia, Mississippi e nello stato di Washington, ottenendo il numero richiesto di 1.215 delegati su un totale di 2.429 disponibili. Le convention estive dei partiti, dove verrà ufficializzata la nomination dei candidati, sono eventi chiave della campagna elettorale. Quella dei Democratici si terrà tra il 19 e il 22 agosto a Chicago, mentre quella dei Repubblicani è prevista tra il 15 e il 18 luglio a Milwaukee. Le vittorie di Biden e Trump erano ampiamente previste, considerando che entrambi non avevano avversari significativi. Trump non ha avuto rivali dopo il ritiro di Nikki Haley, mentre Biden ha affrontato solo candidati minori senza possibilità di successo. L’unica sorpresa è stata la vittoria di Jason Palmer nei caucus delle Samoa Americane, che ha ottenuto 3 delegati alle convention dei Democratici.

Altre notizie:

APRI/CHIUDI
L’INDIPENDENTE – EX CONSIGLIERE DI TRUMP IN CARCERE PER OLTRAGGIO AL CONGRESSO

Peter Navarro, ex consigliere di Donald Trump, è stato condannato a 4 mesi di prigione per oltraggio al Congresso, diventando così il primo ex dirigente della Casa Bianca ad essere incarcerato per questo reato. Il 74enne Navarro è stato ritenuto colpevole di rifiutarsi di cooperare con la commissione parlamentare incaricata della ricostruzione dell’assalto al Capitol Hill avvenuto a gennaio 2021. Come conseguenza, è stato ordinato il suo trasferimento nel carcere di Miami. Navarro ha cercato di invocare l’immunità del privilegio esecutivo davanti alla Corte Suprema, ma tale tentativo è stato respinto, così come il suo ultimo appello presentato ieri. La decisione della Corte ha confermato la sentenza di 4 mesi di reclusione per l’ex consigliere di Trump, sottolineando l’importanza del rispetto delle istituzioni governative e della legge.

ANSA – CORTE SUPREMA USA FA ENTRARE IN VIGORE UNA LEGGE DEL TEXAS SULL’IMMIGRAZIONE

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso di permettere temporaneamente l’entrata in vigore di una legge sull’immigrazione approvata dal Congresso dello stato del Texas. Questa legge, controversa, darà alle autorità statali il potere di arrestare e incriminare i migranti irregolari con poteri simili a quelli delle autorità federali. La decisione è giunta martedì, con la Corte che ha stabilito che la legge potrà essere applicata mentre i vari ricorsi contro di essa verranno valutati da un tribunale di appello. Questo segna un’inversione rispetto alla decisione presa solo un giorno prima, quando la stessa Corte aveva bloccato la legge per la seconda volta. L’amministrazione del presidente Joe Biden ha presentato uno dei ricorsi contro la legge, definendola incostituzionale, sottolineando che l’immigrazione è una questione di competenza federale negli Stati Uniti. La legge permetterà a qualsiasi agente delle forze dell’ordine del Texas di fermare e arrestare i migranti senza documenti in regola provenienti dal Messico. Questi migranti potranno essere accusati di un nuovo reato introdotto dalla legge per l’ingresso irregolare nello stato del Texas, con pene che vanno da sei mesi a venti anni di carcere. Inoltre, i tribunali statali del Texas potranno ordinare ai migranti arrestati di tornare in Messico, con la violazione di questo ordine soggetta a una pena massima di venti anni di reclusione.

AGI – PRIMARIE USA 2024: BIDEN E TRUMP VINCONO IN ALTRI 5 STATI

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il suo predecessore, Donald Trump, hanno ottenuto vittorie prevedibili alle primarie dei rispettivi partiti in cinque Stati: Florida, Ohio, Illinois, Kansas e Arizona. Secondo le proiezioni di Fox, NBC e CBS, entrambi i candidati hanno dominato le primarie, con Biden che ha ottenuto circa l’89% e Trump il 76% dei voti. Tuttavia, i risultati in Arizona hanno rivelato una leggera debolezza per Trump, con l’ex ambasciatrice all’ONU Nikki Haley che ha ottenuto circa il 20% dei voti, nonostante si sia ritirata dalla corsa. Inoltre, Biden ha incontrato una modesta resistenza con il voto di protesta in Kansas, dove il 10% ha espresso dissenso, e in Ohio, dove il suo avversario Dean Phillips ha raccolto il 13% dei voti. Trump, senza avversari alle primarie repubblicane, ha conquistato una percentuale compresa tra il 75% e l’89% nei vari Stati, seguito da Nikki Haley e Ron DeSantis. Tuttavia, l’ampio sostegno a Haley indica una mancanza di consenso tra i latinoamericani verso Trump. Biden ha lanciato una strategia per conquistare il voto ispanico, organizzando eventi nel Nevada e in Arizona con il programma “Latinos con Biden”. Durante un evento a Phoenix, ha criticato Trump per il suo linguaggio nei confronti dei latinoamericani, sottolineando l’importanza del loro voto. Con questi risultati, Biden e Trump si avvicinano ulteriormente alla conferma come candidati presidenziali per le rispettive parti, avendo già ottenuto il numero minimo di delegati necessari. Tuttavia, l’ufficializzazione delle loro candidature avverrà durante le convention dei partiti, previste per luglio e agosto.

