Secondo i dati raccolti da Save the Children, nel mondo, quasi 50 milioni di persone vivono in condizioni di schiavitù moderna, di cui oltre 12 milioni sono minori
Nel mondo, quasi 50 milioni di persone vivono in condizioni di schiavitù moderna, di cui oltre 12 milioni sono minori. Questi dati, raccolti da Save the Children, evidenziano diverse forme di sfruttamento, tra cui lavoro forzato e matrimoni forzati, con un trend in crescita. Tra i minori, 3,3 milioni sono coinvolti nel lavoro forzato, con 1,69 milioni sfruttati sessualmente e 1,31 milioni impiegati in attività come lavoro domestico, agricoltura, manifattura, edilizia, accattonaggio o attività illecite. Inoltre, 320 mila minori sono sottoposti a lavoro forzato da parte degli Stati, come detenuti, dissidenti politici o appartenenti a minoranze perseguitate. I matrimoni forzati coinvolgono 9 milioni di minori.
Il rapporto “Piccoli Schiavi Invisibili” di Save the Children, pubblicato in vista della Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani del 30 luglio, mette in luce la gravità del fenomeno e la necessità di proteggere i minori. La maggior parte dei matrimoni forzati si concentra in Asia Orientale, con 14,2 milioni di casi nel 2021, seguita dall’Africa con 3,2 milioni e dall’Europa e Asia Centrale con 2,3 milioni. Spesso, questi matrimoni sono organizzati dai genitori (73%) o da parenti stretti (16%) e si collegano a situazioni di forte vulnerabilità come servitù domestica o sfruttamento sessuale.
Nel 2020, sono state identificate 53.800 vittime di tratta e sfruttamento, con il 35% di minori (18% femmine e 17% maschi). Dal 2011 al 2021, poco più di un quarto delle vittime identificate erano minori, con la fascia di età più colpita tra i 9 e i 17 anni (21,8%). L’identificazione e il supporto delle vittime di tratta sono complicati a causa della marginalizzazione e dell’isolamento imposto dalle reti criminali. Le vittime, spesso invisibili, sono ancora più difficili da aiutare se si tratta di minori soli e indifesi, soggetti a violenze fisiche o psicologiche e costretti a ripagare debiti sotto minacce e coercizioni.
Il fenomeno della tratta e dello sfruttamento non risparmia l’Europa e nemmeno l’Italia. Nel periodo 2017-2021, in Europa sono state registrate circa 29 mila vittime di tratta nel database del Counter Trafficking Data Collaborative. In Europa, più della metà dei casi riguarda lo sfruttamento lavorativo (53%) e il 43% lo sfruttamento sessuale, mentre il restante 4% coinvolge altre forme di sfruttamento, come accattonaggio o attività illecite. La maggior parte delle vittime sono adulti (84%), con una prevalenza di donne (66%). Tuttavia, il 16% delle vittime è rappresentato da minori. Tra i più piccoli, fino agli 11 anni, le vittime sono equamente suddivise tra maschi e femmine, mentre nelle altre fasce d’età prevalgono nettamente le femmine, con un picco del 77% tra i 15 e i 17 anni. I minori vittime di tratta sono maggiormente soggetti ad abusi psicologici, fisici e sessuali rispetto agli adulti. Il 69% dei minori subisce controllo psicologico, il 52% è minacciato e ingannato con false promesse, mentre il 46% è soggetto a controllo fisico.
Anche in Italia il fenomeno è preoccupante. Sebbene i flussi migratori dalla Nigeria siano diminuiti, i cittadini nigeriani rimangono i più numerosi tra le nuove valutazioni di vittime di tratta (25,2%), seguiti da ivoriani (13,6%) e marocchini (11,2%). I dati evidenziano che le forme di controllo esercitate dai trafficanti sui bambini e adolescenti spesso si sovrappongono, creando una rete intricata dalla quale è estremamente difficile liberarsi. In Italia, dal primo gennaio al 31 maggio 2024, il Numero verde nazionale per l’aiuto alle vittime di tratta e grave sfruttamento ha registrato 1.150 nuove valutazioni di potenziali vittime.
