Notizia dell’ultima ora: Milioni di uccelli uccisi dall’influenza aviaria
234 LUGLIO 2023 – FONTEUFFICIALE – BREAKING NEWS – Il virus dell’influenza aviaria A (H5N1) sta provocando una grave crisi a livello globale, causando la morte di milioni di uccelli selvatici. Gli scienziati hanno calcolato che il virus ha colpito soprattutto gli uccelli marini e rischia di compromettere decenni di conservazione e portare all’estinzione di alcune specie minacciate. Questo patogeno, noto come virus dell’aviaria ad alta patogenicità (HPAI), sta diffondendosi in modo esplosivo dal 2021, diventando una vera e propria panzoozia a livello mondiale, paragonabile a una pandemia per l’uomo.
Il Sud America è particolarmente colpito da questa epidemia. Il virus è stato segnalato fino alla Terra del Fuoco, un arcipelago condiviso tra Cile e Argentina, e si teme possa raggiungere l’Antartide e l’Australia, dove potrebbe causare gravi danni, poiché la maggior parte degli uccelli nell’emisfero australe non è immune a questo patogeno. Le segnalazioni di morie di uccelli selvatici stanno emergendo anche in luoghi dove il virus non era mai stato rilevato in precedenza, sollevando gravi preoccupazioni tra gli esperti.
I dati drammatici registrati in Europa e Sud America mostrano un tasso di mortalità elevatissimo tra gli uccelli. In Perù, il 40 percento dei pellicani è stato sterminato, oltre 100.000 sule e più di 85.000 cormorani sono morti. La diffusione del virus sta avvenendo rapidamente e alcuni Paesi, come il Brasile, hanno segnalato casi solo pochi mesi dopo il primo rilevamento dell’infezione in altre regioni. I ricercatori temono che l’aviaria possa provocare gravi conseguenze a livello di popolazione e specie, mettendo a rischio gli sforzi di conservazione compiuti fino ad oggi.
Non solo gli uccelli sono colpiti da questo virus. Anche altri animali come le foche nel Mar Caspio e i gatti in Polonia sono stati segnalati come vittime dell’influenza aviaria. La preoccupazione maggiore è il rischio di uno spillover del virus dall’animale all’uomo, che potrebbe causare una pandemia. Finora, sono stati segnalati solo pochi casi umani, ma la circolazione ubiquitaria del virus tra gli animali rende possibile il rischio di una diffusione su larga scala.
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