ANSA – EX INFORMATORE DELL’FBI, INCRIMINATO PER FALSE ACCUSE CONTRO BIDEN E FIGLIO, AIUTATO DA 007 RUSSI

Alexander Smirnov, l’ex informatore dell’FBI al centro delle accuse di corruzione contro Joe Biden e suo figlio Hunter, ha confessato di aver ricevuto l’aiuto di spie russe nel tentativo di screditarli. Smirnov, 43 anni, era considerato un testimone chiave nell’inchiesta di impeachment promossa dai repubblicani contro il presidente Biden. Le sue accuse, poi rivelatesi false, sostenevano che Joe Biden avesse favorito gli affari del figlio in Ucraina mentre era vicepresidente, in cambio di tangenti dalla società energetica Burisma. L’ex informatore ha ammesso di aver mentito all’FBI su due incontri del 2015 o 2016 con dirigenti di Burisma, in cui gli sarebbe stato detto che Hunter Biden era stato assunto per “proteggerli” da problemi grazie all’influenza del padre. Ha anche inventato un pagamento di 5 milioni di dollari a Joe e Hunter Biden. Le false accuse di Smirnov hanno alimentato i sospetti sui legami tra i Biden e Burisma, usati da Donald Trump e dai suoi alleati per attaccare il rivale democratico. L’arresto di Smirnov e la sua confessione indeboliscono la posizione dei repubblicani e sollevano inquietanti dubbi sul ruolo del Cremlino nel tentativo di influenzare le elezioni americane. Secondo i procuratori, Smirnov “ha preso di mira il candidato di uno dei due principali partiti politici degli Stati Uniti” e “propagato menzogne che potrebbero avere un impatto sulle elezioni”. Le sue false accuse “continuano a farsi sentire fino ad oggi”, con riferimento all’inchiesta di impeachment.

ILPOST – PRIMO IMPEACHMENT DI UN MINISTRO USA IN QUASI 150 ANNI

La Camera degli Stati Uniti ha avviato la procedura di impeachment contro il segretario per la Sicurezza nazionale Alejandro Mayorkas, nominato dal presidente Joe Biden. È il primo impeachment di un ministro statunitense in quasi 150 anni, dal 1876. L’impeachment è una procedura politica che mira alla rimozione di un funzionario pubblico. La votazione alla Camera ha visto un risultato ravvicinato, con 214 voti a favore e 213 contrari, con il deputato Repubblicano Steve Scalise che ha votato a favore. Tuttavia, al Senato, dominato dai Democratici, è improbabile che l’impeachment venga confermato. I Repubblicani accusano Mayorkas di non far rispettare la legge sull’immigrazione, in particolare riguardo alle politiche di asilo. Tuttavia, molti costituzionalisti ritengono che l’impeachment sia più una mossa politica che legale. Questo è il secondo tentativo di impeachment contro Mayorkas in una settimana.

RAINEWS – SEGRETARIO DELLA DIFESA USA RICOVERATO IN OSPEDALE

Il segretario della Difesa degli Stati Uniti, Lloyd J. Austin III, è stato nuovamente ricoverato in ospedale a causa di un problema alla vescica. Non sono stati forniti ulteriori dettagli sulle sue condizioni attuali e non è chiaro se il nuovo ricovero sia correlato al tumore alla prostata per cui è in cura. Austin, 70 anni, era stato precedentemente ricoverato all’inizio di gennaio, suscitando polemiche poiché aveva omesso di informare il presidente Joe Biden del suo stato di salute. La notizia era emersa dai media, causando sorpresa all’interno del dipartimento della Difesa. Austin si era successivamente scusato per la mancata comunicazione e era stato dimesso il 15 gennaio.

ILPOST – INIZIANO LE PRIMARIE NEGLI STATI UNITI

Iniziano oggi le primarie negli Stati Uniti, il lungo processo elettorale che si concluderà in estate con la nomina dei candidati dei partiti alle elezioni presidenziali del prossimo 5 novembre. Per quanto riguarda il partito Democratico, il presidente in carica Joe Biden è il grande favorito. Secondo i sondaggi, Biden gode di un vantaggio di oltre 20 punti percentuali sui suoi sfidanti, la scrittrice e attivista politica Marianne Williamson e il deputato Dean Phillips. Biden non ha nemmeno fatto una vera e propria campagna elettorale per le primarie, ma è praticamente certo che vincerà e sfiderà il candidato Repubblicano alle presidenziali. L’attenzione è quindi tutta sulle primarie del partito Repubblicano. L’ex presidente Donald Trump è saldamente favorito, e secondo gli ultimi sondaggi oggi ha oltre il 60 per cento dei consensi a livello nazionale. Ci sono però altri due candidati di cui si sta parlando molto: l’ex governatore della Florida, Ron DeSantis, e l’ex governatrice della South Carolina ed ex ambasciatrice alle Nazioni Unite, Nikki Haley. DeSantis è stato considerato il principale oppositore di Trump nel partito, ma la sua campagna elettorale è stata segnata da diversi scandali, e non è mai davvero riuscita a decollare. Al contrario, Haley ha saputo consolidare i suoi consensi e oggi si presenta come l’alternativa migliore e più credibile a Trump. Sono in corsa anche altri due candidati, l’imprenditore Vivek Ramaswamy e l’ex governatore dell’Arkansas Asa Hutchinson, che però non sono mai riusciti a imporsi nel dibattito e ad attirare una percentuale rilevante di consensi. Lunedì in Iowa si terranno dei caucus, dove il voto è preceduto da una serie di dibattiti e comizi. La situazione è però complicata dall’ondata di freddo che sta interessando la parte orientale degli Stati Uniti: negli ultimi giorni sono stati raggiunti i -51 °C, con forti venti e tempeste di neve che hanno causato la caduta di alberi e la morte di almeno due persone. La visibilità sulle strade è molto ridotta, e alcune zone sono rimaste senza elettricità. Decidere di uscire in una serata gelida per partecipare a un evento elettorale potrebbe essere una scelta non facile per molti abitanti dell’Iowa. Al momento secondo i sondaggi Trump gode del 53 per cento dei consensi in Iowa, seguito da Haley (18,7 per cento) e DeSantis (15,8 per cento). È possibile però che le condizioni meteorologiche sfavorevoli finiscano per modificare i risultati in modo imprevisto. I risultati delle primarie repubblicane in Iowa dovrebbero arrivare tra lunedì sera e martedì mattina. I Democratici invece organizzeranno solo dei comizi in Iowa, ma il voto vero e proprio si svolgerà per posta e i risultati saranno annunciati il prossimo 5 marzo.