LE ALTRE NOTIZIE IN EVIDENZA SU “MONDO”:
MONDO
ANSA – ONU: 773 MILIONI DI PERSONE HANNO SOFFERTO LA FAME NEL 2023
Nel 2023, circa 733 milioni di persone hanno sofferto la fame, ovvero una persona su 11 a livello globale e una su 5 in Africa. Questi dati emergono dal rapporto “Lo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo” (Sofi), pubblicato oggi da cinque agenzie specializzate delle Nazioni Unite. Per il terzo anno consecutivo, il numero delle persone che soffrono di fame non mostra segni di diminuzione. Il rapporto, presentato durante la riunione ministeriale della task force dell’Alleanza globale contro la fame e la povertà del G20 in Brasile, sottolinea che il mondo è in grave ritardo nel raggiungimento dell’Obiettivo di sviluppo sostenibile (OSS) n. 2, Fame Zero, previsto per il 2030. Inoltre, il rapporto indica che il mondo è arretrato di 15 anni rispetto agli standard attesi, raggiungendo livelli di sottoalimentazione simili a quelli del 2008-2009.
Altre notizie:
EUROPA
EUROSTAT – E’ CRISI DEMOGRAFICA IN EUROPA
L’Europa si trova di fronte a una grave crisi demografica, con dati allarmanti che riguardano sia il numero di nascite che la crescita della popolazione. Secondo i dati più recenti pubblicati da Eurostat, nel 2022 sono nati meno di 4 milioni di bambini nell’Unione europea, segnando un calo significativo rispetto agli anni precedenti. In particolare, si registra un calo di quasi mezzo milione di nascite rispetto a vent’anni fa. L’Italia, in particolare, è uno dei paesi più colpiti da questa tendenza alla bassa natalità. Nel 2022, sono state registrate solamente 393 mila nascite, rappresentando un drastico calo del 30% rispetto al 2008. Tuttavia, il problema non riguarda solo l’Italia: l’intera Unione europea è alle prese con una diminuzione delle nascite che potrebbe portare, nel giro di pochi anni, a una diminuzione della popolazione complessiva. Secondo Eurostat, nel 2022, nei 27 paesi dell’UE, sono nati circa 3,9 milioni di bambini, registrando un calo significativo rispetto agli anni precedenti. Questa tendenza è in aumento, con un decremento di 210 mila nascite rispetto all’anno precedente e di 540 mila rispetto a dieci anni prima. Il tasso di fecondità medio nell’UE è stimato a 1,46 figli per donna, ben al di sotto della soglia di sostituzione generazionale di 2,1 figli per donna. Le differenze nei dati demografici tra i paesi dell’UE sono evidenti. Ad esempio, la Francia presenta il tasso di fecondità più elevato, pari a 1,79, mentre Malta è al fondo della classifica con un tasso di fecondità di soli 1,01. L’Italia si posiziona tra i paesi con uno dei tassi di fecondità più bassi, con un valore di 1,27. Nonostante alcuni paesi abbiano visto un aumento del tasso di fecondità rispetto a dieci anni fa, il trend generale è al ribasso. L’immigrazione finora ha contribuito a contrastare la diminuzione della popolazione in Europa. Tuttavia, alcuni paesi continuano a registrare una diminuzione della popolazione complessiva, tra cui l’Italia. Nel 2022, i 27 Stati membri dell’UE hanno totalizzato 447 milioni di abitanti, registrando un aumento dell’1,4% rispetto al 2012. Tuttavia, senza l’apporto dell’immigrazione, la popolazione europea sarebbe in costante calo dal 2012. Le previsioni future della popolazione europea, elaborate da Eurostat, indicano un trend in diminuzione dopo il 2030, con un’accelerazione del declino demografico dopo il 2050. Si prevede che entro il 2060, la popolazione europea diminuirà dell’1,5%. Questa diminuzione avrà un impatto significativo su alcuni paesi, come la Lettonia, che potrebbe perdere fino al 28% della sua popolazione.
Altre notizie:
STATI UNITI
SCENARIECONOMICI – UNA MADRE 53ENNE CONTROLLAVA LA PIU’ GRANDE GANG DEGLI STATI UNITI DI FURTI NEI NEGOZI
Le autorità della California hanno arrestato Michelle Mack, una madre di 53 anni, per presunta organizzazione di una vasta operazione di furto nei negozi. Mack è accusata di aver guidato una banda che ha rubato cosmetici e prodotti di bellezza di marca per un valore stimato di quasi 8 milioni di dollari da catene di grandi magazzini come Ulta, TJ Maxx e Walgreens in diversi Stati degli Stati Uniti. Secondo le indagini, Mack avrebbe orchestrato l’operazione dietro le mura della sua residenza di lusso a San Diego. Si ritiene che abbia reclutato e pagato fino a dodici donne per commettere furti nei negozi in California e in altri dieci Stati, tra cui Texas, Florida e Ohio. I prodotti rubati venivano successivamente rivenduti a prezzi scontati sul sito di Amazon gestito da Mack. Il gruppo criminale, soprannominato “California Girls”, ha operato su vasta scala viaggiando lungo la costa della California e in altri Stati come Texas, Florida, Massachusetts e Ohio, commettendo centinaia di furti su ordine di Mack, secondo quanto riferito dagli investigatori. Con i costi di viaggio coperti da Mack, i sospettati hanno viaggiato attraverso numerosi Stati, commettendo furti lungo la costa californiana e in luoghi come Washington, Utah, Oregon, Colorado, Arizona, Illinois, Texas, Florida, Pennsylvania, Massachusetts e Ohio. Mack, a quanto affermano gli investigatori, selezionava i negozi da colpire e indicava la merce da rubare, mentre le donne reclutate venivano incaricate di svuotare interi scaffali prima di fuggire con la refurtiva, spesso nascosta in borse di lusso come quelle di Louis Vuitton. La denuncia presentata dal Procuratore Generale della California indica che, durante una perquisizione eseguita il 6 dicembre 2023 nella casa condivisa di Michelle e Kenneth Mack a Bonsall, sono stati recuperati oltre 300.000 dollari di cosmetici e altri prodotti. Un vicino di casa dei Mack, intervistato da NBC San Diego e che ha preferito rimanere anonimo, ha commentato: “Vedo che il sistema giudiziario lavora lentamente, ma sembra che stia funzionando”.
Altre notizie:
SUD AMERICA
L’INDIPENDENTE – PERU’: SCOPERTO UN TEMPIO 3.500 ANNI PIU’ ANTICO DEL MACHU PICCHU
Gli archeologi peruviani hanno scoperto i resti di un antico tempio e teatro risalenti a 4.000 – o forse anche 5.000 – anni fa nel sito di Los Paredones de la Otra Banda-Las Ánimas. La scoperta è stata possibile grazie all’indagine condotta da Luis Armando Muro Ynoñán, che ha dichiarato: “È stato davvero sorprendente che queste strutture antichissime fossero così vicine alla superficie moderna”. I ricercatori hanno scavato nel terreno un quadrato di lato 33 piedi (circa 10 metri) e hanno trovato tracce dei muri a soli sei piedi (circa 1,8 metri) di profondità. Procedendo con le indagini, è stata trovata una “sezione” di un grande tempio e persino quello che sarebbe un piccolo teatro “con un’area dietro le quinte e una scalinata che conduceva a una piattaforma simile a un palco”. Il tempio cerimoniale contiene resti umani appartenenti a tre adulti, fregi raffiguranti immagini di animali mitici e tipici della cultura dell’epoca, e diversi doni cerimoniali, suggerendo che i tre defunti siano stati uccisi durante un rituale sacrificale. La scoperta è importante perché il tempio sarebbe stato realizzato da un popolo di cui si hanno ben poche notizie, non dagli Inca. Gli archeologi hanno trovato anche la tomba di un bambino, il cui destino non è chiaro e la cui sepoltura sarebbe avvenuta secoli dopo la costruzione della struttura principale. L’ipotesi più accreditata è che la costruzione sia stata realizzata dai Moche, un popolo abbastanza misterioso di cui si hanno poche informazioni. Il tempio e il teatro sarebbero stati utilizzati per eseguire spettacoli rituali di fronte a un pubblico selezionato. I reperti risultano anteriori nella datazione sia rispetto al sito archeologico più noto del Paese – Machu Picchu – sia rispetto alle culture pre-Inca e Nazca.