TRUMP

ANSA – TRUMP CONDANNATO NEL CASO DEI PAGAMENTI ALLA PORNOSTAR

L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato dichiarato colpevole in un processo riguardante i pagamenti all’attrice di film per adulti Stormy Daniels. È stato trovato colpevole per tutti i 34 capi di accusa, segnando la prima volta che un presidente americano è stato ritenuto colpevole in un processo penale. Trump ha respinto il verdetto, definendo il processo una farsa e annunciando il suo piano di appellarsi. Il presidente Joe Biden ha sottolineato che nessuno è al di sopra della legge, mentre la campagna di Trump ha continuato a sostenere la sua innocenza. Questo segna un momento storico, con Trump diventato il primo ex presidente ad essere condannato penalmente e il primo candidato presidenziale a correre come pregiudicato. Tuttavia, ciò non lo esclude dall’essere eletto o dall’assumere il ruolo di comandante in capo. L’effetto di questa condanna sulla campagna elettorale è incerto, con alcuni elettori moderati e indipendenti potenzialmente influenzati dalla sua condanna. La pena per Trump sarà decisa in un’udienza futura, con possibilità che vada dalla messa in prova fino a una multa. È improbabile che finisca in prigione, considerando la sua età e il fatto di non avere precedenti penali, oltre alle complicazioni logistiche legate alla sua protezione da parte del Secret Service. Il processo è stato caratterizzato da tensioni, con Trump soggetto a un ordine di restrizione per i suoi attacchi contro il giudice, i procuratori e i testimoni. Si sono verificati momenti di rilievo durante il processo, inclusi dettagli intimi riguardanti gli incontri sessuali di Trump con Stormy Daniels e Karen McDougal. I repubblicani hanno difeso Trump, criticando il verdetto come una manipolazione della giustizia da parte dei democratici. La condanna di Trump ha suscitato divisioni nel Paese, indicando la profonda polarizzazione politica. Pochi minuti dopo la lettura del verdetto di colpevolezza nel caso Stormy Daniels, il sito web della campagna di Trump è andato in tilt a causa dell’elevato traffico diretto alla pagina di raccolta fondi, dove Trump è descritto come un “prigioniero politico”. Trump ha ringraziato i suoi sostenitori riuniti sotto la Trump Tower, annunciando un discorso successivo dallo stesso luogo. Il procuratore di Manhattan, Alvin Bragg, ha commentato la sentenza dichiarando di aver seguito i fatti e le leggi, senza favoritismi, anche se il caso coinvolgeva una figura prominente. Ha ringraziato la giuria e il suo team legale per il lavoro svolto. Gli analisti osservano che Trump, se eletto presidente, avrebbe il potere di concedere la grazia per crimini federali, ma non avrebbe autorità sul verdetto di colpevolezza a New York. Solo il governatore di New York avrebbe tale potere, ma al momento sembra improbabile che la sentenza venga annullata. L’avvocato di Trump, Todd Blanche, ha dichiarato che faranno appello al verdetto. Ha sottolineato la serietà della giuria ma ha affermato che Trump doveva essere considerato innocente, poiché i documenti non dimostravano la sua colpevolezza. Ha criticato l’attenzione mediatica e i tempi del processo, sostenendo che abbiano danneggiato Trump. Il leader della minoranza repubblicana al Senato, Mitch McConnell, ha commentato il verdetto affermando che le accuse non avrebbero dovuto essere mosse e si aspetta che la condanna venga annullata in appello.

LAPRESSE – RINVIATO A TEMPO INDETERMINATO IL PROCESSO A TRUMP IN FLORIDA

Il processo a Donald Trump in Florida è stato recentemente rinviato a tempo indeterminato. L’ex presidente degli Stati Uniti è imputato per 40 capi di accusa federali per aver conservato illegalmente documenti sensibili sulla sicurezza nazionale degli Stati Uniti nella sua tenuta di Mar-a-Lago in Florida, dopo aver lasciato la presidenza nel gennaio 2021. La giudice Aileen Cannon ha deciso di posticipare il procedimento, che originariamente doveva iniziare il 20 maggio, senza fissare una nuova data di inizio. Gli avvocati difensori di Trump hanno proposto come possibile data alternativa il 12 agosto, ma le udienze preliminari sono state fissate fino al 22 luglio. Il rinvio del processo ha sollevato speculazioni sulle sue implicazioni politiche, poiché riduce notevolmente le possibilità che Trump possa affrontare un processo prima delle elezioni presidenziali del 5 novembre. Se dovesse vincere le elezioni, potrebbe anche ordinare al dipartimento di giustizia di ritirare le accuse federali contro di lui o garantirsi la grazia presidenziale. Tuttavia, Trump è attualmente coinvolto in un altro processo presso il Tribunale di New York, dove è accusato di aver falsificato la rendicontazione delle spese della sua campagna elettorale del 2016. Durante questo processo, Stephanie Clifford, meglio conosciuta come Stormy Daniels, ha testimoniato descrivendo dettagliatamente il suo incontro con Trump nel 2006, nel tentativo di dimostrare un presunto incontro sessuale che l’ex presidente ha sempre negato. Questo processo potrebbe terminare prima delle elezioni presidenziali.

ILPOST – TRUMP VINCE LE PRIMARIE REPUBBLICANE IN NORTH DAKOTA

L’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha ottenuto una netta vittoria nei caucus del Partito Repubblicano in North Dakota. Con l’84% dei voti, Trump ha superato la sua principale avversaria, Nikki Haley, che ha ottenuto il 14% dei voti. La vittoria di Trump era ampiamente prevista, considerando il suo dominio nelle primarie e nei caucus fino a questo punto. Anche se ha perso in Washington DC, questa sconfitta ha una rilevanza limitata data la natura più moderata degli elettori repubblicani nella capitale rispetto ad altri stati. La vittoria di Trump in North Dakota arriva in concomitanza con una decisione della Corte Suprema che lo ha favorevole: la Corte ha stabilito che Trump potrà partecipare alle elezioni primarie del Partito Repubblicano in Colorado, ribaltando una precedente decisione che lo aveva escluso a dicembre. Questi caucus rappresentano l’ultimo appuntamento elettorale significativo prima del “Super Tuesday”, che si terrà oggi, martedì 5 marzo. In questa giornata, Trump potrebbe raggiungere la certezza matematica della sua candidatura, consolidando ulteriormente la sua posizione all’interno del Partito Repubblicano.

EURONEWS – NIKKI HALEY VINCE LE PRIMARIE REPUBBLICANE A WASHINGTON DC

Nikki Haley ha ottenuto la sua prima vittoria contro l’ex presidente Donald Trump alle primarie repubblicane di Washington DC, ottenendo il 63% dei voti. Tuttavia, questa vittoria è considerata poco significativa, data la composizione degli elettori nel distretto federale, dove i Repubblicani rappresentano meno del 5% degli elettori registrati. Washington DC ha una popolazione di circa 678.000 abitanti, con i Repubblicani che costituiscono una piccola percentuale degli elettori. I Repubblicani di Washington sono noti per essere più moderati e informati rispetto ad altri stati, molti dei quali lavorano nell’ambito della politica e hanno avuto contatti con Trump durante il suo mandato presidenziale. Trump aveva minacciato di vietare l’accesso alla Casa Bianca a tutti i lobbisti che non avessero votato per lui in caso di sua vittoria. Ha commentato la vittoria di Haley definendola una conquista dai “lobbisti e dagli addetti ai lavori di Washington” desiderosi di mantenere lo status quo. Nonostante l’esito del voto rifletta una preferenza diversa rispetto ad altre aree degli Stati Uniti, l’importanza di questa vittoria è limitata. Haley non ha praticamente possibilità di vincere le primarie repubblicane, specialmente considerando il Super Tuesday del 5 marzo, in cui Trump è ampiamente favorito in 15 stati.

RAINEWS – TRUMP VINCE ANCHE LE PRIMARIE REPUBBLICANE IN IDAGO (DOPO AVER VINTO IN MISSOURI E MICHIGAN)

Donald Trump ha aggiunto un’altra vittoria al suo palmares nelle primarie repubblicane, questa volta vincendo nei caucus in Idaho. Questo successo segue le sue vittorie precedenti nella convention del partito in Michigan e nei caucus del Missouri. Con questi risultati, Trump ha compiuto un significativo passo avanti verso la nomination repubblicana. La sua campagna ha guadagnato 32 delegati in Idaho, 39 in Michigan e 51 nel Missouri, consolidando ulteriormente la sua posizione. Trump ha finora ottenuto 247 delegati e ha bisogno di altri 968 per raggiungere il numero magico di 1.215, necessario per vincere la nomination alla convention repubblicana. La sua principale sfidante, Nikki Haley, ha ottenuto solo 24 delegati. L’attenzione ora si concentra sul Super Tuesday del 5 marzo, quando si terranno le primarie presidenziali in sedici Stati e un territorio. I delegati in palio saranno 854 per i repubblicani e 1.420 per i democratici. Sebbene né Biden né Trump otterranno la nomination in questa fase, entrambi si avvicineranno al traguardo. La candidata repubblicana Nikki Haley, di fronte ai risultati deludenti, potrebbe presto annunciare la sospensione della sua campagna, lasciando così campo libero a Trump. Con l’inizio del processo a Trump per i pagamenti controversi a una pornostar previsto per il 25 marzo a New York, le prossime nove giornate elettorali, tra primarie, caucus e convention, saranno cruciali per definire il quadro dei candidati.

ANSA – LA CORTE SUPREMA USA SI ESPRIMERA’ SULL’IMMUNITA’ DI TRUMP

La Corte Suprema degli Stati Uniti si è pronunciata sull’immunità dell’ex presidente Donald Trump nel caso che lo vede accusato dal procuratore speciale Jack Smith di aver cercato di sovvertire le elezioni del 2020. La decisione del massimo tribunale americano di ascoltare gli argomenti su questo delicato tema ha ulteriormente ritardato il processo federale. Le udienze sono state fissate per la settimana che inizia il 22 aprile, segnando la seconda volta che la Corte Suprema è coinvolta in un procedimento legale contro l’ex presidente. In precedenza, a inizio mese, i nove giudici hanno esaminato le argomentazioni a favore e contro l’esclusione di Trump dalle elezioni in base al 14º emendamento, che prevede tale provvedimento in caso di “partecipazione o istigazione a un’insurrezione”, come nel caso dell’assalto al Campidoglio avvenuto il 6 gennaio 2021.

TGCOM24 – TRUMP VINCE LE PRIMARIE REPUBBLICANE IN SOUTH CAROLINA

Donald Trump ha vinto le primarie del Partito Repubblicano nello stato del South Carolina con un ampio margine di voti, battendo la sua unica avversaria, Nikki Haley, ex governatrice dello stato. Trump ha ottenuto il 59,8% dei voti, mentre Haley ha ottenuto il 39,5%. La sconfitta di Haley, sebbene prevista, è stata significativa data la sua esperienza politica nel South Carolina. Attualmente, Haley non guida nei sondaggi in nessuno stato e non sembra avere possibilità di competere con Trump per la vittoria. Nonostante ciò, Haley ha ribadito la sua intenzione di continuare la sua campagna elettorale, smentendo le voci di un possibile ritiro dopo questa sconfitta. Ha dichiarato che “oggi non è la fine della nostra storia” e che rimarrà in corsa almeno fino al Super Tuesday, il 5 marzo, quando si voterà in 15 stati contemporaneamente. Tuttavia, Trump ha minacciato di espellere chiunque continui a sostenere finanziariamente la campagna di Haley, dichiarando che saranno “cacciati in maniera permanente dal campo MAGA”, che rappresenta il suo movimento politico, acronimo di Make America Great Again.