Altre notizie:
AFRICA
ANSA – AFRICA QUASI SENZA INTERNET PER DANNI AI CAVI SOTTOMARINI
L’accesso a Internet in Africa è sempre più complicato a causa dei danni ai cavi sottomarini, che stanno causando instabilità nella connettività Wi-Fi in diversi Paesi del continente. Quattro dei principali cavi dati sottomarini che servono l’Africa sono stati danneggiati, rendendo difficile la fruizione dei servizi online. Secondo quanto riportato dall’Economist, il continente è stato colpito da due guasti critici in punti strategici del pianeta. La situazione ha causato ritardi significativi, come la chiusura posticipata della Borsa del Ghana e l’interruzione delle attività commerciali di un’azienda nigeriana di cemento. NetBlocks, una società di ricerca digitale, ha evidenziato che la connettività dati è crollata al di sotto dei livelli normali in Liberia, Benin e Costa d’Avorio, dove è scesa addirittura al 3%. Anche se una parte del traffico è stata ripristinata, il Wi-Fi rimane instabile in diversi Paesi, tra cui il Sudafrica. La causa di questo problema risiede nei danni subiti da quattro dei principali cavi dati sottomarini che collegano l’Africa al resto del mondo, incluso il West African Cable System (WACS). Le rotture sono avvenute in prossimità della Costa d’Avorio, probabilmente a causa di attività sismica sul fondo del mare. MainOne, l’azienda che gestisce uno dei cavi dell’Africa occidentale, ha escluso cause umane come la pesca, attribuendo il danno all’attività sismica. Le autorità competenti prevedono che ci vorranno almeno cinque settimane per risolvere completamente la situazione e ripristinare la connettività internet nelle aree colpite.
Altre notizie:
ASIA
SCENARIECONOMICI – L’INDIA (PAESE PIU’ POPOLOSO AL MONDO) HA UN PROBLEMA DI INFERTILITA’
L’India, il paese più popoloso al mondo, sta affrontando un crescente problema di infertilità, particolarmente diffuso nelle aree urbane. Mentre alcune cause sono attribuibili a cambiamenti culturali, altre sono legate a fattori fisiologici. Secondo dati ufficiali, il tasso di fertilità totale (TFR) in India è diminuito del 20% negli ultimi dieci anni, scendendo al di sotto dei livelli di sostituzione. Nel contempo, l’incidenza dell’infertilità è aumentata, spingendo molte coppie a ricercare trattamenti come la fecondazione in vitro. La dottoressa Sulbha Arora, direttore clinico di Nova IVF Fertility a Mumbai, sottolinea che l’infertilità è diventata un problema serio di salute pubblica, coinvolgendo circa il 15% delle coppie a livello globale, con una concentrazione significativa in India, dove 15-20 milioni di coppie sono afflitte da questa condizione. Un rapporto della Società Indiana di Riproduzione Assistita ha evidenziato che circa il 10-14% delle coppie indiane è colpito dall’infertilità, con una maggiore prevalenza nelle città, dove una coppia su sei cerca assistenza per concepire. Lo studio pubblicato sulla rivista PLOS One ha indicato un aumento dell’infertilità secondaria, passando dal 19,5% nel 1992-1993 al 28,6% nel 2015-2016. Questo tipo di infertilità si riferisce alla difficoltà di concepire un altro figlio dopo averne già avuto uno. Sebbene l’infertilità sia spesso associata alla donna nella società indiana, la dottoressa Arunima Halder del Manipal Hospital Whitefield di Bengaluru sottolinea che le cause possono essere di diversa natura, inclusi fattori maschili, femminili o una combinazione di entrambi. Un rapporto dell’OMS ha rilevato che circa il 50% dei casi di infertilità in India è attribuibile a fattori maschili, con lo stress, le cattive abitudini alimentari e l’inquinamento ambientale elencati come possibili cause della diminuzione della qualità dello sperma e dei livelli di testosterone negli uomini indiani. Tuttavia, i fattori sociali e culturali giocano anche un ruolo significativo. Il matrimonio più tardivo e le crescenti opportunità di carriera per le donne stanno influenzando la decisione di formare famiglie. Inoltre, i dispositivi tecnologici, come i telefoni cellulari, possono contribuire a una riduzione dell’attività sessuale regolare. Sebbene l’accettazione dell’infertilità come una questione medica stia aumentando in India, molti trattamenti, come la fecondazione in vitro, rimangono fuori dalla portata di molte famiglie a causa dei costi elevati. Tuttavia, i governi statali stanno intervenendo per rendere tali trattamenti più accessibili, aprendo centri di fecondazione in vitro in strutture pubbliche e regolamentando il settore. Nonostante gli sforzi per affrontare l’infertilità, la proliferazione di cliniche private non regolamentate solleva preoccupazioni riguardo alle pratiche poco scrupolose. Il recente Regolamento sulla Tecnologia Riproduttiva Assistita mira a rendere più rigorosa la supervisione del settore.
Altre notizie:
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