ANSA – TRUMP SARA’ IL PRIMO EX PRESIDENTE AD AFFRONTARE UN PROCESSO PENALE (PER IL CASO DELLA PORNOSTAR STORMY DANIELS)

Il giudice Juan Merchan di New York ha fissato il 25 marzo come data d’inizio del processo penale contro l’ex presidente Donald Trump nel caso della pornostar Stormy Daniels. Trump è il primo ex presidente degli Stati Uniti ad affrontare un procedimento penale, accusato di 34 capi d’imputazione legati a presunti pagamenti illeciti a Daniels e all’ex coniglietta di Playboy Karen McDougal durante la sua campagna elettorale del 2016. Le accuse sostengono che Trump abbia falsificato documenti contabili per nascondere tali pagamenti, violando la legge sui finanziamenti elettorali. Gli avvocati di Trump hanno annunciato di voler spostare il processo fuori da Manhattan, temendo una giuria parzialmente di parte in una città a prevalenza democratica. Questo processo rappresenta uno dei quattro procedimenti legali che Trump deve affrontare, ma è il meno rischioso poiché riguarda presunti reati precedenti alla sua presidenza. Tuttavia, una possibile condanna potrebbe influenzare l’opinione degli elettori moderati in vista delle prossime elezioni presidenziali. Inoltre, Trump non potrebbe concedersi la grazia in caso di condanna, poiché si tratta di reati statali. Altri procedimenti legali pendenti, come quello ad Atlanta riguardante i tentativi di ribaltare il voto in Georgia, potrebbero essere influenzati da possibili conflitti d’interesse tra i pubblici ministeri coinvolti. Venerdì è attesa la sentenza in un processo civile contro Trump e i suoi figli per presunte frodi finanziarie nell’holding di famiglia, con richieste di sanzioni fino a 370 milioni di dollari e il bando dell’attività imprenditoriale di Trump nello Stato di New York.

SKTG24 – TRUMP VINCE LE PRIMARIE DEL PARTITO REPUBBLICANO IN NEVADA

L’ex presidente Donald Trump ha ottenuto una schiacciante vittoria nei caucus del Partito Repubblicano in Nevada, consolidando la sua posizione di leader nella corsa alla nomination presidenziale del 2024. Si tratta del terzo stato che Trump conquista dopo Iowa e New Hampshire. La vittoria era ampiamente prevista, dato che Trump era l’unico candidato di peso a partecipare ai caucus, un sistema di voto che si basa su piccoli dibattiti in vari collegi elettorali dello stato. Trump ha ottenuto oltre il 99% dei voti. La principale avversaria di Trump all’interno del partito, Nikki Haley, ex governatrice del South Carolina e ambasciatrice alle Nazioni Unite, ha deciso di non partecipare ai caucus del Nevada, consapevole della sua scarsa possibilità di successo contro Trump. Ha preferito concentrare i suoi sforzi sulle primarie organizzate dal governo statale, seppur non riconosciute dal partito, che si sono svolte martedì scorso. Tuttavia, anche in questa occasione, Haley ha subito una sconfitta, con oltre il 60% degli elettori che ha optato per “nessuno dei candidati”. La legge del Nevada permette di partecipare sia alle primarie che ai caucus, quindi è possibile che molti sostenitori di Trump abbiano scelto di votare per “nessuno dei candidati” alle primarie per danneggiare Haley.

ILPOST – UN TRIBUNALE STATUNITENSE NEGA A TRUMP L’IMMUNITA’ PRESIDENZIALE

Una corte d’appello federale di Washington ha stabilito che l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump non può invocare l’immunità presidenziale per i presunti reati commessi durante il suo mandato. La decisione riguarda le accuse relative all’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 e ai suoi presunti sforzi per influenzare l’esito delle elezioni del 2020. La difesa di Trump aveva sostenuto che, essendo presidente al momento dei fatti, goda di immunità, ma la corte ha respinto tale argomentazione. È probabile che Trump faccia ricorso alla Corte Suprema. Attualmente, è imputato in quattro diversi processi, inclusi quelli legati all’assalto al Congresso. Questa decisione solleva importanti questioni costituzionali riguardo all’immunità dei presidenti. I tre giudici della corte d’appello hanno sollevato dubbi sulla possibilità di un’immunità assoluta per i presidenti, sottolineando le implicazioni potenzialmente pericolose di tale interpretazione, che potrebbe consentire comportamenti illegali senza conseguenze. Trump è il primo presidente nella storia degli Stati Uniti ad affrontare accuse penali dopo il termine del suo mandato.

RAINEWS – PROCESSO A TRUMP SUL PRESUNTO TENTATIVO DI SOVVERTIRE L’ESITO DELLE PRESIDENZIALI RINVIATO A TEMPO INDEFINITO

Il processo a Donald Trump, accusato di tentare di sovvertire l’esito delle elezioni presidenziali del 2020, è stato rinviato a tempo indefinito dalla giudice Tanya Chutkan. La decisione segue un appello presentato dagli avvocati di Trump contro la decisione della giudice di non concedere l’immunità al loro cliente. Gli avvocati hanno sostenuto che Trump avesse diritto all’immunità perché i fatti si sono verificati durante il suo mandato presidenziale, compreso l’assalto al Congresso nel gennaio 2021. Analisti ritengono che il processo potrebbe essere posticipato di diversi mesi, consentendo a Trump di continuare la campagna per le primarie repubblicane e, successivamente, per le elezioni presidenziali del prossimo novembre. C’è la possibilità che il caso venga portato davanti alla Corte Suprema, con ulteriori ritardi nelle udienze. Trump ha cercato di ritardare il processo, sperando di posticiparlo almeno fino alla fine delle primarie nel prossimo luglio. Trump è il primo ex presidente degli Stati Uniti ad affrontare un processo penale nella storia del paese. Attualmente è incriminato per quattro casi, tra cui il pagamento a Stormy Daniels e il possesso di documenti governativi riservati. La più grave delle accuse è quella federale, relativa all’assalto al Congresso e al tentativo di sovvertire l’esito delle elezioni presidenziali del 2020. È anche incriminato in Georgia per tentare di alterare i risultati elettorali nel 2020.

CORRIERE – TRUMP CONDANNATO A PAGARE 83,3 MILIONI DI DOLLARI: HA DIFFAMATO LA GIORNALISTA E. JEAN CARROLL

Un tribunale federale degli Stati Uniti ha stabilito che l’ex presidente Donald Trump dovrà versare un risarcimento di 83,3 milioni di dollari alla giornalista E. Jean Carroll. La giornalista lo aveva accusato di danneggiare la sua reputazione negando un presunto abuso sessuale. La richiesta di Carroll era di 10 milioni, ma la sentenza ha assegnato un risarcimento molto superiore. Carroll aveva già vinto una causa civile contro Trump l’anno scorso per abuso sessuale. Successivamente, lo aveva denunciato per le dichiarazioni fatte nel 2019, quando l’accusa era emersa. L’ex presidente aveva respinto l’accusa come “totalmente falsa”. La sentenza riflette il danno d’immagine derivato dalle affermazioni di Trump, aprendo la strada a un risarcimento significativo.

CORRIERE – TRUMP VINCE LE PRIMARIE DEL PARTITO DEMOCRATICO ANCHE IN NEW HAMPSHIRE

Donald Trump ha vinto anche le primarie del Partito Repubblicano del New Hampshire, dopo aver stravinto la settimana scorsa in Iowa. Con lo scrutinio al 91 per cento dei voti Trump è avanti con il 54,5 per cento contro il 43,2 di Nikki Haley. Questo risultato conferma che Trump è il candidato repubblicano più forte e che ha buone possibilità di vincere la nomination del partito e quindi di candidarsi alle elezioni presidenziali di novembre. Haley, ex governatrice del South Carolina, era la principale sfidante di Trump, ma non è riuscita a raccogliere abbastanza sostegno per impensierirlo. Le primarie continueranno nei prossimi mesi, ma è probabile che Trump continui a vincere e che quindi la sua nomina sia una formalità. La vittoria di Trump in New Hampshire è un’ulteriore conferma della sua forza all’interno del Partito Repubblicano. Haley aveva investito molto nello stato, ma non è riuscita a capitalizzare il suo vantaggio di moderata in un partito che si sta spostando sempre più a destra. Le prossime primarie si terranno in Nevada e South Carolina, dove Trump è in vantaggio. È quindi probabile che la sua nomina alla convention repubblicana di agosto sia una formalità.

ILPOST – NUOVI DOCUMENTI RIVELANO CHE TRUMP AVREBBE RICEVUTO MILIONI DI DOLLARI DA GOVERNI STRANIERI

Parlamentari Democratici del comitato investigativo della Camera dei Rappresentanti hanno reso pubblici documenti che rivelano come le aziende di Donald Trump abbiano ricevuto almeno 7,8 milioni di dollari da governi stranieri durante la sua presidenza tra il 2016 e il 2020. I dati, presenti in un dossier di 156 pagine ottenuto da una causa legale, indicano che gli hotel di Trump, soprattutto a Washington e Las Vegas e le due Trump Tower di New York, hanno ricevuto questi pagamenti. Le entrate includono 5,5 milioni di dollari provenienti dall’ambasciata cinese, dalla Banca industriale e commerciale cinese e dalla Hainan Airlines Holding Company, con legami stretti con il governo cinese. Altri 615mila dollari sarebbero arrivati dall’Arabia Saudita. Questi pagamenti sollevano accuse di violazione costituzionale, poiché la legge statunitense proibisce ai funzionari federali, incluso il presidente, di accettare denaro da governi stranieri senza il consenso del Congresso, che Trump non ha ottenuto. Sebbene Eric Trump abbia affermato che i guadagni dagli hotel sarebbero stati restituiti al governo, il dossier solleva preoccupazioni sull’interesse personale di Trump oltre l’interesse nazionale. Questo contrasta con il tentativo Repubblicano di dimostrare eventuali conflitti d’interesse del presidente Joe Biden attraverso gli affari internazionali di suo figlio Hunter Biden.

ILPOST – TRUMP CHIEDE ALLA CORTE SUPREMA DI INTERVENIRE SULLA SUA CANDIDABILITA’

L’ex presidente statunitense Donald Trump ha chiesto alla Corte suprema di pronunciarsi sulla legittimità della clausola del 14° emendamento che lo considera ineleggibile a causa del suo presunto coinvolgimento nell’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021. La richiesta di Trump è stata presentata mercoledì e chiede alla Corte suprema di annullare la sentenza della Corte suprema del Colorado, che a dicembre aveva stabilito che l’ex presidente non avrebbe potuto partecipare alle primarie dei Repubblicani, che stabiliranno chi sarà il candidato del partito alle elezioni presidenziali di novembre. La clausola del 14° emendamento della Costituzione statunitense, risalente alla Guerra civile americana, prevede che chiunque sia stato coinvolto in insurrezioni o rivolte contro lo stato dopo aver prestato giuramento sulla Costituzione non può più ricoprire incarichi pubblici. Gli avvocati di Trump sostengono che questa clausola non fosse stata pensata per i presidenti degli Stati Uniti, che quindi dovrebbero esserne esclusi. Negano inoltre che l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 possa configurarsi come insurrezione, e affermano che Trump non sia stato in alcun modo coinvolto nella sua realizzazione. La decisione della Corte suprema sugli argomenti di Trump è attesa per i prossimi mesi. Se la Corte si esprimerà a favore dell’ex presidente, la sua candidatura alle primarie dei Repubblicani sarà automaticamente consentita in tutti gli stati, compresi quelli in cui è già stato dichiarato ineleggibile, come il Colorado o il Maine. La decisione della Corte suprema è importante anche per altri motivi. In primo luogo, potrebbe avere un impatto sulle future elezioni presidenziali, rendendo più difficile per i politici che abbiano commesso reati gravi di candidarsi. In secondo luogo, potrebbe rafforzare la posizione della Corte suprema, che negli ultimi anni ha assunto posizioni sempre più conservatrici e favorevoli ai Repubblicani.

ILPOST – IL MAINE ESCLUDE TRUMP DALLE ELEZIONI PRESIDENZIALI

L’ex presidente statunitense Donald Trump è stato escluso dalle elezioni presidenziali del 2024 anche in Maine, il secondo stato a prendere una decisione del genere dopo il Colorado. La decisione è stata presa da Shenna Bellows, segretaria di stato del Maine, che ha fatto ricorso a una clausola della Costituzione risalente al periodo della Guerra Civile: la Sezione 3 del 14esimo emendamento, secondo cui chiunque sia stato coinvolto in insurrezioni o rivolte contro lo Stato dopo aver prestato giuramento sulla Costituzione non può più ricoprire incarichi pubblici. Trump è stato accusato di aver incitato i manifestanti che fecero irruzione al Congresso degli Stati Uniti il 6 gennaio 2021 per ribaltare i risultati delle elezioni vinte dall’attuale presidente Joe Biden. La decisione della segretaria di stato del Maine è considerata politicamente più significativa di quella del Colorado. Il Colorado infatti è uno stato in cui è già data per scontata la vittoria dei Democratici, e quindi con ogni probabilità di Biden che sarà il loro candidato alle presidenziali. Un’esclusione di Trump dalle elezioni in quello stato non avrebbe insomma grosse conseguenze in termini elettorali. Avrebbe invece conseguenze assai più rilevanti in Maine, dove il risultato delle presidenziali è più incerto.

AGI – DONALD TRUMP ESCLUSO DALLA PRIMARIE IN COLORADO

La Corte Suprema del Colorado ha escluso Donald Trump dalle primarie repubblicane a causa del suo ruolo nell’assalto al Campidoglio nel gennaio 2021. Questa decisione, 4 voti a 3, è senza precedenti nella storia presidenziale degli Stati Uniti. La Corte ha citato il 14° emendamento, che impedisce a funzionari coinvolti in “insurrezioni o rivolte” contro il governo di assumere cariche pubbliche. Steven Cheung, portavoce della campagna di Trump per il 2024, annuncia un ricorso alla Corte Suprema degli Stati Uniti, definendo la decisione “sbagliata e antidemocratica”. Questa esclusione potrebbe influenzare le elezioni del 5 novembre 2024. Gruppi come i Citizens for Responsibility and Ethics di Washington hanno chiesto la sua esclusione in altri stati, come Minnesota e Michigan, con decisioni rimandate alla Corte Suprema. Il 14° emendamento, istituito nel 1868 dopo la Guerra Civile, ha l’obiettivo di prevenire la partecipazione al governo di chi si è ribellato al Paese. Trump ha reagito su Truth attaccando il procuratore Jake Smith, accusandolo di volerlo incarcerare. Durante un comizio in Iowa, ha negato di aver letto “Mein Kampf” di Adolf Hitler, contrastando le accuse di averlo citato.

BIDEN

ANSA – BIDEN VINCE LE PRIMARIE DEM IN NORTH DAKOTA

Il presidente americano Joe Biden ha ottenuto una vittoria schiacciante nelle primarie presidenziali democratiche del North Dakota, con oltre il 92% dei voti, secondo quanto riportato dai media Usa. Nonostante la presenza di altri sette candidati alle consultazioni, la vittoria di Biden era ampiamente prevista. In precedenza, l’ex presidente Donald Trump aveva vinto i caucus presidenziali repubblicani del North Dakota il 4 marzo. Entrambi i candidati, Biden e Trump, hanno già garantito un numero sufficiente di delegati per le nomine alle elezioni Usa del 2024 all’interno dei rispettivi partiti.

ANSA – ARRESTATO EX INFORMATORE DELL’FBI CHE ACCUSO’ JOE E HUNTER BIDEN DI ESSERE STATI CORROTTI DA UNA SOCIETA’ UCRAINA

Mercoledì, l’ex informatore dell’FBI Alexander Smirnov è stato arrestato a Las Vegas per aver inventato false accuse contro il presidente Joe Biden e suo figlio Hunter. Smirnov, 43 anni, è accusato di dichiarazioni false e falsificazione di documenti, rischiando fino a 25 anni di carcere. Le accuse di Smirnov affermavano che Hunter Biden avesse ricevuto 5 milioni di dollari dalla società ucraina Burisma per influenzare un’indagine. Questo ha portato a un’indagine approvata dai Repubblicani nel dicembre 2020 per l’impeachment di Biden, basata su informazioni ora ritenute false. Il procuratore speciale David Weiss ha dichiarato che le motivazioni di Smirnov erano politiche, mirando a danneggiare la reputazione di Biden durante le elezioni presidenziali del 2020. La sua arresto è un colpo importante poiché solleva dubbi sulle accuse contro Biden.

ILPOST – BIDEN NON SARA’ ACCUSATO PER IL CASO DEI DOCUMENTI RISERVATI: “ANZIANO CON POCA MEMORIA”

Il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha annunciato che il presidente Joe Biden non sarà accusato per il caso dei documenti riservati. Le indagini, durate circa un anno, hanno rilevato che Biden trattenne alcuni documenti contrassegnati come riservati sulla guerra in Afghanistan e su altre questioni di sicurezza nazionale, ma non ci sono elementi sufficienti per formulare accuse penali. La decisione è stata presa dal procuratore speciale Robert Hur, nominato per gestire le indagini con un certo livello di indipendenza rispetto all’amministrazione Biden. Hur ha sottolineato che Biden ha collaborato alle indagini e che i documenti potrebbero essere stati portati nella sua residenza privata mentre era vicepresidente e aveva quindi il diritto di trattenerli. Il caso è stato oggetto di accesi dibattiti politici, con i Repubblicani che accusavano Biden di ipocrisia per le sue critiche all’ex presidente Donald Trump, coinvolto in un caso simile. Tuttavia, i due casi presentano differenze significative: Biden ha collaborato con le autorità, mentre Trump ha ostacolato le indagini. La mancata incriminazione di Biden è una vittoria per il presidente, che si prepara a ricandidarsi alle elezioni del prossimo novembre. Tuttavia, la vicenda potrebbe comunque avere un impatto sulla campagna elettorale, con i Repubblicani che continueranno ad accusarlo di negligenza. Il procuratore speciale Robert Hur ha descritto il presidente Biden come “anziano e con poca memoria” nel rapporto sulla gestione dei documenti riservati. Trump ha sfruttato il rapporto per attaccare Biden, sostenendo un presunto doppio standard giudiziario. Ha contrastato la sua situazione legale con quella di Biden, accusando il sistema giudiziario di parzialità. In risposta, Biden ha difeso la sua collaborazione con le indagini e ha criticato Trump per la mancanza di cooperazione. Tuttavia, una gaffe durante una conferenza stampa, in cui ha confuso il presidente egiziano con quello messicano, ha attirato ulteriori critiche. Il video dell’incidente è diventato virale sui social media, alimentando ulteriori speculazioni sulla salute mentale di Biden.

SKYTG24 – BIDEN VINCE LE PRIMARIE IN SOUTH CAROLINA

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha ottenuto una vittoria schiacciante con oltre il 96% dei voti nelle primarie democratiche del South Carolina. Biden, favorito sin dall’inizio, ha superato gli altri due candidati, Marianne Williamson e Dean Phillips, senza sfide significative. L’affluenza alle primarie è stata di circa 131.000 persone, in netto calo rispetto al 2020. Tuttavia, dati precedenti non sono confrontabili, poiché le primarie sono state annullate nel 2012 quando il presidente democratico in carica, Barack Obama, non aveva avversari. La vittoria di Biden in South Carolina nel 2020 ha segnato una svolta nella sua campagna, dopo sconfitte in Iowa, New Hampshire e Nevada. Questa vittoria conferma il sostegno della base democratica, in particolare degli elettori neri, che costituiscono una parte significativa della popolazione dello stato.

WASHINGTON POST – 1/3 DEGLI AMERICANI RITIENE CHE BIDEN NON SIA IL LEGITTIMO PRESIDENTE

Un recente sondaggio condotto da Washington Post-University of Maryland rileva che oltre un terzo degli americani non ritiene legittima l’elezione del presidente Biden nel 2020, segnando un aumento del 7% rispetto a due anni fa e evidenziando una diminuzione della fiducia nel suo mandato. Il 36% degli intervistati ha espresso dubbi sull’elezione di Biden, mentre il 62% lo considera presidente legittimo, in ribasso rispetto al 69% del 2021, riflesso anche dalla diminuzione della sua popolarità. In particolare, i repubblicani registrano il calo maggiore della fiducia nel presidente, passando dal 39% al 31%, mentre gli indipendenti scendono dal 72% al 66%. I democratici, invece, dal 94% al 91%. Un terzo degli adulti afferma che ci siano prove concrete di frodi elettorali nel 2020, con il 62% dei repubblicani, il 33% degli indipendenti e solo il 10% dei democratici. Tuttavia, il 63% respinge l’idea di frodi diffuse. La preoccupazione sull’integrità elettorale persiste tra i cittadini, come confermato anche da un precedente sondaggio CNN del luglio 2023, dove il 38% degli adulti riteneva che Biden non avesse vinto legittimamente. Sebbene il 61% credeva nella sua legittima vittoria, si è registrato un minimo storico. La diminuzione della convinzione sulla legittimità di Biden è evidenziata anche dal 51% che ora ritiene siano presenti prove concrete della sua sconfitta, rispetto al 73% del 2021.

RAINEWS – CAMERA DEGLI STATI UNITI APPROVA INDAGINE PER METTERE BIDEN SOTTO IMPEACHMENT

La Camera dei deputati degli Stati Uniti ha approvato un’indagine su presunti abusi di potere e corruzione di Joe Biden, aprendo la strada a un possibile impeachment. Questo evento, precedente a una rimozione forzata dal governo, coinvolge testimonianze e udienze prolungate in Casa. Le basi dell’indagine repubblicana non sono chiare. Da anni, i Repubblicani indagano su Biden e la sua famiglia, senza prove concrete. Questo movimento, vista l’apertura dell’indagine, sembra una mossa politica per accreditare l’opposizione come ostile verso Biden, un Democratico. Molti Repubblicani moderati sono scettici. L’indagine era stata avviata da Kevin McCarthy ma non aveva ottenuto il consenso della Camera, mancando prove gravi contro Biden. Le voci discordanti all’interno del partito sollevano preoccupazioni su questa manovra. Sebbene l’indagine sia approvata, un’eventuale rimozione richiede il voto del Senato, dove i Democratici hanno la maggioranza. L’indagine, comunque, si focalizza sui membri della famiglia Biden, con l’intento di dimostrare presunte falsità del presidente sulle attività del figlio Hunter.

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